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venerdì 24 dicembre 2010

nomine choc alla sanità lombarda: all'asl di milano arriva l'amico dei boss

 
 
Nomine choc alla Sanità lombarda
All'Asl di Milano arriva l'amico dei boss

Si tratta di Pietrogino Pezzano, ex dirigente dell'Asl di Monza e Brianza. Il suo nome compare nell'inchiesta di luglio sulla 'ndrangheta in Lombardia. E' stato scelto tra i 702 candidati alle nuove 45 nomine

Nomine choc all'Asl di Milano 2, una delle più grandi d'Italia. Dal mazzo dei 702 papabili il governatore Roberto Formigoni e la sua giunta estraggono proprio il nome di Pietrogino Pezzano, classe '47 originario di Palizzi in provincia di Reggio Calabria. Grande carriera la sua: da direttore generale dell'Asl di Monza Brianza fino alla stanza dei bottoni della sanità pubblica milanese. E un particolare: l'amicizia con gli uomini della 'ndrangheta lombarda corredata da fotografie che lo ritraggono assieme a capibastone della Brianza come Saverio Moscato e Candeloro Polimeno.

Capita anche questo nel grande calderone delle nomine lombarde che tra mille polemiche questa sera sono state finalmente partorite dalla Regione Lombardia. Quarantacinque nomi da distribuire tra Asl e ospedali. E meno male che solo pochi giorni fa il governatore Formigoni aveva assicurato: "Bisogna scegliere uomini in sintonia con la Regione". Giusto appunto. Ecco spuntare la scheda di Pietro Gino Pezzano. "Uno che fa favori a tutti". Parola di Pino Neri, avvocato tributarista, massone, ma soprattutto boss della 'ndrangheta pavese. L'intercettazione si trova nelle carte dell'inchiesta del 13 luglio. Prosegue Neri: "E' uno che si muove bene, con Abelli sono grandi amici, l'ho presentato io a Gino". E Abelli è Giancarlo Abelli, deputato del Pdl, fedelissimo del Cavaliere anche lui grande ras della sanità pubblica lombarda. Eppure anche questa sera il presidente della Regione Lombardia è convinto. "Abbiamo lavorato e siamo soddisfatti – dice -, abbiamo rispettato i tempi e abbiamo voluto scegliere i migliori, anche perché non siamo autolesionisti".

Insomma, altro che lottizzazione politica delle nomine. Pratica che se per qualcuno è un problema, per altri, in testa l'assessore leghista Luciano Bresciani è un diritto acquisito nell'urna da spendere sul tavolo della trattativa sulla sanità. Così è stato. La Lega nord, infatti, è passata all'incasso. E così dopo Luigi Macchi, direttore generale al Policlinico di Milano eletto lo scorso luglio, oggi sono stati nominati Alessandro Visconti ai vertici degli Istituti clinici di perfezionamento (a cui fanno riferimento 22 poliambulatori milanesi, piu' l'Ospedale dei Bambini Buzzi e il Centro traumatologico Cto) e Andrea Mentasti all'Ospedale San Paolo. Visconti è il braccio destro di Walter Locatelli, anch'egli in quota Lega e riconfermato direttore alla Asl di Milano.

La mano del Carroccio è intervenuta anche a Pavia. Qui, si sa, l'Asl locale è commissariata per sospetti di infiltrazione mafiose. L'ex direttore sanitario Carlo Antonio Chiriaco è in carcere con l'accusa di associazione mafiosa. Da oggi, così, a guidare la delicata situazione dell'azienda sanitaria sarà Giuseppe Tuccitto, generale della Finanza in pensione da un anno. Mossa fortemente voluta dai vertici di via Bellerio. E l'obiettivo è chiaro, almeno per l'assessore Bresciani: "Intercetterà immediatamente ogni tentativo di infiltrazione mafiosa".

A Bresciani, però, è sfuggito un particolare. O meglio un nome. Pezzano appunto. Calabrese, amico di un altro grande e influente calabrese della Brianza. Quel Rosario Perri che pur non indagato risulta in contatto con uomini vicini alle cosche. Ed è proprio nel paese, oggi commissariato per infiltrazione mafiose, che si consuma un appuntamento imbarazzante per Pezzano. Il motivo, spiegano gli investigatori, è legato a un malore della moglie del boss Polimeni. Pezzano si dà da fare. Ma non finisce qui. Tra le migliaia di carte dell'indagine spuntano anche appalti in favore dei mafiosi arrestati. E' il caso di Giuseppe Sgrò il quale, grazie al neo direttore dell'Asl Milano ottiene un lavoro per l'installazione di condizionatori nelle Asl locali di Cesano Maderno, Desio, Carate Brianza. "Dobbiamo chiamare il direttore generale, che è amico mio, così lo chiamiamo e fissiamo un appuntamento", racconta lo stesso Sgrò. In cambio il dirigente sanitario chiede al boss di dargli una mano a trasportare alcune piante da Desio fino alla sua casa calabrese.

giovedì 23 dicembre 2010

Desio, Kover sfrattata per far pposto a 140 alloggi: "Siamo rovinati"

Desio, Kover sfrattata per far posto a 140 alloggi: «Siamo rovinati»

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

Desio, l'azienda di divani letto deve andarsene entro un anno

— DESIO —
COI TEMPI CHE CORRONO - crisi economica, emorragia occupazionale, mercato immobiliare fermo - la prospettiva, seppur legittima, è di quelle che colpiscono: al posto di un'azienda con 34 dipendenti arrivano una serie di palazzine, 140 appartamenti.
E' questo il futuro che il privato proprietario dei capannoni della ex Ilma Molle ha deciso per la vasta area che si affaccia su via Ferravilla di Desio. Basta con l'attività produttiva, spazio al residenziale. Un cambio di destinazione che la precedente Amministrazione, con il Piano di governo del territorio, ha avallato. Facendo sì che i proprietari dell'azienda in affitto si siano trovati con lo sfratto e 34 famiglie brianzole con una "sorpresa" drammatica sotto l'albero di Natale. «Una situazione che ci metterà in ginocchio - lamenta Roberto de Lorenzo della Kover srl, che dal 2006 ha deciso di trasferire da Cesano a Desio l'attività di produzione di divani letto -, che mi fa sentire preso in giro, raggirato, da queste persone». Cioè Marco e Gilberto Citterio, eredi del papà Anselmo, olimpionico di ciclismo e patron della storica Ilma Molle deceduto alcuni anni fa: «Sono loro che hanno condotto tutta l'operazione, con la consulenza del geometra Moscato». In sostanza nel 2006, la Kover trova qui una sede idonea, firma un contratto d'affitto di sei anni più sei, investe 240mila euro per mettere in sicurezza le strutture e tutto. Poi nel 2007 i titolari ricevono una comunicazione dalla proprietà in cui si parla di cambio di destinazione d'uso dell'area.

«MA NOI ERAVAMO CONVINTI fosse l'intenzione dopo i 12 anni di contratto - dice de Lorenzo - invece un mese fa ci arriva lo sfratto, con il diktat di andare via entro un anno. Ma con un calo del 30-35% del fatturato, la cassa integrazione a rotazione in corso, un trasloco di macchinari che mi costerebbe almeno 50 mila euro, come facciamo? Impossibile». «Hanno trovato un allocco come me per prendersi l'affitto prima di poter fare questa speculazione immobiliare - dice - per poi dirmi arrivederci e grazie. Questa non è serietà e non ci vogliono nemmeno riconoscere nulla per tutti i lavori fatti». Adesso proveranno a opporsi in fase di osservazioni alla variante al Pgt e hanno chiesto un colloquio con il Commissario: «Non vogliamo incatenarci qui - dice de Lorenzo - almeno ci diano una proroga allo sfratto e un po' di respiro non chiedendoci l'affitto. Desio è l'unico comune della zona dove fanno costruire case dove c'è un'attività produttiva: è assurdo». «Fra gli obiettivi del Pgt c'era mettere ordine fra zone industriali e residenziali - dice l'ex assessore all'Urbanistica Michele Vitale -, lì c'è un'attività circondata da abitazioni: un'anomalia. Per i posti di lavoro sono certo che si potrà trovare una soluzione».

Cesano, il Consiglio ha votato all'unanimità la commissione su Pedemontana

Cesano, il Consiglio ha votato all'unanimità la commissione su Pedemontana

da Il Giorno
articolo di 
GABRIELE BASSANI

— CESANO MADERNO —
DOPO UN BRACCIO di ferro durato qualche settimana per la resistenza manifestata soprattutto dalla componente leghista della maggioranza, alla fine la «Commissione permanente sulla Pedemontana» è stata costituita durante l'ultimo Consiglio, votata tra l'altro all'unanimità.

LA COMMISSIONE nasce come organismo di supporto di sindaco, Giunta e Consiglio per le trattative da affrontare con Pedemontana Spa e tutti gli organi che sovraintenderanno alla realizzazione della nuova autostrada, la quale avrà su Cesano Maderno un impatto davvero notevole e per cesti aspetti non privo di problemi. Della commissione permanente fanno parte Franco Giacomini, Alfredo Spagnuolo (Pdl), Raffaello Fioravanti (Lega), Franco Busnelli (Un futuro per Cesano), Alberto Vaghi (Vivi Cesano) e Pietro Nicolaci (Pd). «Franco Busnelli ed io - ha rivendicato il capogruppo del Pdl, Andrea Rovelli - nella passata legislatura siamo stati i primi dai banchi della minoranza, a lanciare e sostenere la proposta di creare una Commissione ad hoc su Pedemontana.
Questa costituisce senza ombra di dubbio una problematica che graverà pesantemente sulla nostra città nei decenni a venire e che è tutto tranne che una questione di maggiornaza o minoranza, di partito o lista civica che dir si voglia. Mi domando se il problema di una evidente scarsa incisività sui tavoli di Pedemontana delle nostre Amministrazioni che si sono succedute sia imputabile allora a chi ha governato e governa, a noi stessi consiglieri, oppure, il problema non sia proprio quello dell'interlocutore-Pedemontana e soprattutto di una insufficiente propensione delle Amministrazioni a proporsi con una forza contrattuale e una unità di intenti ben diversa, con una determinazione più forte».

