Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma sulla prima ho ancora qualche dubbio.

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Beppe Grillo


venerdì 29 agosto 2008

RIPARTIAMO DALL'ACQUA ...

A DDDESIO si nota gia' da tempo il perseguire di una certa politica da parte dei potentati economico-finanziari locali, che sono legati alle poltrone delle cariche pubbliche quanto alle lobby, caste, ecc. dominanti nel NON+BELPAESE ...
Questi individui, attraverso una logica trasversale a tutti i partiti(presi), stanno privatizzando la linfa della vita, quindi della societa', mettendo le mani e mercificando, con grandi multi-utility, ACQUA, ENERGIA e RIFIUTI.
Come si potra' leggere nel post-lettera di padre Alex Zanotelli questa situazione e' trasversale anche a tutta la Penisola e non mancheranno analogie con cio' che avviene dalle nostre parti ...
Il problema dell'ECOLOGIA e' il problema DEL XXI sec. e ci guarda diritto in faccia coinvolgendoci oltre che personalmente anche, e sporattutto, come collettivita' ... si deve essere tutti d'accordo ed attuare un progetto di cooperazione mondiale che ci metta in salvo in quanto SPECIE UMANA ... e in Italia ancora si torna al medioevo con un feudatario dententore di tutti i rubinetti dei BENI della MADRE TERRA?
Sono convinto che la coscienza della comunita' non sia ancora del tutto matura per un cambiamento globale, ma sono altresi' convinto che, data la complessita' e il continuo mutare ed allargarsi del problema, non si debba perdere tempo e cominciare ad agire subito con i mezzi e le forze che possediamo ... altre se ne aggiungeranno, insieme a nuove conoscenze, durante il percorso. A livello locale ... partendo dal proprio piccolo dobbiamo iniziare questa RIVOLUZIONE necessaria quanto inevitabile!

... (dal Blog di Beppe Grillo)

Chi controlla i bisogni primari, controlla la società. PDL e PDmenoelle lo sanno bene. Senza acqua si muore, ma se l'acqua viene privatizzata i partiti vivono meglio. I concessionari sanno essere riconoscenti, voti, soldi, poltrone finanziati dal rincaro dell'acqua a carico dei cittadini.
Le liste civiche del blog avranno come punto fondamentale del loro programma l'acqua. Non si può privatizzare. Non è una merce, è un diritto. Come respirare, parlare, amare. Gesù trasformò l'acqua in vino, Veltrusconi la vuole trasformare in business. Beati gli assetati di giustizia perchè vedranno i ladri dell'acqua in galera. Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.

"Caro Beppe,
nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè (Cosenza), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo Berlusconi sancisce la privatizzazione dell’acqua. Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del PD, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. (Una decisione che mi indigna, ma non mi sorprende, vista la risposta dell’on.Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!).
Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce.
Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici,con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’ acqua ……queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R.Lembo e R. Petrella, che il “Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività territoriali. I Comuni, in particolare, non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze comunali.“ Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra Costituzione!
Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina, (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua ha il 46,5 % di azioni) che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora, nel cuore dell’estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo del Comune e della provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare. E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!
L’ estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione Campania. L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo, lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009. L’ Arin, la municipalizzata dell’acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili.Per far digerire la pillola, Cardillo promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli). Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria A (i ricchi ) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M.Florio dell’Università degli studi di Milano.
Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006 aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e Milano) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari.
A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ), 67 mila persone hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui il 46% delle azioni è di proprietà dell’Acea di Roma).Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento).
“Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie che mi giungono un po’ dappertutto.Mi chiedo amareggiato:” Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua?
Ma cosa succede in questo nostro paese? Perchè siamo così immobili? Perchè ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri territori? Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua?
Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’utente,senza essere SPA. “L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne “illecito”profitto- ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G. Marra.Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile.”
Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana? Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per le nostre classi deboli, ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo milioni di morti per sete!).
E’ quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI:” Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana .Da questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.” Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa dell’acqua? L’acqua è vita. “L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore- ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro – ma perché è sacra ogni persona, ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’acqua trae esistenza, energia e vita.”
Sull’acqua ci giochiamo tutto!
Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale, dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti. Diamoci da fare perché vinca la vita!".
padre Alex Zanotelli

RIPARTIAMO DALL'ACQUA

Chi controlla i bisogni primari, controlla la società. PDL e PDmenoelle lo sanno bene. Senza acqua si muore, ma se l'acqua viene privatizzata i partiti vivono meglio. I concessionari sanno essere riconoscenti, voti, soldi, poltrone finanziati dal rincaro dell'acqua a carico dei cittadini.
Le liste civiche del blog avranno come punto fondamentale del loro programma l'acqua. Non si può privatizzare. Non è una merce, è un diritto. Come respirare, parlare, amare. Gesù trasformò l'acqua in vino, Veltrusconi la vuole trasformare in business. Beati gli assetati di giustizia perchè vedranno i ladri dell'acqua in galera. Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.

