Il prevosto: «Desio in ginocchio
ma ora è il momento di rialzarsi»
Desio - Si è trattato di un intervento forte, forse anche in qualche misura atteso e desiderato, o addirittura temuto. Ma che di certo ha sorpreso, sicuramente in positivo, anche se non è mancato chi invece non l'ha affatto condiviso. E si può ben capire che sia tra i più direttamente impegnati e coinvolti in politica, soprattutto dell¿ex maggioranza. Il «discorso alla città» per il 2010 di monsignor Elio Burlon pronunciato in basilica la sera dell'ultimo dell'anno ha rispettato sicuramente quella «piccola tradizione» che il prevosto ha introdotto in questi anni, ma sicuramente ha un valore particolare in una città scossa prima dal pesante coinvolgimento nell'inchiesta e nell'operazione contro la 'ndrangheta, quindi dalle ripercussioni che l'ondata di arresti e di intecettazioni di luglio ha provocato sull'estabilishemente politico-amministrativo locale, ed infine dallo scioglimento anticipato del consiglio comunale a seguito delle dimissioni di esponenti delle opposizioni e di parte della maggioranza, segnatamente della Lega. Un susseguirsi di eventi che è stato accompagnato da polemiche virulente, che ancora continuano, e da echi mediatici vistosi e a livello nazionale. Per questo monsignor Burlon ha sicuramente meditato a lungo e soppesato il suo intervento. Come mai, gli chiediamo, non ha pensato e/o ritenuto di intervenire prima? «Perchè, soprattutto quando la situazione si è fatta pesante, ho voluto capire bene cosa stesse accadendo. Un intervento estemporaneo avrebbe potuto apparire indebito o far supporre un giudizio che invece non ci spetta, non ci compete come pastori». E però alla fine ha deciso di parlare. «Ho sicuramente approfittato dell'occasione della messa dell'ultimo dell'anno con il Te Deum in cui, tradizionalmente appunto, anch¿io rivolgo un mio piccolo discorso alla città sulla falsariga di quel che fa l'arcivescovo per S. Ambrogio (monsignore ha sulla scrivania il libretto con l'ultimo testo del cardinale Tettamanzi, ndr.). Devo aggiungere che la crisi istituzionale apertasi negli ultimi tempi così come l¿escalation mediatica, soprattutto a livello televisivo, avevano determinato un clima, un¿atmosfera generale molto pesante, di smarrimento, di autentico scoramento, di disillusione e delusione. Con il rischio che al disinteresse subentrasse la sfiducia totale e generale non solo nei confronti della politica». Non ha temuto di essere accusato della solita «ingerenza»? «Come ho premesso proprio nel mio discorso non ho inteso entrare nel merito di alcuna questione politica o addirittura giudiziaria ma fare soltanto un discorso sul piano spirituale e morale nel senso di una assunzione di responsabilità, di una necessità di reazione a questo stato di cose che passa per un rinnovato impegno per il bene comune. E sempre in premessa ho pure sottolineato come un pastore è talvolta obbligato, per il bene della comunità che gli è affidata, a dire anche cose che immediatamente possono suonare spiacevole. Posso assicurare che non è un compito facile, ma ribadisco che ad un certo punto non si può ignorare la realtà e bisogna intervenire, senza invadere campi altrui, per stimolare, per risvegliare, per sostenere chi sta mettendo in campo sforzi positivi, per dare speranza ad una popolazione altrimenti risucchiata nell¿apatia, nell'indifferenza, nella rassegnazione». Quando a luglio vi è stato lo choc degli arresti e della presa di coscienza della pesante presenza della 'ndrangheta a Desio, cosa ha provato? «Molta sofferenza e al contempo molta preoccupazione nel constatare che alle tante voci corrispondeva una situazione oggettivamente poco simpatica». In questi anni non ha ritenuto di dovere intervenire visto che per l'appunto le voci su operazioni, influenze poco chiare erano continue? «Non era facile proprio perchè erano voci ma in ogni caso ho sempre cercato nei fatti di indicare la strada dei comportamenti più corretti e al contempo ho cercato di non supportare iniziative o operazioni che prestavano il fianco a sospetti o a cose poco chiare. Ho insomma cercato, purtroppo non sempre senza successo. di arginare una marea che stava montando». E adesso? «E adesso c'è bisogno, come ha detto più volte anche il Papa, di una nuova generazione di cristiani, ma aggiungo di cittadini in quanto tali, che si impegnino per il bene di tutti, per il bene di Desio». Luigi Losa
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