PAOLO VAGHI ha però ricordato che in effetti la creazione della commissione era una richiesta contenuta nella mozione presentata proprio dal gruppo Vivi Cesano. «Credo che a questo punto ci sia molto da lavorare per cercare di portare a casa quanto più possibile come opere di compensazione e come opere di mitigazione al fine di limitare il più possibile i danni e i disagi che quest'opera porterà su Cesano e cercando soluzioni per i problemi che restano ancora aperti».

mercoledì 22 dicembre 2010

Desio, soldi della Gsd alle associazioni: "perché è Mariani a consegnarli?"

Desio, soldi della Gsd alle associazioni «Perché è Mariani a consegnarli?»

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

Il Pd del Comune commissariato insorge: «Non è più il sindaco»

— DESIO —
ASSEGNI STACCATI dalla Gestione Desio Servizi spa, società al 100% del Comune, e consegnati "porta a porta" in questi giorni alle associazioni di volontariato attive sul territorio. E chi è il "postino" benefattore? Giampiero Mariani, che se fino a qualche settimane fa era sindaco, adesso è un semplice cittadino. Un caso che sta scatenando una bufera, a Desio. A sollevarlo due consiglieri uscenti del Pd Roberto Corti e Lucrezia Ricchiuti, che hanno scritto una pesante lettera al commissario prefettizio Maria Carmela Nuzzi, denunciando la vicenda: «Ci è stato segnalato - scrivono - che Giampiero Mariani (ex sindaco) stia distribuendo personalmente a molte associazioni desiane assegni bancari come contributo alle iniziative. Tale attività sarebbe meritoria di plauso se le somme elargite provenissero dai suoi conti bancari, in realtà viene effettuata con risorse che appartengono ad una società posseduta al 100% dal Comune di Desio, la GSD».

«CHIEDIAMO DUNQUE di sapere se l'azienda ha emesso negli ultimi mesi assegni a favore di associazioni desiane con quali criteri siano state individuate; se tali associazioni siano state segnalate dal Comune alla società GSD; di comunicarci e rendere pubblico l'elenco delle associazioni e il contributo; se la distribuzione di tali assegni sia stata delegata ufficialmente a Giampiero Mariani e in caso affermativo per quale motivo; come mai non sia stata presa in considerazione la realizzazione di un evento pubblico». L'ex sindaco non smentisce, anzi: «E' vero - dice serenamente - li stiamo consegnando un po' il presidente di GSD, un po' io, un po' insieme, perchè lui non essendo di Desio magari non conosce alcune sedi di associazioni. Non mi sembra ci sia nulla di male. C'era una delibera di Giunta che lo prevedeva. Il 12 dicembre era prevista la tradizionale consegna ufficiale ma non è stato possibile, perchè l'amministrazione era caduta. Così lo stiamo facendo adesso, privatamente. Mi faccio campagna elettorale? Ma va', non sanno cos'altro dire». E nella bufera finisce anche il Presidente della GSD Nicola Bellizzi: «Come risulta da verbale dell'ultimo CdA - dice Paolo Perrella, vice presidente della società -, che auspico venga reso pubblico, l'incarico di consegnare gli assegni è stato esplicitamente conferito al Presidente e non ad altri. Se così non fosse la cosa sarebbe molto grave e mi riservo ogni possibile iniziativa in merito. La situazione è di una gravità inaudita - scrivono i due del PD, chiedendo un richiamo ufficiale a Mariani e di valutare l'ipotesi si revocare il CdA dell'azienda - in quanto lascia presagire l'utilizzo di fondi pubblici per la persecuzione di obbiettivi personali legati certamente alle prossime elezioni».

La Lega non ha gradito l'iniziativa: «Non riveste più cariche pubbliche Non poteva farlo»
IL CASO DEGLI ASSEGNI alle associazioni rischia di avere una serie di reazioni a catena, non solo politiche. I primi a prendere una posizione sono quelli della Lega Nord: «La notizia era nell'aria già da tempo - dice il Carroccio, in una nota sul suo blog -.
La Gsd, società di servizi possieduta al 100% dal Comune di Desio, avrebbe consegnato una serie di assegni destinati a diverse associazioni operanti sul territorio cittadino. Fin qui nulla di male, se non fosse che a distribuire questi finanziamenti - proprio in questi giorni - sia l'ex sindaco Giampiero Mariani in prima persona. A quale titolo non si sa, dal momento in cui non riveste più nessuna carica pubblica. Restano da conoscere anche i criteri con cui sono state scelte alcune associazioni piuttosto che altre, e quali siano i sodalizi beneficiari di queste sovvenzioni. Al momento non è reso noto nessun elenco, ma che un ex sindaco continui a comportarsi come se fosse in carica, denota l'attaccamento al potere di certe persone. E' sottolineato un modo di fare politica sempre più lontano dallo standard della Lega Nord».

lunedì 20 dicembre 2010

Desio: Commissario "pugnodiferro". oltre 450mila euro di morosità nelle case comunali.

Commissario "pugnodiferro": oltre 450 mila euro di morosità nelle case comunali!

Post n°476 pubblicato il 20 Dicembre 2010 da alecri0
 
 

 

ATTIVITÀ DI RECUPERO CREDITI PER MOROSITÀ INQUILINI ED EX INQUILINI CASE COMUNALI



IL COMMISSARIO PREFETTIZIO



Premesso che:

  • il Comune di Desio è proprietario di circa 350 alloggi tra edilizia residenziale pubblica ed edilizia a canone agevolato e libero e di circa 230 box/posti auto;

  • la gestione amministrativa e contabile del patrimonio destinato a civile abitazione e dato in locazione, dopo l'esperienza negativa dell' esternalizzazione avvenuta tra gli anni '90 e 2000, è tornata in capo agli uffici comunali a far data dal 1° gennaio 2005;

  • con legge regionale 27/2007 sono stati introdotti nuovi criteri per la determinazione dei canoni di edilizia residenziale pubblica che hanno determinato una revisione generale dei fitti e l'introduzione del canone sopportabile rapportato al reddito isee-erp, nonché del principio di sostenibilità del sistema erp rivedendo sostanzialmente al rialzo i canoni sociali delle locazioni;

  • i pagamenti degli affitti/spese richiesti spesso avvengono oltre le scadenze e, in casi sempre maggiori, non avvengono per nulla anche in presenza di capacità di reddito dichiarate in sede di anagrafe dell'utenza;


Preso atto che:

  • il quadro della morosità complessiva degli inquilini comunali al 31/12/2009 redatto dal Servizio Patrimonio e Demanio ammonta a complessivi € 454.026,25, di cui € 277.667,18 in capo a inquilini attivi ed € 176.359,07 a ex inquilini (prospetti A, B e C agli atti);

  • tra gli inquilini con contratto in essere si evidenziano le seguenti posizioni (per un totale di n. 146):

    •  
      • n. 5 con debito superiore ai 10.000 euro;

      • n. 15 con debito tra i 5-10.000 euro;

      • n. 23 con debito tra i 2-5.000 euro;

      • n. 14 con debito tra 1-2.000 euro;

      • n. 44 con debito tra 100-1.000 euro;

      • n. 45 con debito inferiore ai 100 euro;

  • tra gli inquilini cessati si evidenziano le seguenti posizioni (per un totale di n. 35):

    •  
      • n. 4 con debito superiore ai 25.000 euro;

      • n. 2 con debito tra i 2-5.000 euro;

      • n. 6 con debito tra 1-2.000 euro;

      • n. 14 con debito tra 100-1.000 euro;

      • n. 9 con debito inferiore ai 100 euro;

  • per alcuni nuclei sono state già attivate nel passato procedure per il recupero del credito tramite la messa a ruolo delle somme dovute o l'incarico a un legale per l'emissione di decreto ingiuntivo e sfratto per morosità (ultimo incarico: novembre 2004);

  • con nota del 31.05.2010 il Servizio comunicava alla Giunta Comunale lo stato di avanzamento di alcune delle pratiche legali attive per le opportune indicazioni di merito;


Considerato che:

  • ai fini di un'efficiente gestione amministrativa degli immobili è indispensabile che tutti paghino rispetto alle proprie capacità reddituali come sancito dalla LR 27/2007 e come altresì concordato in sede di approvazione dell'accordo locale per le locazioni agevolate ai sensi della legge 431/98 e deliberato in sede comunale con DGC n. 277 del 15/09/2009 per le locazioni di alloggi a libero mercato;

  • i canoni di locazione in essere sono già adeguati secondo quanto richiamato al punto 1 e pertanto risultano congrui rispetto alle dichiarazioni di reddito rese dagli stessi inquilini;

  • nell'ambito di un'efficace gestione delle locazioni, il controllo dei pagamenti e il recupero del credito si pongono quali attività d'obbligo da parte dell'ente gestore oltre che deterrenti di comportamenti degenerativi e di imposizione di regole contrarie al vivere comune;


Valutato che rispetto alle azioni già intraprese dal Comune di Desio per il recupero del credito le più efficaci, anche se dispendiose, sono risultate essere quelle affidate al legale – in particolare allo Studio Legale dell'Avv Ester Iacobucci in Desio – mentre risultati di minor rilievo sono stati ottenuti con la messa ruolo del debito o la rateizzazione concordata direttamente con gli uffici;


Ritenuto pertanto, per le motivazione di cui sopra, di provvedere al recupero del credito nei confronti degli inquilini/ex inquilini delle case comunali con le seguenti modalità:

  • affidamento di incarico al legale per morosità superiore ai 5.000 euro;

  • attivazione di ruolo coattivo per morosità tra 100-5.000 euro;

  • invio di solleciti di pagamento per morosità inferiore ai 100 euro;


...