"Caro Beppe,
nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè (Cosenza), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo Berlusconi sancisce la privatizzazione dell’acqua. Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del PD, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. (Una decisione che mi indigna, ma non mi sorprende, vista la risposta dell’on.Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!).
Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce.
Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici,con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’ acqua ……queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R.Lembo e R. Petrella, che il “Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività territoriali. I Comuni, in particolare, non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze comunali.“ Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra Costituzione!
Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina, (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua ha il 46,5 % di azioni) che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora, nel cuore dell’estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo del Comune e della provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare. E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!
L’ estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione Campania. L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo, lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009. L’ Arin, la municipalizzata dell’acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili.Per far digerire la pillola, Cardillo promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli). Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria A (i ricchi ) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M.Florio dell’Università degli studi di Milano.
Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006 aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e Milano) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari.
A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ), 67 mila persone hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui il 46% delle azioni è di proprietà dell’Acea di Roma).Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento).
“Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie che mi giungono un po’ dappertutto.Mi chiedo amareggiato:” Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua?
Ma cosa succede in questo nostro paese? Perchè siamo così immobili? Perchè ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri territori? Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua?
Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’utente,senza essere SPA. “L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne “illecito”profitto- ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G. Marra.Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile.”
Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana? Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per le nostre classi deboli, ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo milioni di morti per sete!).
E’ quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI:” Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana .Da questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.” Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa dell’acqua? L’acqua è vita. “L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore- ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro – ma perché è sacra ogni persona, ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’acqua trae esistenza, energia e vita.”
Sull’acqua ci giochiamo tutto!
Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale, dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti. Diamoci da fare perché vinca la vita!". padre Alex Zanotelli

venerdì 15 agosto 2008

AMBIENTEFUTURO NEWS, 5 AGOSTO 08: UN “MARE” DI AGGIORNAMENTI NAPOLI: ALTRO CHE OLTRE LA CRISI, DI FUOCO IL SETTEMBRE CHE VERRA’.

Mentre Berlusconi cerca di accreditarsi il “miracolo di Napoli” dove la crisi sarebbe già stata risolta

una volta che i rifiuti sono stati inviati in mezza Italia (ma soprattutto nella “vendoliana” Puglia), il decreto liberticida 90 del 23 maggio 08 è stato convertito in legge dal Parlamento simulando un accoglimento delle modifiche imposte dalla CE. In particolar modo rimangono del tutto elusi I PROCESSI PARTECIPATIVI previsti dalle direttive 2001/43 e 2003/4 relativi allo svolgimento delle conferenze dei servizi per le quali non viene dato sufficiente tempo ai cittadini di poter interloquire in qualche modo effettivo. Questo punto va considerato anche alla luce della sentenza recente del TAR che ha bloccato il rigassificatore di Livorno-Pisa in cui viene fatto esplicito riferimento all’attuazione del processo informativo-partecipativo previsto dalla CARTA DI AARHUS. Se a ciò aggiungiamo che all’art. 8 del decreto in oggetto che dovrebbe prevedere l’informazione preventiva al pubblico questa è stata ridotta ad una generica “attività diretta alle scuole” appare chiaro che le richieste avanzate dalla CE risultano eluse. Infine ad aggravante ulteriore circa LA NEGAZIONE DI QUALSIASI PROCESSO INFORMATIVO PARTECIPATIVO (che conferma il carattere liberticida del decreto 90) si aggiunge IL FALSO PER CUI QUANDO VIENE FATTO RIFERIMENTO ALLA CONGRUITA’ AMBIENTALE DELL’INCENERITORE DI ACERRA SI AFFERMA CHE “LA POPOLAZIONE E’ STATA CONSULTATA”! QUANDO MAI! In questo clima di mistificazioni mediatiche (in cui la stampa internazionale non sembra cadere) e legislative SI PREPARA LA “BATTAGLIA DI CHIAIANO”per la realizzazione di una discarica apertamente illegale secondo la normativa europea 99/31che vieta il conferimento di rifiuti tal quali e la individuazione del sito per l’inceneritore di Napoli che sembra dirigersi verso NAPOLI EST. Quindi ci sono tutti gli ingredienti a giustificare QUELLA GIORNATA NAZIONALE PER NAPOLI E CAMPANIA proposta ed approvata nell’ultima assemblea nazionale della Rete Rifiuti Zero a cui seguiranno a fine ottobre una nuova visita di PAUL CONNETT, la giornata mondiale contro l’incenerimento del primo dicembre e l’assemblea mondiale della Zero Waste International Alliance il 19-20-21 febbraio 09. Queste attività rispondono alla duplice logica di supportare le realtà campane e di attuare l’indicazione di GAIA INTERNATIONAL per la quale il “disastro” può e deve essere occasione per applicare proprio a partire da Napoli le “migliori pratiche” previste dal percorso verso rifiuti zero. Quello che proporremo nei prossimi mesi è la costituzione di una TASK FORCE formata dai migliori consulenti nazionali ed internazionali per far uscire davvero ed in modo virtuoso la CAMPANIA dalla crisi provocata dallo sfacelo dei processi democratici.

