Desio, il sindacalista Catena racconta in un dossier i tentativi di condizionare l'ex Amsp
da Il Giorno
articolo di ALESSANDRO CRISAFULLI
Le mani della politica sull'azienda di casa
DESIO
UN PICCOLO memoriale su come la «piovra desiana», come la definisce lui, ha allungato i suoi tentacoli sull'azienda dei servizi pubblici, e sulla città, nel corso degli anni.
UN'ANALISI piena di fatti, cifre, aneddoti, idee, quella che Biagio Catena, memoria storica della Gestione Servizi Desio (fu Amsp) ha deciso di mettere nero su bianco. Perché lui, che oggi è Componente del comitato provinciale Acqua Bene Comune e delle Rsu Filtcem - Cgil Brianzacque, sa vita morte e miracoli di chi lavora e ha lavorato dentro la sede di via Giusti e sul territorio, avendo sempre messo la faccia come sindacalista. «Mentre c'era questa crescita molto positiva dell'azienda - ricorda -, nella città, politicamente parlando, si stava determinando una decrescita e un degrado dello spessore del ceto politico, il quale ha tutte le responsabilità, morali, culturali e politiche dei guai di Desio, senza nessuna distinzione tra destra, centro e sinistra». Accusa tutti, o quasi, di «aver fatto gli struzzi e per alcuni aspetti aver condiviso, fatto melina», favorendo persone come Rosario Perri, che definisce «il geometra dei tubi», permettendo che «condizionassero la vita istituzionale, politica, che distruggessero il territorio».
Sottolinea «gli scontri feroci avvenuti negli anni tra il geometra, la dirigenza dell'azienda, e il sindacato: devono emergere, poiché essi facevano parte del disegno di costui e di chi più in alto di lui doveva accaparrarsi e condizionare anche la vita interna di una azienda municipale nella quale non ha potuto mai comandare». Quindi, evidenzia la sempre grande influenza di Perri sulle vicende dell'Azienda e le varie nomine ai vertici della stessa, poi l'ascesa di Massimo Ponzoni, anch'egli sempre molto vicino a quanto accadeva in via Giusti. «Con quelle elezioni - dice, riferendosi al 2000 - la onnipotenza del geometra aumentò vertiginosamente, in quanto condizionò ancora di più le scelte amministrative, urbanistiche, territoriali, e quindi anche della Amsp. Però il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: costoro dopo la vittoria, nominarono il nuovo CdA dell'azienda, come poi avvenne nella seconda vittoria del centrodestra, ma per onor di verità entrambi i CdA, guidati da Perna e poi Villa, hanno dimostrato grande autonomia e spesso anche conflitto in contrapposizione all'arroganza».
POI PARLA negativamente del progetto di «svendere l'azienda a Lissone», ricorda che «ci trovammo da soli a condurre quella battaglia che costò il regalo delle farmacie comunali al privato», svela «la campagna squallida delle lettere anonime, avvalendosi di alcuni manovali interni all'Azienda, i quali erano tutti i giorni a strisciare come vermi al cospetto del geometra pur di far carriera».
«Ma nonostante questo brutto clima - dice - alcune cose importanti si fecero, come la costruzione dei nuovi uffici in via Giusti, la partecipazione all'apertura del distributore del metano, l'aver impedito lo smembramento dell'Azienda».
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