DELIBERA


  1. di approvare le premesse quali integrante della presente;

  2. di prendere atto dei dati contenuti nei prospetti A, B e C conservati agli atti e riportanti il quadro complessivo della morosità al 31/12/2009 redatto dal Servizio Patrimonio e Demanio per complessivi € 454.026,25, di cui € 277.667,18 in capo a inquilini attivi ed € 176.359,07 a ex inquilini;

  3. di provvedere al recupero del credito nei confronti degli inquilini/ex inquilini delle case comunali con le seguenti modalità:

  • affidamento di incarico al legale per morosità superiore ai 5.000 euro;

  • attivazione di ruolo coattivo per morosità tra 100-5.000 euro;

  • invio di solleciti di pagamento per morosità inferiore ai 100 euro;


  1. di evidenziare pertanto le seguenti posizioni:

  • n. 24 da affidare a legale rappresentante per l'emissione di decreto ingiuntivo e attivazione di procedura di sfratto per morosità (prospetto D allegato) – per le posizioni per le quali risulta già in essere analogo procedimento si dovrà provvedere con l'aggiornamento dell'istanza pendente d'intesa con il legale rappresentante;

  • n. 103 da elaborare nell'ambito delle attivazioni dei ruoli coattivi tramite concessionaria (morosità tra i 100-5.000 euro);

  • n. 54 da sollecitare con nota comunale (morosità inferiore ai 100 euro);

  1. di demandare al Settore Affari Generali le attività di richiesta di preventivi a studi legali per all'affidamento dell'incarico di recupero

  2. credito;

  3. di mantenere in capo al Settore Lavori Pubblici e Patrimonio le attività di verifica, controllo e predisposizione dei fascicoli per singola posizione, nonché quelle di attivazione dei ruoli coattivi e dell'invio dei solleciti di pagamento;

  4. di dare atto che la presente non comporta impegno di spesa...

la Brianza apre alla privatizzazione dell'acqua

La Brianza apre alla privatizzazione dell'acqua


da Il Giorno
articolo di
MONICA GUZZI

 

 

Via libera a una gara esplorativa in vista dell'affidamento del 40 per cento del servizio idrico

NON È ANCORA un salto fra le incognite del libero mercato nel settore dell'acqua, ma è comunque un primo passettino verso la privatizzazione del servizio idrico.

LO HA COMPIUTO venerdì pomeriggio l'assemblea dei soci di Brianzacque (nella foto il laboratorio qualità), approvando, con il no del Comune di Nova Milanese e l'astensione di Camparada, la proroga del servizio alla società per un altro anno e il via libera a un avviso di pre-informazione, una sorta di gara esplorativa per la privatizzazione del 40 per cento. L'avviso consentirà di sondare il mercato per capire quale tipo di socio è interessato all'ingresso nell'azienda per la gestione del servizio. I settori aperti alla privatizzazione riguardano gas, luce, energia elettrica, smaltimento fanghi. «Tutti servizi - spiega il presidente di Brianzacque, Oronzo raho - che già oggi vengono svolti all'esterno. Ciò significa che il privato non entra organizzativamente nell'azienda». Una scelta preceduta e accompagnata da molte polemiche da parte di chi, centrosinistra in testa, teme la privatizzazione di un bene fondamentale come l'acqua. Non la pensa così la Provincia di Monza e Brianza, che ha proposto questa strada. «Era l'unica scappatoia di fronte a una legge che avrebbe altrimenti imposto la gara vera e propria - spiega l'assessore provinciale all'Ambiente, Fabrizio Sala -. Il 23 dicembre dovrebbe essere approvata la legge regionale e c'è la possibilità che nel decreto milleproroghe venga prorogato l'Ato di un anno, mentre a giugno è possibile che si svolga il referendum sulla privatizzazione». In questo panorama, la Provincia ha proposto agli altri soci (i 55 Comuni) di prorogare di un altro anno il servizio, aggiungendo la novità che ha mandato su tutte le furie il Pd: l'avviso di pre-informazione.
«Ad aprile l'autorità di vigilanza sugli appalti ha contestato la validità della proroga concessa nel 2009 a Brianzacque, imponendoci una formula che iniziasse la procedura di privatizzazione - continua Sala -. Rischiavamo l'affidamento stesso del servizio idrico a Brianzacque, così abbiamo trovato l'escamotage dell'avviso di pre-informazione, che è un passaggio non vincolante. Brianzacque emetterà l'avviso per la privatizzazione del 40 per cento, poi la palla tornerà all'Ato ma con un quadro normativo più chiaro». In pratica, la decisione vera e propria arriverà l'anno prossimo, ma i primi passi sono stati compiuti. «Una parte del Pd ne fa una questione ideologica, ma in realtà ci siamo mossi per mantenere la governance di Brianzacque in mano pubblica e difenderemo questa scelta anche in futuro - conclude Sala -. Tuttavia dobbiamo garantire anche la maggiore convenienza per i cittadini. La Brianza è in una situazione ottimale perché ha separato le reti dalla erogazione: la proprietà degli acquedotti resta in mano ai Comuni».

«ENTRO FINE ANNO emetteremo l'avviso per rientrare nella norma che prevede l'avvio della ricerca di partner privati - conferma il presidente di Brianzacque -. Premesso che siamo pronti a qualsiasi tipologia di affidamento, abbiamo preso atto della scelta dei sindaci di guardare anche all'aspetto finanziario. Questo ci permette di avere maggiore affidabilità. Brianzacque provvederà entro l'anno, previa riconferma di questa volontà da parte dell'assemblea. Questo è solo un avviso che sarà oggetto di un'apposita conferenza d'ambito».

Partito Democratico:«L'acqua deve restare un bene pubblico»
«NO ALL'INGRESSO dei privati nella gestione dell'acqua, che deve rimanere una proprietà dei cittadini. L'acqua è un bene pubblico e l'ingresso di soci privati esproprierebbe le società municipali che in questi anni hanno gestito rete ed erogazione in modo efficiente, economico e con garanzie per tutti, anche dal punto di vista degli investimenti necessari per migliorare le reti e la determinazione delle tariffe».
Lo sostiene il Pd, attraverso il segretario provinciale Gigi Ponti e il capogruppo Domenico Guerriero, i consiglieri regionali Enrico Brambilla e Giuseppe Civati, e i sindaci di Mezzago e Nova Milanese, Antonio Colombo e Laura Barzaghi, del comitato ristretto della Conferenza d'ambito territoriale (Ato). «Cercare partner privati - dice il Pd - rischia di penalizzare gli interessi della Brianza e va contro lo spirito autonomista e federalista. Un partner col 40 per cento rischia di avere il ruolo di socio di maggioranza relativa, potendo così condizionare la gestione in funzione del proprio interesse e profitto».

Provincia , Vigili: sette Comuni uniscono le forze

Provincia, Vigili: sette Comuni uniscono le forze

da Il Giorno
articolo di 
MARTINO AGOSTONI

 

Prime prove dell'accordo che coinvolge 217 agenti, 58 pattuglie, 22 cellulari e 25 moto
 

 

DA MONZA a Giussano, da Lissone a Desio, e poi Lesmo, Biassono e Vedano, il presidio del territorio dei vigili e i controlli si fanno in un solo modo.

CON AZIONI coordinate e collaborazione tra i rispettivi comandi della Polizia locale che, pur mantenendo ognuno la competenza sulla propria municipalità, uniscono le forze per garantire servizi più efficaci, continuativi e non limitati ai soli confini urbani di ogni Comune. Sono i presupposti del Patto intercomunale per la sicurezza urbana stipulato tra i sette Comuni brianzoli e finanziato dalla Regione. Si tratta di una convenzione che permette di pianificare attività che possono sommare le forze di ognuno dei comandi, arrivando a fare affidamento su 217 agenti complessivi, 58 pattuglie, 22 cellulari e 25 moto. Una prova è avvenuta giovedì, quando le sette Polizie locali hanno svolto assieme uno «Smart» (Servizio di monitoraggio aree a rischio del territorio) con coordinazione tra le varie pattuglie in modo da avere sul territorio la presenza costante dei vigili dalle 7 alle 20. Un'azione che ha permesso di svolgere sui 79 chilometri quadrati dei 7 Comuni 74 azioni di controllo, divise in 42 posti di controllo sulle strade, 7 verifiche ambientali o edilizie, 8 controlli nel settore commercio e 17 interventi di sicurezza urbana. Con un bilancio di fine giornata di 141 violazioni accertate complessivamente. In ogni territorio, ogni Comando ha usato le sue dotazioni tanto che sono stati i due vigili in servizio a Biassono ad aver accertato il maggior numero di violazioni perché sono stati gli unici ad avere l'ausilio del telelaser. Sulle strade degli altri sei Comuni invece si è preferita giovedì la più classica paletta. Ma, ieri, nel bilancio finale diffuso in modo congiunto dai sette Comuni la soddisfazione era uguale per tutti. Perché, sottolineano, «l'obiettivo dei vigili non è fare tante contravvenzioni, ma dare servizi di sicurezza sul territorio, efficaci e coordinati». La prima convenzione per il Patto intercomunale è in scadenza e l'interesse è di poter ricevere nuovi finanziamenti regionali per poter proseguire perché, dice l'assessore alla Sicurezza di Monza, Simone Villa, «si è rivelato un sistema strategico e utile per tutto il territorio».

ENTRA nei particolari tecnici Roberto Citterio, comandate facente funzioni dei vigili di Monza: «Il Patto itercomunale di sicurezza urbana ha l'obiettivo di fare sinergia tra le Polizie locali. I sette Comuni che si sono convenzionati ora condividono la centrale radio che è stata appena rinnovata con tecnologia digitale. Siamo in grado di collegare tutto il nostro personale in modo diretto, senza intermediazioni e anche se non funzionano le reti telefoniche. Le pattuglie hanno poi collegamenti satellitari mentre tutti i Comandi hanno la possibilità di contattare e riversare dati direttamente alla centrale operativa della Regione».

