Desio - Se lo chiedono da tempo gli abitanti della zona dove impererà il grande svincolo, coi suoi tentacoli, le sue ombre ed i suoi rumori, con l'asfalto e le compensazioni verdi. Con la vasca di raccolta delle acque, gli undici ponti, gli ingressi e le uscite. Col traffico veloce e a volte fermo, in coda. "Perchè le strade devono passare sopra la mia casa, la mia proprietà, e invece la proprietà accanto non viene toccata?
Chi da anni ha impiantato l'attività proprio lì e ha già subito il disagio della costruzione dell'attuale ponte, ad inizio anni '90, se lo chiede con insistenza: "Perchè la mia esposizione o il mio capannone deve essere sacrificato all'autostrada e il terreno dietro la mura di cinta no? Forse perchè lì è destinato crescere un punto vendita? Il capannone è la vita dell'azienda, il luogo dove ci sono operai e macchinari, dove da cinquant'anni nasce il nostro prodotto: sarà sacrificato al posteggio di un punto vendita che magari non si farà mai? Un'attività certa e consolidata deve cedere il posto ad un'altra che è ancora solo sulla carta? E' una cosa logica? Chiedo, ma non ricevo risposte sicure".
I loro discorsi sono più evidenti osservando la cartina della zona. Quella pubblicata sul sito di Pedemontana Lombardia, a disposizione di tutti. Quella con le aree espropriate colorate di rosso e verde e le aree non toccate lasciate di colore bianco. Balzano subito all'occhio le due aree bianche dentro il rosso. Contorniate dal rosso. Lo dicevano già qualche mese fa, gli abitanti della zona, e tornano a ripeterlo: "Qui il problema più grande per il progettista è stato quello di rispettare i punti fissi, quelli da non espropriare. Girarci intorno, insomma".
Parole decise. "Nelle due zone rimaste non espropriate si dice debbano sorgere un albergo, sul lato San Giuseppe, e un nuovo centro commerciale, sul lato est, verso Lissone. Chi ha fatto il disegno dello svincolo ha dovuto fare i salti mortali per rispettare i vincoli imposti da qualcuno". E ancora: "Come farò ad andare avanti con la mia attività? Il nuovo ponte non rispetta più nessuno, tranne l'albergo ed il centro commerciale". Quello di cui nessuno si capacita è come sia possibile costruire uno svincolo nuovo di sana pianta che ingoierà in un sol boccone un milione di metri quadrati di terreno, quando l'attuale ponte è stato progettato e costruito proprio in previsione della Pedemontana.
Con un sacco di soldi spesi in più rispetto alle previsioni: 18 miliardi delle vecchie lire. Perchè ora cambia tutto? E perchè ad alcuni è chiesto il sacrificio della terra, della casa, dei capannoni, mentre la proprietà di altri è salvaguardata, pur trovandosi nello stesso appezzamento, addirittura circondata da espropri? Le ombre e i tentacoli del grande svincolo già si allungano, prima ancora della realizzazione.
Egidio Farina
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