E L’AUTORIDUZIONE VA…………………..

Mentre tutto sembra fermo per le ferie basta affacciarsi al mondo vivacissimo dei conflitti territoriali per notare al contrario un attivismo che in alcune zone è frenetico. Quando si pensava alla promozione di “vertenze pilota” per preparare l’autoriduzione della tariffa (o Tarsu) si faceva riferimento ad alcune limitate situazioni. Al contrario, la questione sta positivamente “sfuggendo di mano” con realtà locali che non solo hanno inviato la LETTERA-DIFFIDA ai rispettivi sindaci (e ATO e Gestori) ma che addirittura stanno raccogliendo le firme in calce al documento pretendendo il rispetto delle normative che impongono entro il dicembre prossimo almeno il 45% di Raccolta Differenziata. Cosi’ sta succedendo a LIVORNO dove a seguito della costituzione del COORDINAMENTO RIFIUTI ZERO DI LIVORNO-LUCCA-PISA-MASSA CARRARA e dopo soprattutto al successo della sentenza del TAR che blocca il rigassificatore (bella boccia!) il Comitato RIFIUTI ZERO ha suscitato un gran dibattito in città spingendo i Gestori e il Comune a patetiche risposte. Ora è in corso una raccolta di firme a tappeto sulla lettera-diffida. Ma anche a CARRARA non sono da meno ed oltre alla lettera diffida i gruppi locali (Amici di Beppe Grillo e Comitati) hanno ottenuto per i prossimi giorni un incontro con la Commissione Ambiente del Comune alla quale verrà chiesto di adottare ufficialmente la strategia rifiuti zero.

PIETRASANTA (in provincia di Lucca) però è stata la prima a partire rilanciando la lotta contro l’inceneritore di cui, negli scorsi giorni è stata chiusa una delle due linee e a MONTIGNOSO (Comune in provincia di Massa, dirimpettaio della ex FARMOPLANT) il Comitato che si sta battendo contro una discarica per l’amianto ha siglato la lettera-diffida aprendo ufficialmente la vertenza autoriduzione. A PISA invece, dove tutto è pronto per partire, la raccolta di firme decollerà a settembre. Sempre a Pisa, il 30 agosto è prevista la prossima riunione del COORDINAMENTO DELLA COSTA per fare un primo punto sulle iniziative. Parallelamente a RIETI il gruppo POSTRIBU’ sta facendo un gran lavoro analogo dopo aver già aperto un notevole dibattito sulla stampa. Non è escluso che nel frattempo e che soprattutto all’inizio di settembre altre realtà territoriali decidano di partire. Ricordiamo che su www.ambientefuturo.org è disponibile la GUIDA ALL’AUTORIDUZIONE. Per ogni chiarimento si può inviare una mail a ambientefuturo@interfree.it

IL 30 LUGLIO APPROVATE LE LINEE GUIDA REGIONALI SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN UMBRIA: BRUTTA ROBA.