Desio, il fronte del no all'inceneritore si allarga ed è bipartisan

Desio, il fronte del no all'inceneritore si allarga ed è bipartisan

da Il Giorno
articolo di
  ALESSANDRO CRISAFULLI

 

— DESIO —
IL COMITATO per l'Alternativa al Forno Inceneritore allarga il fronte del "no". Riuscendo a coinvolgere sempre più cittadini dei comuni limitrofi, anche oltre quelli attigui di Varedo e Bovisio. E lo allarga anche a livello politico, visto che sono sempre di più gli esponenti delle varie forze, dell'una o dell'altra parte, che stanno partecipando alle iniziative di approfondimento promosse dal Comitato. Ultima la serata svoltasi giovedì nella Sala Pertini, riservata appunto a politici e operatori del settore, sul tema della gestione dei rifiuti in città e su tutto il territorio brianzolo. «L'incontro è stato organizzato sulla scia della visita all'impianto di riciclo di Vedelago a Treviso - racconta Paolo di Carlo, consigliere uscente di Desio 5 Stelle e da sempre uno dei membri più attivi del Comitato - che ha visto la partecipazione di numerosi politici locali, di centrodestra e di centrosinistra. Per giovedì, trattandosi di un argomento di respiro provinciale, sono stati invitati anche politici della Provincia e della Regione Lombardia, che però non hanno potuto partecipare per altri impegni. Siamo comunque soddisfatti di aver avuto riscontro da numerosi altri esponenti della zona». Dopo la proiezione di un video introduttivo che esponeva quelli che il Comitato ritiene dei rischi concreti per la salute dei cittadini, ha preso la parola Enzo Favoino, docente presso la Scuola Agraria del Parco di Monza ed esperto di gestione rifiuti di fama internazionale, che ha spiegato e ribadito in maniera molto chiara i vantaggi ambientali ed economici di soluzioni alternative all'incenerimento dei rifiuti. Fra i vari argomenti, si è parlato di ottimizzazione della raccolta differenziata (aspetti operativi, desiderabilità economica, tariffe) e di impianti di gestione a freddo del rifiuto urbano residuo. «Noi non molliamo la presa - spiega Di Carlo - siamo determinati ad andare avanti con la nostra battaglia e siamo contenti che sempre più gente si sta rendendo conto dell'importanza delle nostre iniziative e delle basi scientifiche che vi stanno sotto».
E il Comitato è sempre in attesa di un confronto con la Provincia di Monza e Brianza, che ha avviato l'iter per la redazione del Piano provinciale dei rifiuti in base al quale si deciderà la sorte dell'impianto desiano e del suo progetto, ben avviato, per il potenziamento: «Abbiamo avuto la promessa di un incontro - dice Di Carlo - ma aspettiamo da tempo si sapere quando si potrà concretizzare».

venerdì 17 dicembre 2010

Pedemontana, niente audizione. Provincia bidonata via mail

Pedemontana, niente audizione
Provincia «bidonata» via mail

Monza - Schiaffo di Pedemontana alla Provincia di Monza. È un vero e proprio incidente diplomatico quello che si è consumato martedì scorso nell'aula consiliare di via Grossi, dove era prevista l'audizione del direttore generale di Pedemontana Umberto Regalia presso la commissione competente. Regalia, però, non si è visto, e si è limitato ad inviare una mail che ha raggiunto la casella di posta elettronica del presidente di commissione Federico Romani intorno alle tredici: qualche scarna riga con cui il direttore generale ha comunicato la conclusione degli accordi per l'esproprio bonario delle abitazioni a Lentate, Seregno e Biassono, aggiungendo che per il futuro le richieste di incontro della Provincia dovranno prima passare attraverso l'amministratore delegato Salvatore Lombardo.

Uno sgarbo, secondo i consiglieri presenti in commissione, di cui non si potrà fare finta di niente, anche perché metterebbe seriamente in bilico la credibilità stessa dell'ente provinciale, come è stato spiegato trasversalmente nei diversi interventi: «Pedemontana ci prende in giro – ha tuonato – Vittorio Pozzati (Pd): in tanti anni di politica non mi è mai capitata una cosa del genere. Oggi (martedì scorso, ndr) oltretutto non perdiamo solo tempo, ma rappresentiamo anche un costo inutile per la collettività».

L'irritazione è ancora maggiore, considerando che è la seconda volta che accade: «Regalia – ha aggiunto Domenico Guerriero (Pd) - non può comunicarci la sua assenza un'ora prima dell'audizione. Evidentemente Pedemontana intende passare sopra alla testa dei cittadini e delle istituzioni. L'ultima volta ci parlava dell'opera con il bando più oneroso d'Europa, alla quale sono interessate almeno due istituti bancari internazionali: avrei voluto chiedergli quali sono? Questa situazione è ridicola. Allora ha ragione chi sostiene che le Province non servono».

Non è stata da meno Paola Gregato (Lega Nord): «Sottolineo la mancanza di rispetto nei confronti della istituzioni e dei cittadini: il consiglio provinciale è stato messo da parte e non è la prima volta che questo succede». Roberto Trezzi (Lega Nord) si è detto «perplesso per il comportamento di Pedemontana», sottolineando la mancanza di rispetto verso chi mette la sua faccia con i cittadini. «Mi risulta – ha concluso Adriano Poletti (Pd) – che Regalia alle audizioni della Provincia di Milano si sia sempre presentato. Perché con Monza si può permettere di comportarsi così? Chiederemo provvedimenti nel consiglio provinciale di giovedì».

Non si è fatta attendere la replica di Pedemontana, per voce del suo amministratore delegato Salvatore Lombardo: «La nostra società è sempre aperta al dialogo e al confronto con le amministrazioni comunali e provinciali per le importanti implicazioni ambientali e sociali dell'opera, nello specifico per la Provincia di Monza e Brianza, da settembre a oggi già in due occasioni, dirigenti di Autostrada Pedemontana Lombarda spa hanno partecipato con soddisfazione a incontri con la commissione Infrastrutture dell'Ente provinciale, mentre nessun appuntamento è stato ancora calendarizzato con le altre quattro Province interessate dall'opera».
Luca Scarpetta

giovedì 16 dicembre 2010

Desio, scontro tra dipendenti e amministrazione sul fondo di produttività

Desio, scontro tra dipendenti e amministrazione sul Fondo di produttività

da Il Giorno
articolo di
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

— DESIO —
URLA, FISCHI, INSULTI. Ci mancava poco che qualcuno perdesse completamente la bussola. Il tutto non in uno stadio, non in una piazza, bensì in una sala comunale all'interno del municipio. Protagonisti della rivolta di massa i circa 200 dipendenti del Comune di Desio che martedì mattina hanno invaso la sala Pertini al primo piano per la tanto attesa assemblea con il segretario generale Luca Sparagna (l'ennesima peraltro) con all'ordine del giorno il Fondo di produttività che aspettano da tempo.

UN FONDO CHE pare ammontasse a circa 200 mila euro totali, rosicati lentamente dalle scelte dall'alto (per limitare le uscite e riuscire a stare dentro il Patto di Stabilità), fino all'ultima offerta messa sul piatto di 20 mila euro: un decimo, briciole. Una riunione che si è subito scaldata, con il clima che si è fatto incandescente. Bersaglio delle proteste proprio Sparagna, trovatosi a gestire una situazione molto ingarbugliata, che affonda le radici negli anni passati e in una serie di scelte delle scorse amministrazioni contestate dai sindacati.
Non a caso le organizzazioni territoriali della funzione pubblica della Cgil e della Cisl hanno promosso un ricorso al tribunale di Monza, sezione lavoro, "per comportamento antisindacale del Comune di Desio". E domani il giudice dovrebbe dare una prima valutazione, cercando di trovare un accordo per evitare che si finisca in aula. «Ci vediamo in tribunale!», è stato l'addio del segretario dalla riunione di martedì, accerchiato dai dipendenti imbufaliti, a testimonianza di una situazione molto critica e difficile da risolvere. La rabbia dei dipendenti nasce non solo dai soldi che sentono come un loro diritto, «ma anche per la disparità di trattamento con i dirigenti, che invece hanno ricevuto e continuano a ricevere soldi su soldi...».

«SAPPIAMO CHE ci sono i problemi per il Patto di Stabilità - dice uno di loro - ma perchè devono valere solo per noi? Allora è più giusto che i sacrifici siano per tutti. Il nostro è sempre un lavoro ordinario, il loro invece da premiare. Chissà perchè i dirigenti, che guadagnano fior di stipendi, raggiungono sempre gli obiettivi e noi, che andiamo avanti con 1.200 euro al mese, no».

 

mercoledì 15 dicembre 2010

imprenditori non denunciano - 'ndrangheta verso rito abbreviato

''Imprenditori non denunciano''
Ndrangheta, verso rito immediato

 

"Nonostante l'operazione di luglio contro la 'ndrangheta che ha dimostrato la presenza in Lombardia e nel Nord della criminalità mafiosa gli imprenditori non denunciano estorsioni e usura. A noi continua a non arrivare nulla". Lo ha detto il pubblico ministero milanese Ilda Boccassini in una conferenza stampa tenuta al termine di un incontro operativo con il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone in cui tra l'altro è stato annunciato che domani la procura di Milano chiederà il processo con rito abbreviato per 174 persone arrestate nel luglio scorso con l'accusa di associazione mafiosa, una cinquantina in Brianza. A Reggio Calabria invece a gennaio la procura chiederà il processo per altri indagati ma con il rito ordinario. "La ragione è che abbiamo problemi di organizzazione e di risorse", spiega Pignatone.

martedì 14 dicembre 2010

Desio, la Bicocca scappa: troppi guai al Polo d'eccellenza

Desio, la Bicocca scappa:troppi guai al Polo d'eccellenza

da Il Giorno
articolo di
  ALESSANDRO CRISAFULLI

 

Problemi agli impianti e scarsa pulizia: i corsisti del master tornano in sede

— DESIO —
IL FALLIMENTO dell'Amministrazione comunale uscente continua a portarsi dietro strascichi negativi. Uno degli ultimi è relativo all'insediamento universitario presso il Polo d'Eccellenza, nel capannone che gli Addamiano hanno ceduto al Comune nell'ambito della maxi operazione complessiva di riqualificazione dell'ex Autobianchi.

UN CAPANNONE che sembra proprio non avere pace, fra la vicenda dell'ipoteca che vi graverebbe sopra oggetto di verifiche legali, e i vari problemi tecnico-gestionali. Proprio questi ultimi hanno costretto la Bicocca a scappare da Desio, sede scelta per alcuni master della facoltà di Economia. Troppi guai con gli impianti, da quello elettrico al riscaldamento, fino a carenze di pulizia. E adesso - dopo pochi mesi di difficile convivenza - il rischio è che la Bicocca decida di abbandonare per sempre Desio, anche perché i 30 corsisti del primo master in Amministrazione e controllo aziendale non ne potevano davvero più dei disagi e degli imprevisti, come di trovarsi chiusi i cancelli d'ingresso prima di una lezione. Un altro smacco per la città. «In effetti ci sono stati tanti problemi - conferma Massimo Saita, preside della Facoltà di Economia, che aveva preferito Desio a Monza, parlando il giorno dell'inaugurazione di uno spazio moderno e funzionale e a disposizione - come il funzionamento del riscaldamento e la pulizia. Di recente il Comune ci ha chiesto di spostarci nella sala Pertini in municipio per le lezioni, in modo da fare lavori di ristrutturazione. Ma il municipio è più lontano dalla stazione, gli studenti che arrivano da varie zone si sono lamentati, anche perché lì il parcheggio è a pagamento. Insomma, le ulteriori difficoltà ci hanno spinto a fare gli ultimi mesi di master, da qui a marzo, presso la Bicocca». Dunque, niente più studenti a Desio, e pensare che proprio un anno fa, alla presentazione, si parlava dell'inizio di una grande collaborazione, di altri due master in previsione, di un centinaio di ragazzi e ragazze che a regime avrebbero frequentato il presidio desiano. Invece, «all'inizio l'accordo con il Comune era per tre anni - aggiunge Saita, che non nasconde l'amarezza - ma poi loro si sono tirati indietro, per problemi economici, ed è rimasto confermato solo questo primo master. Adesso faremo inevitabilmente le nostre considerazioni: se il Comune ci farà nuove proposte, le valuteremo». Ma i toni del preside sembra lasciar intendere un finale già scritto, con l'addio da Desio. «In ogni caso - dice Saita - non vogliamo fare polemiche e non ci sono stati disaccordi, bisogna solo tenere conto delle reciproche esigenze». Alla presentazione dello scorso dicembre le idee erano tante, come master rivolti alle piccole e medie banche del territorio brianzolo, e perfino un corso per cinesi. «Con la creazione di questo Polo - diceva l'allora vicesindaco Vincenzo Bella - Desio si candida a diventare il punto di riferimento per la formazione specialistica di Economia».

lunedì 13 dicembre 2010

Pedemontana: cambiare si può

Pedemontana: cambiare si può

Bovisio Riunione Pedemontana

L'autostrada Pedementona, è certo, si farà, ma il progetto definitivo, 3 corsie di marcia per lato, corsia di emergenza e spartitraffico, è terrificante, una Milano-Bologna che passa tra le case. I tre comitati che hanno organizzato la serata a Bovisio venerdì 3 dicembre, da tempo si stanno dando da fare nel denunciare "un progetto sbagliato che è il frutto di compromessi politici e non di una valutazione tecnica e trasportistica". Hanno raccolto 4000 firme, hanno aperto siti di informazione, hanno presentato le proprie osservazioni a tutti gli enti coinvolti, si sono seduti ai tavoli di trattativa con Pedemontana e infine, scontrandosi immancabilmente contro il muro di gomma delle istituzioni, hanno cercato di rimediare alla disinformazione dilagante e all'apatia generalizzata con alcune iniziative di dibattito pubblico.

Ma soprattutto per evitare lo scempio del territorio e la costruzione di un'autostrada in rilevato, che invece avrebbe dovuto essere interrata, hanno fatto un passo decisivo: sono ricorsi al Tar, ritenendo che il progetto della società Pedemontana contenga al suo interno gravi difetti. Difetti peraltro ammessi dalla stessa regione Lombardia che in un suo documento ufficiale riconosce "l'inadeguatezza della soluzione proposta, in quanto determina una sovrapposizione di flussi di traffico gerarchicamente e direzionalmente differenti con conseguenti condizioni di deflusso non accettabili". Per non parlare di una delibera di Giunta regionale in cui si afferma che "il parziale potenziamento della Milano Meda produrrà effetti di congestione sulla viabilità locale in conseguenza della chiusura di alcuni svincoli attualmente presenti".

In sostanza, ricorrendo alla giustizia amministrativa, i tre comitati vogliono bloccare l'attuale progetto e ripartire da capo con una nuova soluzione, questa volta però che tenga conto delle esigenze dei cittadini e della salvaguardia del territorio. E se il Tar accoglierà il loro ricorso, Pedemontana dovrà ricominciare da zero e cambiare piano.In sostanza, ricorrendo alla giustizia amministrativa, i tre comitati vogliono bloccare l'attuale progetto e ripartire da capo con una nuova soluzione, questa volta però che tenga conto delle esigenze dei cittadini e della salvaguardia del territorio. E se il Tar accoglierà il loro ricorso, Pedemontana dovrà ricominciare da zero e cambiare piano.

I tre comitati quindi nell'assemblea della scorsa settimana hanno illustrato ai presenti il futuro che ci attende, denunciando le conseguenze della realizzazione del progetto definitivo e in particolar modo hanno chiesto di essere sostenuti nel loro cammino sulla via del ricorso al Tar, condividendone la battaglia, sostenendo le spese legali e organizzando incontri pubblici.
All'arrivo di Pedemontana le reazioni fino ad ora sono state le più svariate: fregarsene, sperare o illudersi che non si realizzi, salire sul carrozzone dei finanziamenti per le opere di compensazione, come hanno fatto le amministrazioni locali, oppure, come loro, tentare di fermare il progetto per proporne uno in alternativa.

Ed ecco allora che la parola passa all'architetto Enriquez, urbanista e docente al Politecnico, erede della tradizione culturale e progettuale dell'architetto Giuseppe De Finetti (1892-1952) che durante e dopo gli anni del fascismo si batté per un diverso sviluppo di Milano. Enriquez cita direttamente le parole dell'architetto milanese per "scongiurare che i praticoni o i cosiddetti uomini d'azione prendano la mano" e invita i presenti a precederli cercando di "fissare qualche concetto fondamentale per lo sviluppo della città, che valga a difenderla dagli improvvisatori".
Dopo aver precisato che giornali e televisione scambiano per l'inizio dei lavori della Pedemontana qualcosa che altro non è se non l'innesto della rotatoria di Cassano Magnago ( progetto appaltato nel 2008 e vinto da Impregilo), l'architetto Enriquez entra nei dettagli tecnici della questione.

Il suo discorso si concentra sulla tratta denominata B2 compresa cioè tra lo svincolo di Meda e di Bovisio Masciago. Dal progetto preliminare del luglio 2005, il cui totale interramento dell'autostrada avrebbe finalmente ricomposto le parti del territorio divise in due dalla Milano-Meda, si è passati ad progetto definitivo che ribalta completamente il precedente. Il tracciato stradale avrà una larghezza minimq di 32 m., contro gli attuali 20 e correrà in parte in superficie e in parte in rilevato sotto gallerie artificiali alte 18 metri, creando una nuova barriera artificiale, una collina cioè alta quasi sei piani. Infine, all'altezza di Bovisio, il tratto della Pedemontana che prosegue in direzione della tangenziale est, si raccorderà su di una rotatoria altamente congestionante.

Se si adotterà il progetto definitivo, inevitabilmente aumenteranno il traffico, il rumore e l'inquinamento atmosferico. Sarà stravolto il paesaggio e gli abitanti della zona, oltre a essere costretti a pagare il pedaggio, subiranno una svalutazione economica degli immobili.
Il progetto proposto dai comitati invece mira ad altri obbiettivi: mantenere i tratti autostradali in galleria profonda nell'attraversamento delle zone densamente abitate al posto delle barriere antirumore o della sostituzione degli infissi proposte da Pedemontana, eliminare il pedaggio, realizzare un grande parco lineare sul vecchio tracciato della Milano-Meda e sostituire la rotatoria con un nuovo ponte di scavalcamento dell'autostrada.

Per come è stracolma la sala significa che il messaggio sta arrivando a destinazione e c'è da scommettere che non rimarrà inascoltato, tanto più che altri comitati prendono la parola e invitano ad unirsi nella battaglia contro quello che è un'altra minaccia alla salute pubblica, ovvero il potenziamento della Rho Monza a Paderno Dugnano (14 corsie di autostrada più quattro di complanari con un aumento di veicoli da 80 a 240 mila).

L'appello a mobilitarsi per modificare il progetto definitivo è rivolto anche alle amministrazioni locali, affinché "facciano un passo indietro, ascoltino i propri cittadini e costituiscano un fronte unico nel difendere il proprio territorio dai moderni predatori".
Il messaggio conclusivo della serata è molto chiaro. Chi chiede un altro progetto per il tratto B2 della Pedemontana, da questo momento sa che può ottenere la sospensione del progetto definitivo, scegliendo di appoggiare il ricorso al Tar. Dunque, cambiare si può. E alla luce delle valutazioni avanzate finora dai tre comitati, vien spontaneo concludere che cambiare si deve.

In attesa della sentenza del Tar, i comitati danno appuntamento all'assemblea che si terrà prossimamente a Desio. Per qualsiasi informazione e sostegno: contattare civessevevo@libero.it; cives.bovisiomasciago@gmail.com; noipercesano@hotmail.it .

Articolo di Elena Bertani

venerdì 10 dicembre 2010

Ambiente e Comuni: altri tre dell'ovest Brianza sottoscrivono il 20-20-20

Ambiente e comuni: altri tre dell'ovest Brianza sottoscrivono il 20-20-20    
Ambiente
Scritto da Lorenzo Giglio   
Venerdì 10 Dicembre 2010

www.mbnews.it

"L'unione fa la forza". È quello che hanno sicuramente pensato i comuni di Barlassina, Varedo e Bovisio Masciago quando hanno deciso di aderire alla campagna internazionale "Patto dei Sindaci", un'iniziativa sottoscritta dalle città europee che si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 attraverso una migliore efficienza energetica e una produzione e un utilizzo più sostenibili dell'energia.