Si tratta di un testo brutto che non tiene conto dei frutti avvelenati derivanti dall’esperienza dell’inceneritori chiuso alcuni mesi fa per inquinamento e riconosciuto responsabile della morte di un lavoratore addetto all’impianto. Cosi’ come non tiene conto di una realtà come quella umbra dove forse più che in altre (per la relativamente bassa produzione complessiva di rifiuti) si potrebbe adottare una sperimentazione regionale basata sulla strategia rifiuti zero. Anche con l’avallo di Rifondazione e Verdi si ripropone penosamente il ricorso alle “migliori tecnologie” di incenerimento non a caso (e colpevolmente) allargate al trattamento dei rifiuti speciali (infatti il flusso dei rifiuti urbani, al netto degli obiettivi di legge per la RD, sarebbe da solo insufficiente a giustificare il ricorso a tale impianto). E poi Verdi e Rifondazione si lamentano per non essere stati votati! Comunque ancora si può e si deve rimediare prima della definitiva approvazione del piano vero e proprio.

DAL 20 OTTOBRE AL 2 NOVEMBRE NUOVO TOUR ITALIANO DEL PROFESSOR CONNETT: LE TAPPE.

Prima di partecipare ad una importante iniziativa del 25-26 ottobre promossa nella “fabbrica”di GAMBETTOLA dalla casa editrice MACROEDIZIONI in cui STEFANO MONTANARI PRESENTERA’ UNA SUA ULTIMA PUBBLICAZIONE, Connett sarà il 21 a LIVORNO, il 22 a CAPANNORI (per una riunione dell’Osservatorio verso rifiuti zero), il 23-24 a NAPOLI. Esaurita questa prima fase sono previste le Tappe del 27-28-29 a RIETI, FERMO E GUALDO CATTANEO. Infine il 30-31 0ttobre sarà in SICILIA. Non sono escluse parziali modifiche al programma alla luce di nuove richieste compatibili con gli appuntamenti già stabiliti.

LA CALIFORNIA TUTTA METTE AL BANDO GLI SHOPPERS… E IN ITALIA?

Mentre la California, dopo la strada aperta da San Francisco “scomunica” le “buste di plastica” (anche quale conseguenza dell’enorme “isola di plastica” venutasi a formare nell’Oceano Pacifico) in Italia tutto tace. Eppure sulla scorta della comunicazione EN13432 modificata con quella EN14995 del 13/12/06 il parlamento in sede di approvazione della legge finanziaria 2007 ha approvato la legge 296 che prevede che al 2010 i sacchetti di plastica utilizzati per la spesa vengano definitivamente ritirati dal commercio. Nel frattempo niente si muove in tal senso E TOCCA A NOI RICORDARE L’IMPEGNO. NON SAREBBE IL CASO DI PROMUOVERE UNA GIORNATA NAZIONALE D’AZIONE RICHIAMANDO TUTTA LA PARTITA DEGLI IMBALLAGGI? Pensiamo proprio di si’visto che non stiamo parlando di “bruscolini” ma di TRECENTOMILA TONNELLATE DI RIFIUTI PRODOTTI CON QUESTI SHOPPERS (l’uno%del totale dei rifiuti italiani formati da ben QUATTRO MILIARDI DI SACCHETTI corrispondenti a 430.000 tonnellate di petrolio da cui derivano 200.000 tonnellate di “gas serra”). Ma questo richiamo deve servire anche a rilanciare una mobilitazione ed una pressione nei confronti del CONAI e delle imprese che devono investire di più (spinti anche da normative che non lascino al solo “accordo volontario” la necessaria iniziativa) NEL RIDURRE ALL’ORIGINE I RIFIUTI A PARTIRE DA QUELLI SEMPRE PIU’ INVADENTI DEGLI IMBALLAGGI (avete presente la martellante campagna a favore del TETRAPACK?) . Invece a sfogliare l’ultimo report che data 2007 elaborato dal CONAI si coglie che le imprese anziché puntare sul RIUTILIZZO per ridurre gli imballaggi investono sulla logistica (relativa alla facilitazione nei trasporti per “muovere” più unità di prodotto in meno carichi) e sulla riduzione di materia in un rapporto di circa 50 a 8 (la plastica delle bottiglie per l’acqua minerale è stata ridotta negli ultimi anni di circa 6 grammi e l’alluminio delle lattine di circa 3 grammi). Ma se non si investe prioritariamente sul riutilizzo e a partire dalla constatazione che cio’ che non è riciclabile o compostabile (come di fatto è il Tetrapack anche se ci raccontano che ci fanno la “cartalatte” e la “cartafrutta”) NON DOVREBBE ESSERE PRODOTTO SARANNO I CITTADINI A CONTINUARE A DOVER PAGARE PER LE PRODUZIONI ALTRUI. Nel contempo occorre che le autorità pubbliche favoriscano la “filiera corta” nei consumi restituendo importanza a materiali come il vetro che ormai sta scomparendo a vantaggio delle più flessibili bottiglie di plastica. E qui si incontra la necessità di promuovere L’ACQUA DI ACQUEDOTTO E DI RILANCIARE L’ENORME PATRIMONIO IDRICO E PAESAGGISTICO COSTITUITO DA UN NUMERO STERMINATO DI FONTI E SORGENTI CHE SI TROVANO NEL NOSTRO “BEL PAESE” CHE DIVERSAMENTE FINIRANNO PREDA DI GRUPPI DI AFFARI SENZA SCRUPOLI COME GIA’ AVVENUTO IN MOLTE SITUAZIONI LOCALI.