Il progetto sottoscritto è stato anche premiato dalla fondazione Cariplo con il contributo di 60.000 euro, un fondo che aiuterà i tre comuni dell'ovest Brianza a raggiungere l'obbiettivo di una riduzione entro il 2020 del 20% delle emissioni nell'aria di Co2, l'aumento del 20% di produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili e l'aumento dell'efficienza energetica del 20%.

«Mentre da una parte abbiamo Enti Pubblici consapevoli del ruolo giocato dalle città nelle emissioni di CO2 e interessati ad attuare politiche di riduzione volontarie – afferma Simone Paleari, Direttore di InnovA21 – dall'altra abbiamo uno scenario economico sfavorevole, caratterizzato da una estrema penuria di risorse. In questo contesto l'azione di Fondazione Cariplo rappresenta un aiuto indispensabile per l'attuazione di molte azioni virtuose per la sostenibilità: in questo periodo di profonda crisi, il fondo inizialmente destinato a questo Bando (2.000.000 €), a fronte delle numerose richieste è stato addirittura incrementato a oltre 3.200.00 €. Questo ulteriore sforzo è la prova del sostegno dalla Fondazione a Enti locali e associazioni per la promozione e l'attuazione dello sviluppo sostenibile del territorio».

Il progetto permetterà di predisporre un inventario delle emissioni di gas climalteranti, con lo scopo di quantificare le emissioni che avvengono sul territorio comunale e conseguentemente di redarre un Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile che identifichi obiettivi e azioni da realizzare entro il 2020. Il progetto sarà svolto da tre soggetti: le Amministrazioni Comunali, un consulente tecnico/scientifico (Aldar srl) e Agenzia InnovA21 per lo Sviluppo Sostenibile (www.agenziainnova21.org), di cui i tre comuni sono soci

Desio, il Commissario nomina un legale per il debito Immobiliare Corso Italia

Desio, il commissario nomina un legale per il debito Immobiliare Corso Italia

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

La società, in cui c'era anche Ponzoni, deve al Comune 13.000

— DESIO —
NON HA PERSO UN ATTIMO il commissario prefettizio Maria Carmela Nuzzi e fin dalle prime sue visita in Comune a Desio ha subito messo mano a questioni spinose, che magari si trascinavano da anni senza soluzione, cercando di difendere il Comune e i suoi diritti, ad esempio nei confronti dei debitori. E in questo ambito, una delle primissime delibere siglate da lei riguarda il debito della Immobiliare Corso Italia srl, una delle società facenti capo qualche anno fa al consigliere regionale Massimo Ponzoni.

NEI GIORNI SCORSI il commissario ha affidato l'incarico a un legale, l'avvocato Alberto Marelli di Milano, per l'escussione della fidejussione a garanzia del pagamento del debito stesso, che ammonta a quasi 13 mila euro e riguarda il mancato pagamento di un condono «per violazioni edilizie eseguite presso un immobile di corso Italia a Desio», una palazzina costruita dalla società, in liquidazione, tra i cui soci figurava proprio il politico brianzolo. Violazioni riguardo a cantine e mansarde. Una delle tante vicende spinose che hanno riguardato negli ultimi tempi Ponzoni («vicenda vecchia che non mi riguarda», la bollò tempo fa), invischiandolo in un tourbillon di polemiche. Ma al di là delle vicende politiche, con le relative accuse e difese dell'una e dell'altra parte, il commissario ha deciso che "le chiacchiere stanno a zero" e occorre porre la parola fine: per questo ha ricucito per filo e per segno le ultime tappe della vicenda nella sua delibera. Prima, l'1 ottobre, il provvedimento del Direttore Settore Governo del Territorio e Ambiente a mezzo del quale è stata dichiarata la decadenza del piano di rateizzazione approvato il 22 febbraio 2010, («decadenza conseguente il mancato pagamento del rateo», è spiegato nel documento); quindi la contestuale diffida verso il liquidatore dell'Immobiliare Corso Italia S.r.l. a versare la somma corrispondente al debito, pari a 17.961,49 euro, entro il 12 ottobre; «dato atto che nel termine il soggetto ingiunto non ha provveduto al pagamento di quanto dovuto - è spiegato - e che a garanzia del pagamento delle rate di cui alle ingiunzioni di pagamento, è stato depositato atto di fidejussione emesso dalla Prodige S.C.p.A. a favore del Comune di Desio", è stato appunto approvato l'incarico al legale per riscuotere la somma.

giovedì 9 dicembre 2010

Seregno, la Pedemontana sfratterà decine di famiglie a San Giuseppe

Seregno, la Pedemontana sfratterà decine di famiglie al S. Giuseppe

da Il Giorno
articolo di
  MARIO GALIMBERTI

 

— SEREGNO —
DODICI EDIFICI, due palazzine in via Sassari abitate da tre famiglie e un insediamento produttivo saranno demolite per fare spazio alla Pedemontana. La parte più colpita di Seregno è quella del rione S. Giuseppe, al confine con Desio, dove fra l'altro verrà creato un mega svincolo.

GLI SFRATTATI dovranno andarsene entro ottobre del prossimo anno. L'assessore ai quartieri Riccardo Liviero ha avvertito gli interessati di non prendere per il momento impegni in merito ad eventuali acquisti di terreni. Ma quello che allarma e preoccupa i futuri sfrattati è che nessuno finora in forma ufficiale li ha ancora avvertiti nè tanto meno ha parlato di risarcimenti in loro favore. Le famiglie stanno vivendo una situazione che giorno dopo giorno diventa sempre più insostenibile. Particolarmente colpiti i residenti delle vie Salgari, Lorca, de Santis e Machiavelli al confine con Desio oltre il passaggio a livello della ferrovia Milano-Como-Chiasso. «Un vero incubo quello che stiamo vivendo - hanno precisato alcuni componenti di questi nuclei famigliari - se pensiamo che dobbiamo lasciare le nostre case, il quartiere dove siamo nati e in cui abbiamo sempre vissuto, e non per nostra volontà. Quando siamo stati avvertiti di quanto accadeva, l'amministrazione comunale ci aveva spronati a trovare altri alloggi o terreni per costruire nuove villette come quelle che attualmente occupiamo. Abbiamo avuto anche diversi incontri in Comune, poi è calato un silenzio che ci preoccupa perchè nessuno si è più fatto sentire. Abbiamo solo ricevuto una lettera dell'assessore Liviero dove affermava che l'amministrazione comunale stava valutando la situazione per avere un quadro generale. Poi basta».

PER QUESTE FAMIGLIE che dovranno andarsene ci sarebbe un'area libera in zona Porada che rientra nel parco locale di interesse sovracomunale e ci sono altre aree comunali ma l'iter burocratico potrebbe allungare i tempi. Intanto gli interessati continuano a vivere nell'angoscia, i mesi passano e loro non sanno dove andranno ad abitare, ammesso e non concesso che poi sia di loro gradimento. Da parte sua l'amministrazione comunale sta facendo da tramite tra le famiglie che verranno sfrattate e la direzione della Pedemontana per cercare di trovare un accordo sul piano economico e sul valore dei fabbricati che dovranno essere demoliti.
Un'altra ipotesi prevede che sia lo stesso ente a provvedere direttamente alla costruzione dei nuovi fabbricati in un'altra parte della città. Purtroppo per quanti dovranno abbandonare queste case a tutt'oggi non vi è ancora alcuna certezza sulla loro destinazione.

Desio, parla l'ex sindaco Mariani : "sicuramente mi ricandido"

Desio, parla l'ex sindaco Mariani: «Sicuramente mi ricandido»

da Il Giorno
articolo di
LAURA BALLABIO

 

«Non so ancora se correrò da solo con la mia lista civica o alleato con altri»

— DESIO —
L'UNICA cosa che fin dai primi giorni è stata chiara nei pensieri di Giampiero Mariani è che alla prossima tornata elettorale lui ci sarà. Se correrà da solo, con la sua lista civica, o deciderà di allearsi con qualche altro partito è ancora troppo presto per dirlo. «Mi ripresentero» ha tuonato senza tentennamenti l'ex sindaco di Desio Giampiero Mariani. In questi giorni il primo cittadino si è preso un breve periodo di riposo. Due settimane per riflettere e soprattutto per cercare di ritrovare un po' di morale dopo la batosta arrivata con le dimissioni in massa dei 17 consiglieri (Pd, Idv, Desio Viva, Desio 5 Stelle e Lega Nord) firmate lo scorso 27 novembre. «Dieci, quindici giorni di tranquillità per riprendermi dalla delusione delle scorse settimane. Tutto quello che è stato detto su di me non è vero. Non sono un criminale, non sono legato all'ndrangheta ne tanto meno alle persone mafiose – ha raccontato Mariani contattato ieri pomeriggio al telefono -. Il Partito democratico era all'opposizione e non ha fatto ne più ne meno del suo mestiere. La Lega Nord invece mi ha deluso. Non hanno capito niente e io li considero soltanto dei bambinoni».