Ciò detto, buone ferie a tutti.

Rossano Ercolini, Fabio Lucchesi, Pier Felice Ferri.

TUTTE LE RIVOLUZIONI DELLA STORIA SONO INIZIATE QUANDO LE FORZE DELL'ORDINE SCAGLIATE CONTRO IL POPOLO HANNO CAPITO ... OGGI, FORSE, CI SIAMO!

Questa lettera di un rappresentante sindacale della Polizia di Stato dovrebbe farci preoccupare, e molto. Manganelli, il Capo della Polizia, ha tenuto all’inizio di questa legislatura un intervento in Parlamento denunciando lo stato della Giustizia. In pratica, ha detto che i poliziotti rischiano la pelle e il criminale è subito fuori, anzi, non finisce neppure dentro. Manganelli è stato ignorato. Come ha scritto il giudice Bruno Tinti in “Toghe Rotte” il 95% dei delitti è impunito grazie alle leggi fatte da Berlusconi per salvare sé stesso e i suoi sodali. Anche il centro sinistra ha fatto la sua parte con il condono del 2006, atto dovuto. Come i gatti di notte sono tutti grigi, gli amministratori pubblici corrotti sono di tutti i partiti. La Polizia viene bastonata, l’Esercito la sostituisce nelle strade. Oggi i soldati sono 6.000 , ma potrebbero diventare 60.000. Tre miliardi di euro di tagli alla Polizia (un avvertimento stile mafioso?), la Giustizia al guinzaglio corto. Si stanno preparando per una possibile Argentina.

“Caro Beppe,

le posizioni del COISP (Coordinamento per l'Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia), a riguardo di moltissime iniziative intraprese da questo governo, sono assolutamente critiche, perché contrarie alla nostra Costituzione e al buon senso!

Non siamo d’accordo con l’utilizzo dei militari nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica; non siamo d’accordo con certi provvedimenti in odore di “razzismo”; non siamo d’accordo con la figura del sindaco sceriffo; non siamo d’accordo con alcune iniziative di autotutela privata quali, per esempio, le ronde padane e non siamo assolutamente d’accordo con i tagli ingiustificati e assurdi che sono stati intrapresi ai danni del comparto sicurezza. Si parla di tre miliardi di euro! Questi tagli, ora, sopraggiungono in un momento già disastroso per le forze di Polizia.

Mi preme farvi notare che recentemente tutti, e ripeto TUTTI, i sindacati del comparto sicurezza e difesa hanno manifestato di fronte alle Prefetture d’Italia, distribuendo un volantino che informava la cittadinanza delle assurdità intraprese dall’attuale governo. Queste bestialità, peraltro, sono andate evidentemente contro le promesse fatte dal centro destra in periodo elettorale. Logicamente, le televisioni nazionali non ci hanno dato lo spazio adeguato e il legittimo interessamento. A onor di cronaca, solo la stampa e le tv locali ci hanno dato il giusto interesse.

In questo momento, ci stiamo organizzando sulle iniziative da intraprendere. Resta però fermo il principio che, in attesa di stabilire la prossima forma di protesta, dobbiamo continuare a dare il massimo risalto ed eco contro le incoerenze e le contraddizioni presenti in questi provvedimenti governativi.

Dobbiamo, innanzitutto, denunciare energicamente l’ultimo decreto, il cosiddetto provvedimento “anti-fannullone”, che ci vede fortemente penalizzati anche rispetto alle altre realtà pubbliche. La norma prevede che il dipendente delle forze di polizia che si ammala deve corrispondere, per i primi dieci giorni, un taglio della paga giornaliera pari a 20 euro(nell’ipotesi di uno stipendio base). L’inconcepibile provvedimento dice che la norma non deve essere applicata alle malattie dipendenti per causa di servizio. Il problema è che, prima che ti venga riconosciuta la “causa di servizio”, passano anche sei o sette anni dall’evento. Intanto, però, ti tolgono i soldi dallo stipendio. Al legislatore non interessa che devi pagare il mutuo; che hai dei figli e la moglie a carico; che hai la rata della macchina da pagare e che hai le tasse e le spese da sostenere come tutte le persone di questo mondo. Il ministro Brunetta, artefice di questo scempio, facendo leva su un legittimo dissapore dell’opinione pubblica avverso ad alcune forme di assenteismo, ha voluto adottare un provvedimento punitivo e discriminatorio nei confronti di tutti i dipendenti statali e in misura ancor maggiore - come spiegavo - agli appartenenti alle forze di polizia.