ALL'APPUNTAMENTO con il commissario prefettizio che lunedì mezzogiorno si è tenuto in sala Giunta l'ex sindaco non ha partecipato. «Ho incontrato il commissario nei giorni precedenti e la mia assenza, visto che si trattava di un incontro politico e il sindaco è sopra le parti, era già stata ampiamente annunciata. Durante il colloquio abbiamo parlato dei temi urgenti da affrontare. Il Cda della Casa di riposo è scaduto lo scorso 30 novembre ed è stato rinnovato per altri sei mesi. La comunicazione è già stata inoltrata alla Regione».
Il suo futuro in politica è certo. Rimane ancora poco chiaro come vorrà gestire i rapporti con gli alleati, che negli ultimi mesi gli hanno sicuramente provocato tanti grattacapi. Possibile data per tornare alle urne potrebbe essere il 27 marzo 2011. «Adesso il quadro è nebuloso ma sicuramente mi ripresenterò alle prossime elezioni. Non so con chi. Potrei correre anche da solo con la mia lista civica come nelle elezioni del 2000 quando poi ho fatto il vicesindaco – ha voluto essere evasivo Mariani non scoprendo ancora le carte - Lega e Pdl insieme? Chi può escluderlo ci sono le elezioni a Milano e se a livello nazionale decidono così… Il Pdl come mio alleato? Dipenderà dal tante cose. È troppo presto per parlarne ma sicuramente il Pdl ha bisogno di una doccia molto forte e molto potente».

venerdì 3 dicembre 2010

Desio, Seregno, Giussano, Cesano Maderno: 'ndrangheta, tutti i sequestri

Desio, Seregno, Giussano, Cesano
'Ndrangheta, tutti i sequestri

Gli uomini della Guardia di finanza "sigillano" un appartamento (Foto by MONZA)

Una ventina di beni, tra appartamenti, terreni, magazzini e capannoni, sono stati sequestrati ieri mattina in Brianza dalla Guardia di Finanza di Milano, nell'ambito dell'operazione "Infinito" che ha portato lo scorso luglio all'arresto di oltre 300 affiliati della 'ndrangheta, di cui più della metà in Lombardia. Il maxisequestro preventivo ha coinvolto in pieno il territorio brianzolo, in particolare a Desio, Seregno, Cesano Maderno, Giussano e Cabiate, dove erano attivi i "locali" scoperti e sgominati la scorsa estate dai carabinieri del nucleo investigativo di Monza e delle compagnie di Desio e Seregno, coordinati dal sostituto procuratore di Monza Salvatore Bellomo. Le indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano al Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza hanno dimostrato la disponibilità effettiva degli immobili agli affiliati, anche se spesso i beni erano intestati a famigliari o prestanome.
Nel complesso, l'operazione di ieri, denominata "Neverending", ha portato al sequestro di beni per 15 milioni di euro: 39 abitazioni, 37 box, 14 locali commerciali o magazzini, 6 aree edificabili nelle provincie di Monza, Milano, Varese, Pavia, Bergamo, Como, Lecco, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria. In Brianza sono stati individuati beni riconducibili agli affiliati finiti in carcere lo scorso mese di luglio, membri dei "locali" di Desio e Giussano-Seregno.
I sequestri a Desio - In particolare, a Desio sono stati posti i sigilli A un terreno riconducibile a Pio Domenico; una porzione di fabbricato in via Lampugnani 4, un capannone in via Milano 89, un appartamento di via Pallavicini 54 di Natale Marrone.
Cesano Maderno - A Cesano spicca una villa, in via Verbano 1, su tre piani, riconducibile sempre a Natale Marrone. E ancora, a Cesano sono stati sequestrati un altro appartamento di Ignazio Marrone (fratello di Natale) e un secondo appartamento di Giuseppe Sgrò, in via della Liberazione.
Seregno - A Seregno sotto sequestro un magazzino in via Galilei, di Pio Domenico, un'abitazione in via Rossini 57 di Antonino Tripodi, un laboratorio artigianale in via Marsala 30 di Natale Marrone, un appartamento in via Edison di Francesco di Palma e un appartamento in un residence, in via Umberto I riconducibile agli eredi di Rocco Cristello. Al fratello di Rocco, Francesco, era intestato anche un box autorimessa di Cabiate. Sempre a Cabiate sono stati sequestrati un fabbricato (via Istria) e una villetta (via Venezia).
Giussano - A Giussano sotto sequestro un terreno, un'abitazione in via Cavour riconducibile a Claudio Formica e altri due appartamenti in via Boito di Antonino Stagno.
I sequestri, disposti dal Gip di Milano Andrea Ghinetti, sono finalizzati alla confisca. Le indagini hanno rivelato infatti una sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato dagli indagati. Molti di loro risultavano nullatenenti, ma poi riuscivano a pagare il mutuo per comprare case e terreni. Alcuni dei beni sequestrati stavano per essere venduti; per questo i pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano coordinati da Ilda Boccassini hanno disposto il sequestro d'urgenza di tutti i beni individuati nelle indagini patrimoniali, che hanno coinvolto 1600 persone. "L'aggressione al patrimonio dell'ndrangheta è avvenuto grazie a una sinergia operativa",
 hanno sottolineato in conferenza stampa il generale Attilio Jodice, comandante provinciale della Guardia di Finanza, e il colonnello Sergio Pascali, comandante provinciale dei carabinieri.
Paola Farina

'ndrangheta, maxi sequestro di beni

www.repubblica.it

'ndrangheta, maxi sequestro di beni
appartamenti e box per 15 milioni

L'operazione condotta dalla guardia di finanza tra Milano e Reggio per l'inchiesta Infinito
A breve i pm chiederanno il processo con rito immediato per 180 affiliati arrestati a luglio
 

E' di circa 15 milioni di euro il valore dei beni immobili sequestrati dalla guardia di finanza di Milano in diverse province della Lombardia e a Reggio Calabria. Si tratta in particolare di appartamenti, box e cantine. Il sequestro preventivo è finalizzato alla confisca ed è stato disposto dal gip Andrea Ghinetti nell'ambito dell' inchiesta Infinito coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Alessandra Dolci e condotta dai carabinieri di Monza e dal Ros di Milano.

I tre pm a breve dovrebbero chiedere di processare con rito immediato le circa 180 persone arrestate in Lombardia quasi tutte lo scorso luglio.

giovedì 2 dicembre 2010

appalto teleospedale, indagato il direttore di Desio-Vimercate

Appalto Teleospedale, indagato
il direttore di Desio - Vimercate

  • 2 dicembre 2010   www.ilcittadinomb.it

Il direttore generale dell'azienda ospedaliera di Desio e Vimercate Maurizio Amigoni (Foto by Max Spinolo)

Desio/Vimercate - Anche il direttore generale dell'azienda ospedaliera di Desio e Vimercate Maurizio Amigoni risulta indagato nell'inchiesta della Procura di Milano, venuta alla luce in settimana, rivelata dal Corriere della Sera. Il nome del manager a capo dell'azienda brianzola figura tra i 9 destinatari di un avviso di garanzia, per un giro di tangenti relative agli appalti di una televisione interna agli ospedali. In particolare, l'accusa per Amigoni è di turbativa d'asta.

Lo conferma lo stesso dirigente, che preferisce non commentare. "C'è un'indagine in corso,non posso dire nulla" afferma il direttore. L'attenzione del pm di Milano Fabio De Pasquale è rivolta all'appalto di "Teleospedale", un canale televisivo a circuito chiuso, da installare nelle corsie e nelle stanze degli ospedali lombardi. I promotori dell'iniziativa, Alberto Uva, titolare della società Global Brain ed ex consulente dell'ex ministro leghista Roberto Castelli, e Bruno Della Negra, proprietario della concessionaria pubblicitaria "Multimedia Hospital, sono indagati.

A Uva viene contestata anche l'istigazione alla corruzione. L'indagine è partita da un esposto del capogruppo del Carroccio in Regione Stefano Galli che nel settembre 2009 ha denunciato di aver rifiutato un'offerta di 15 mila euro da parte dello stesso Uva per accelerare gli appalti della tv nelle strutture sanitarie lombarde. La prima gara sarebbe stata effettuata proprio nell'azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, nell'agosto 2009. Del caso sospetto si parlò anche in consiglio regionale, con una mozione presentata nell'ottobre 2009 dal consigliere dell'Italia dei Valori Stefano Zamponi, che chiedeva chiarezza all'assessore alla Sanità Luciano Bresciani.

"Nell'appalto ci sono alcune anomalie. Innanzitutto il era ristretto. La gara durò pochissimo, dal 29 agosto al 29 settembre, a fronte, invece, dell'oceanica durata di 96 mesi, cioè 8 anni, per un sistema a costo zero per la Regione, da finanziarie esclusivamente attraverso proventi di sponsor e inserzionisti pubblicitari. La notizia non fu nemmeno pubblicizzata. Mi è stato riferito che c'era già il vincitore. La mia convinzione è che ci sia stato il tentativo di mettere le mani sull'informazione in esclusiva negli ospedali da parte di qualche determinato soggetto che opera nel settore". L'Idv chiese la riapertura del bando, che slittò al 15 dicembre. "Noi lo avevamo detto" afferma oggi Zamponi. "Ai tempi, Bresciani disse di non saperne nulla". Tra i 9 indagati c'è anche il capo di gabinetto dell'assessore, Simone Rasetti. Paola Farina

mercoledì 1 dicembre 2010

Pedemontana: cambio di rotta o no?

Pedemontana: cambio di rotta o no?

Pedemontana

Leggendo le dichiarazioni di intenti tra l'assessore regionale al territorio Belotti e l'assessore provinciale alla Pianificazione territoriale e parchi della Provincia di Monza e Brianza, Antonino Brambilla, le basi per una alleanza tesa a salvaguardare il territorio brianzolo dalla colata di cemento, che potrebbe arrivare con la costruzione di Pedemontana, sembrano gettate.

E' infatti al via uno studio finanziato dagli enti Provincia e Regione per le tre macro aree brianzole (brianza occidentale, Monza e brianza Centrale, brianza orientale) e contemporanemaente parte la richiesta da parte della Provincia per disporre di una legge a tutela del territorio.

Le perplessità però rimangono. Non a caso è proprio l'assessore Brambilla a mettere le mani avanti e a parlare di una guerra condotta coi "fucili di legno". Questo perchè senza un riferimento normativo da parte della Regione il ruolo della Provincia appare solo orientativo.

Eppure, solo due anni e mezzo fa, fu proprio la Regione Lombardia ad orientare nella direzione sbagliata la politica sulle urbanizzazioni in relazione al passaggio delle nuove autostrade.

il Pdl 226 della Regione Lombardia, che fu all'inizio una deduzione regionale della Legge obiettivo nazionale di Lunardi, oltre ai problemi di dubbia costituzionalità, ha proposto di dare in gestione al concessionario autostradale non solo l'autostrada, ma anche i terreni più o meno limitrofi che, diventando edificabili, potrebbero generare risorse che renderebbero più remunerativa l'autostrada.