Abbiamo apprezzato ed esprimiamo tutta la nostra ammirazione nei confronti del dott. Di Pietro per la sua strenua e tenace difesa a favore degli appartenenti alle forze dell’ordine! Abbiamo letto sulla stampa nazionale, con somma gioia, le tue posizioni in cui hai giustamente schernito il demagogico e ipocrita provvedimento inerente, appunto, l’utilizzo di militari nelle nostre città.

Ti ringrazio ancora.” Fausto Fanelli - Componente del direttivo nazionale COISP

Blocchi di ghiaccio e blocchi di merda

Gli orsi bianchi sono contaminati. Stanno diventando gialli. Le foche e i pinguini li avvistano da lontano e fuggono. Il giallo oro sulla neve bianca è meglio di un catarifrangente. Al Polo ci sono orsi sempre più magri che si lasciano trascinare su blocchi di ghiaccio dalla corrente. I ghiacciai si sciolgono, ma l’intero pianeta dedica le sue attenzioni alle Olimpiadi. La nostra civiltà e i ghiacciai rischiano di finire nello stesso momento.
I ghiacciai del Tibet-Qinghai Plateau si stanno sciogliendo a un ritmo del 7% all’anno. Entro il 2060 potrebbero scomparire, ma già ora il flusso con cui alimentano il Fiume Giallo e lo Yangtze è diminuito insieme ai raccolti di riso e di grano.
Il ghiacciaio Gangotri può scomparire entro vent’anni insieme al Gange che si trasformerebbe in un piccolo fiume stagionale.
Il ghiaccio dell’Himalaya si trasforma in fiumi, i fiumi in cibo per l’India e la Cina, due nazioni sovrappopolate. Qualche miliardo di persone può morire di fame, ma a Pechino le nazioni del mondo pensano al tiro con l’arco e al nuoto sincronizzato.
La razza umana è a suo modo simpatica, riesce a ballare anche sull’orlo di un vulcano durante un maremoto mentre un asteroide colpisce la Terra.
Quando i ghiacci dell'Antartide si scioglieranno, e avverrà presto, forse in meno di dieci anni, il livello dei mari si alzerà di CINQUE metri. I ghiacci della Groenlandia si scioglieranno subito dopo e il livello dei mari si alzerà di altri SETTE metri.
Qualunque essere umano che abiti in un posto inferiore ai DODICI metri sul mare dovrà traslocare. Uno studio dell’International Institute for Environment and Development ha stimato che il trasloco riguarderà 600 milioni di persone.
Gli umani diventeranno gialli come gli orsi. Saranno trascinati negli oceani come gli orsi. Non su blocchi di ghiaccio. Che non ci sarà più. Ma su blocchi di merda.