Perfetta per il caso Pedemontana Bre-be-mi al fine di incentivare i privati a cercare accordi  sui piani di urbanizzazione  lungo i tracciati dell'autostrada con gli enti locali, con evidente soddisfazione di questi ultimi che possono mettere a bilancio i relativi oneri di urbanizzazione, il tutto in barba alle pianificazioni territoriali e  sulla testa del territorio il cui consumo ormai è, assieme a quello campano, il più elevato d'Europa.

 

Il testo, con relatore Marcelo Raimondi,  è stato approvato nella seduta del 7 maggio 2008 dalla Commissione e il 15 maggio 2008 dal Consiglio Regionale.

Ora questo appello lanciato dalla Provincia in sinergia alla Regione Lombardia potrebbe essere un segnale di cambiamento. Oppure l'ennesimo rimpallo di responsabilità di fronte ai ricorsi del Tar proprio da parte di quei comuni che con  lo sportello unico per le attività produttive hanno concesso ai gruppi privati la possibilità di costruire a ridosso del tracciato. 

Se pensiamo che questi tracciati autostradali sono stati progettati lungo gli utltimi corridoi verdi lombardi, lo scenario che si prospetta è catastrofico per l'ambiente e per il territorio.

la 'ndrangheta voleva anche la Polizia Provinciale

Inchiesta Infinito, la 'ndrangheta voleva anche la Polizia provinciale

da Il Giorno
articoli di 
DARIO CRIPPA

 

Nelle intercettazioni le manovre della criminalità organizzata per mettere uomini fidati al vertice del nuovo ente

 

— MONZA —
«SENTI UN PO' sei te che ti chiamavo, conosci un po' l'ambiente... sai che su ... come è stata costituita così no, ero interessato a capire un po' come funzionava, come funzionerà, visto che adesso hanno istituito la Provincia Monza, la Polizia Provinciale di Monza, voglio dire sarà una bella struttura...». Comincia così, con una conversazione telefonica intercettata il 12 giugno del 2009, uno dei tentativi di infiltrazione della 'ndrangheta più inquietanti messi in luce dall'inchiesta Infinito nel territorio brianzolo. A un capo del telefono c'è un ispettore di Polizia (di Lecco) e dall'altro c'è un noto imprenditore edile (arrestato), Ivano Perego, titolare di quella che gli inquirenti hanno definito di fatto una «stazione appaltante della 'ndrangheta». Uomini ritenuti «avvicinabili» dalle cosche, secondo la definizione usata dal giudice per le indagini preliminari di Milano Giuseppe Gennari, e che puntavano a inserirsi nella nuova Polizia provinciale di Monza. Perego, l'imprenditore edile, promette all'ispettore amico: «Allora, facciamo così io c'ho un mio grandissimo amico qua che eravamo in ufficio tutti ieri, tutti noi no... settimana prossima ti presento una persona no... eh facciamo una chiacchierata e vediamo cosa possiamo fare sulla provincia di Monza... guarda lo dico al mio amico qua non c'è problema, vediamo come gestire la roba, io .. capito?».

L'ISPETTORE di Polizia, che non risulta indagato, si dimostra soddisfatto, è proprio quello che vuole: ottenere un avanzamento di carriera andando a dirigere la nuova Polizia provinciale in via di costituzione a Monza.
Attenzione però. Come fanno notare gli inquirenti e come scrive il gip Gennari riprendendo le indagini effettuate dai carabinieri di Monza, «è evidente che questo tipo di "favori" prevedono una contropartita».
L'ispettore, sui cui comportamenti la Dda di Milano sostiene che bisogna indagare (il fascicolo è stato passato per competenza alla Procura di Lecco), non appare del tutto tranquillo, ma c'è Perego pronto a rassicurarlo. E sa quali tasti toccare. La conversazione infatti prosegue. Perego: «Facciamo così allora, io adesso, oggi poi lui mi chiama tutti i giorni a me, lo accenno qualcosa, dopo ti avviso e ti dico». A.V.: «ma lui è per Monza no, per Monza questo?». Perego: «si si lui è ... non preoccuparti...». A.V.: «a me interessava appunto il discorso ad andare a dirigere una cosa del genere, chiaramente...». E Perego: «poi hanno vinto Monza, ha vinto la destra, il Popolo della Libertà tutto lì è non c'è problema». A.V.: «no niente dai allora facciamo facciamo così, quando tu hai la possibilità di parlare, vengo e facciamo quattro chiacchiere, cosi». Perego tira fuori dal cilindro anche il nome di un politico, quello che a sua detta potrà fare da garante alla buona riuscita della questione. Dice Perego: «Oggi ti chiamo, oggi lo sento l'Antonio e ti chiamo». A.V.: «va bene, anche quello che posso, poi così se magari lui l'elemento politico...».
L'«Antonio» in questione è, secondo i magistrati, Antonio Oliverio, ex assessore al Turismo e alla Moda della Provincia di Milano a guida Penati, indagato per una vicinanza molto sospetta con la 'ndrangheta. Per fortuna, non se ne farà nulla.

«Una zona grigia di scambi e favori con le istituzioni»
— MONZA —
UN ISPETTORE di Polizia stradale che si occupa di far allentare la morsa dei controlli sui camion della Perego strade, ditta ormai divenuta appannaggio della 'ndrangheta. Un ispettore che quando si apre un'indagine che potrebbe dar fastidio ai suoi «amici», e che porta al sequestro dei loro escavatori, si premura subito di mettersi in mezzo e di andare personalmente a «interrogare» (si fa per dire) Ivano Perego, proteggendolo per quanto possibile dalle grinfie della magistratura. Uno scenario che fa sobbalzare sulla sedia, in cui «tutori dell'ordine» e inquietanti personaggi dell'imprenditoria più sporca si trovano ad andare troppo spesso a braccetto. Scrive il gip Giuseppe Gennari nell'ordinanza che cristallizza il lato economico-finanziario dell'inchiesta che a luglio porta in cella 304 persone in tutta Italia, 160 in Lombardia, una cinquantina in Brianza: «È evidente che il rapporto con l'ispettore si inserisce un quella zona "grigia" di scambi e favori con soggetti istituzionali che, se pure con contributi apparentemente minimi rispetto a ciascuna specifica vicenda, alimenta la complessiva capacità della organizzazione di percorrere strade in grado di procurare illeciti vantaggi su ogni piano. In definitiva, se il quadro complessivamente emergente dalla presente indagine viene unito con la descrizione dei rapporti politici e istituzionali inquinati, emersi nell'ambito della indagine "Infinito", ben si vede quale sia il grado – impressionante e profondo – di penetrazione della criminalità organizzata calabrese nell'amministrazione della res publica». Una zona grigia nella quale la 'ndrangheta si muove agevolmente e grazie alla quale «i calabresi possono fare affidamento su una rete di rapporti vasta, risalente e in grado di assicurare ogni tipo di favori: dalla sanità, agli appalti, alla pubblica sicurezza, alla politica in senso stretto...».
Da.Cr.

L' assessore Talice: «E io invece ho fatto di tutto per portare in Brianza la squadra di Star Wars»
— MONZA —
«HO SAPUTO queste cose soltanto dopo l'operazione del 13 luglio scorso... prima non ne avevo avuto alcun sentore e non avrei di certo chinato il capo: ho la testa troppo dura». Luca Talice, assessore alla Sicurezza della Provincia di Monza e Brianza, leghista doc, tira un sospiro. In un momento in cui le polemiche sono all'ordine del giorno, fra le accuse di Saviano alla Lega da un lato e lo scioglimento del Comune di Desio dall'altro, bisogna pesare ogni parola. Talice però è tranquillo: anche se non può dirlo ad alta voce, in momenti bui come quelli attraversati dalla politica brianzola, lui ha fatto di tutto per portare nella nuova Polizia provinciale di Monza e Brianza uomini scomodi e al di sopra di ogni sospetto: la squadra che nel 2008 aveva firmato una delle inchieste più importanti e profetiche sui rapporti fra 'ndrangheta e territorio brianzolo. «Star Wars» era stata ribattezzata, perché agli stessi agenti della Polizia provinciale era parso quasi di lottare contro un mondo di alieni: una cosca che, fra Desio, Seregno, Limbiate e Briosco, aveva seppellito tonnellate di rifiuti tossici, una «Gomorra brianzola». «Da quando mi sono insediato come assessore - spiega Talice - la mia unica priorità è stata di mettermi subito al lavoro per istituire Polizia provinciale e integrare le Guardie ecologiche volontarie. Ufficiosamente, mi sono mosso per convincere quei poliziotti e ufficiali che avevano lavorato all'operazione Star Wars per portarli in Brianza. Non è stato facile, visto che nutrivano qualche perplessità». Non era un mistero che nel Pdl brianzolo ci fossero personaggi chiacchierati, finiti nelle intercettazioni delle inchieste anti-'ndrangheta. Il timore di finire «nella bocca del lupo» era evidente. Talice però lavora ai fianchi Flavio Zanardo, l'ufficiale dell'operazione Star Wars, e i suoi uomini. E, intanto, fa quanto in suo potere per smuovere la nuova istituzione forte del sostegno «entusiastico» da parte del presidente Dario Allevi. Il 23 luglio, a ridosso della «bomba» Infinito e dalle dimissioni dell'assessore provinciale al Personale Rosario Perri, la nuova squadra viene presentata: il comandante, naturalmente, è Flavio Zanardo. Talice ammette «il filo rosso» che sembra legare, almeno a livello di tempistica, gli eventi. E a molti resta il dubbio che l'accelerata sia stata dovuta, almeno parzialmente, alla necessità di dare un segno di pulizia da parte di una Provincia che, appena nata, rischiava di farsi già macchiare dall'onda lunga della 'ndrangheta.