BEPPE GRILLO: COMUNICATO POLITICO numero 15

La raccolta delle firme per un Parlamento Pulito è stata ignorata. Il V2 day per una libera informazione in un libero Stato è stato oscurato. Per il regime di Forza-DS non è mai avvenuto. I politici italiani sono meglio di quelli dell’ex-URSS. I fatti esistono SOLO se i loro media li raccontano. Qualche milione di persone è sceso in piazza in meno di un anno. Ha chiesto un futuro e ha avuto una pernacchia. Ha chiesto persone oneste in Parlamento e ha ottenuto il lodo Alfano. Ha chiesto sicurezza sul lavoro e ha i Carabinieri di La Russa nei cantieri. Una parte di italiani, quelli più informati e i più giovani. I precari, gli universitari, i disoccupati che chiedevano un cambiamento hanno avuto in cambio un vaffanculo. Insieme a disprezzo, scherno, rifiuto del confronto. Questa classe politica va rimossa in blocco. Con questi si finisce dritti in Argentina. Il debito pubblico sta esplodendo, gli alimentari sono rincarati fino al 30%. Decine di migliaia di case sono pignorate perché le famiglie non riescono più a pagare il mutuo. I corrotti sono in Parlamento insieme ai corruttori. Corrotto è anche chi non denuncia, chi tira a campare. Corrotti sono tutti i parlamentari che hanno approvato l’impunità per le alte cariche. Sono marci dentro. L’economia sta bussando alla porta, quando l’aprirà troverà gli italiani in mutande e i responsabili all’estero. La Sanità è la nuova Tangentopoli. I politici vanno dove li portano i soldi. E i soldi li hanno le Regioni. Chi li gestisce sono i presidenti di destra e di sinistra. Fanno muro per evitare una Sanitopoli di dimensioni gigantesche. I giudici abruzzesi che hanno osato toccare Del Turco faranno la fine di De Magistris e della Forleo. Che fare? Il tempo dei referendum e delle leggi popolari è finito. Loro usano le firme per pulirsi il culo. E’ avvenuto anche per la nuova legge elettorale. Napolitano, ex DS, ha indetto le elezioni quando avrebbe dovuto tenere il referendum. La priorità l’ha dettata Veltrusconi, non un milione di cittadini. Non chiederò più niente a questa classe politica. Per cambiare è necessario che venga sostituita dai cittadini. Da settembre sosterrò le liste civiche per le amministrative del 2009. Lancerò una campagna di informazione all’estero sulla dittatura presente nel nostro Paese. Chiederò a chi segue il blog di partecipare a una serie di azioni immediate per cambiare la nostra realtà. Informazione, sanità, alimentari, mobilità, lavoro. Un’azione ogni mese per colpirli nel portafoglio e riprenderci il nostro Paese. Loro non molleranno mai, noi neppure.

Le cause della fame e dell’aumento dei prezzi alimentari

di Domenico Moro

Uno degli fenomeni più importanti di questa fase di crisi della mondializzazione è l’aumento esponenziale dei prezzi delle materie prime alimentari. Riso, olio vegetale, mais, grano e soia hanno registrato aumenti tra il 50% ed il 100% nel primo trimestre del 2008 rispetto a quello dell’anno precedente, dopo essere cresciuti considerevolmente già nel 2006 (in media +6%), e nel 2007 (+24%). La tendenza rialzista, comunque, non accenna ad arrestarsi e, all’inizio di giugno, il mais ha raggiunto nuovi record, trascinando verso l’alto anche frumento, riso e soia. Ciò sta portando ad una strage silenziosa nei paesi più poveri, dove più del 50% del reddito è destinato al cibo, e al peggioramento delle condizioni di vita tra i sempre più numerosi poveri dei cosiddetti paesi ricchi. Il progetto Onu, varato dieci anni fa, di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che soffrono la fame a livello mondiale da 800 a 400 milioni è già fallito. Oggi, infatti, siamo a 850 milioni e il loro numero cresce ancora, considerando che i poveri sono 100 milioni in più sui due miliardi che vivono con meno di 2 dollari al giorno.

Secondo George W. Bush la ragione dell’aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, come di quelle energetiche, è da imputare all’aumento della domanda delle economie emergenti, Cina ed India in testa. Si tratta, però, della riedizione della erronea teoria malthusiana che, nell’800, attribuiva le cause della fame ad uno squilibrio naturale tra popolazione e produzione alimentare. In realtà, le responsabilità della situazione attuale sono molto più vicine a Bush di quanto egli voglia riconoscere. Le cause dell’aumento dei prezzi delle materie prime alimentari e della fame nel mondo sono essenzialmente le seguenti quattro.

A) L’esistenza di una bolla speculativa delle materie prime alimentari ed energetiche. Le banche ed i fondi pensione si sono gettati con cifre considerevoli nella speculazione sulle materie prime nel tentativo di recuperare una parte delle ingentissime perdite, causate dallo scoppio della bolla dei subprime. La nuova bolla speculativa, che, anche secondo Soros, il più famoso finanziere internazionale, si è creata nel settore delle materie prime, è spinta anche dall’abbassamento dei tassi d’interesse ai minimi storici da parte della Banca centrale Usa, e dal laissez faire imperante negli scambi borsistici, determinato dalla permissività normativa da parte delle autorità finanziarie e di borsa e dall’ultraliberismo di molti governi, come quelli Usa e britannico.

B) La svalutazione del dollaro. La crisi del dollaro è legata alla crisi dei subprime ed alla speculazione. Infatti, l’abbassamento dei tassi d’interesse da parte della Fed accentua la svalutazione del dollaro, già indebolitosi nei confronti dell’euro per la decadenza economica Usa. Dal momento che non solo il petrolio ma anche gli agricoli sono quotati in dollari, l’indebolimento della valuta Usa spinge i produttori a recuperare margini di profitto aumentando i prezzi. Tale tendenza è rafforzata anche dal fatto che i contratti future, i maggiori responsabili dell’innalzamento di borsa dei prezzi, sono usati soprattuto dagli agricoltori Usa e che il Chicago Board of Trade è insieme il mercato di derivati più importante ad mondo e la maggiore piazza commerciale e di stoccaggio dei cereali.

C) Sussidi statali ai biocarburanti e ogm. I sussidi statali negli Usa e nella Ue agli agricoltori che destinano le loro colture alla produzione di biocarburanti fanno sì che migliaia di ettari siano sottratti alla produzione per scopi alimentari, con il conseguente aumento dei prezzi. Nel 2006 il 16% del granturco Usa fu destinato ai biocarburanti, nel 2007 tale percentuale è salita al 30%. Gli incentivi, inoltre, spingono a forzare i tempi del ciclo produttivo naturale, sviluppando il ricorso a sempre più costosi pesticidi e ogm, che necessitano di più acqua e più energia. Tutto questo, insieme all’appropriazione in esclusiva da parte delle multinazionali agroindustriali, mediante brevetti, di prodotti tradizionali delle agricolture del terzo mondo, rende sempre più costosa la produzione ai contadini, oltre a impoverire la terra delle sue capacità nutritive.

D) Rivoluzione industriale e modifica dei rapporti di produzione nelle campagne dei paesi in via di sviluppo. Anche se la speculazione finanziaria spiega la rapidità e l’eccezionale entità dell’aumento dei prezzi, la rivoluzione industriale in atto nei paesi del terzo mondo, di proporzioni incomparabilmente superiore a quella realizzatasi alla fine del XVIII secolo in Europa occidentale, ne rappresenta il sostrato economico principale. L’aumento dei costi di produzione, unitamente alla espropriazione di ampi terreni per l’installazione di impianti industriali e di grandi infrastrutture, provocano la fuga dalle campagne di milioni di piccoli contadini e la loro urbanizzazione in enormi megalopoli dove sopravvivono privi di mezzi di occupazione. L'autosufficienza alimentare, propria della comunità rurali, viene così meno e vasti territori agricoli vengono abbandonati all’avanzare del deserto. Inoltre, l’aumento dei prezzi internazionali favorisce le esportazioni, determinando la riduzione degli stock destinati al consumo locale in molti paesi del terzo mondo, come Egitto ed India, che, infatti, stanno alzando i dazi all’export.

Dunque, l’aumento dei prezzi del cibo e della malnutrizione non dipende tanto da fattori naturali, come quelli climatici, né dall’aumento della popolazione mondiale, che pure esacerbano una situazione, le cui cause prime, però, rimandano all’estensione su scala mondiale dal modo di produzione capitalistico. Non è che ci sono troppi esseri umani, è che ce ne sono troppi troppo poveri per acquistare cibo a sufficienza. E tale fatto non è casuale, ma conseguenza delle modalità con cui si è realizzato il mercato mondiale. La distruzione dei rapporti di produzione tradizionali delle campagne e l’inurbamento di milioni di contadini, oltre a produrre l’aumento della forza lavoro disponibile per le nuove industrie, determina anche l’aumento di una popolazione “eccedente” e quindi della povertà.

La situazione si aggrava, poi, quando l’intero sistema accusa una generale caduta del saggio del profitto. E’ per questo che, nel tentativo di rialzare i profitti, i tempi di produzione di un settore, quello agricolo, legato da sempre ai tempi della natura, subiscono una artificiale compressione. Ed è, soprattutto, per questo che oggi l’economia sembra non potersi sostenere altro che con la continua creazione di bolle speculative, prima quella di internet, poi quella dei mutui e ora quella delle materie prime. Ciò vale soprattutto per gli Usa, vero epicentro dello tsunami dei prezzi, che pure negano le responsabilità e persino l’esistenza della speculazione.

Del resto, l’aumento dei prezzi internazionali del cibo non soltanto scarica l’inflazione e la crisi statunitense sui paesi in via di sviluppo. Rappresenta anche un utile mezzo di pressione geostrategica, visto che gli Usa sono i principali produttori di cereali (e detentori di riserve di acqua dolce) del mondo e usano questa leva, come del resto quella militare, per esercitare una rinnovata egemonia politica.