Desio, Consiglieri pronti a lasciare ma la Lega dice no
da Il Giorno
articolo di ALESSANDRO CRISAFULLI
Desio, i vertici del Carroccio bloccano le dimissioni dei propri rappresentanti in Comune
DESIO
ERANO TUTTI pronti: con il vestito della «festa» stirato, i capelli ben lisciati, i denti sbiancati per un maxi sorriso. Avevano tutto pronto: carte e firme alla mano, forse la macchina fotografica per immortalare il momento. «Vieni, vieni», il passaparola, per non far perdere un momento così importante. Poi, il fulmine, inaspettato, anche se era già tempesta... «Stop!», è stato il diktat che a poche ore dal D-day è giunto dal vertice del Carroccio verso la base, cioè verso i consiglieri comunali che non vedevano l'ora di prendersi per mano con i colleghi del centrosinistra e recarsi ieri mattina in municipio per presentare le proprie dimissioni. «Tutti puntuali, alle 9, mi raccomando», era l'accordo che domenica sera intorno alle 22 è stato fatto saltare per l'improvvisa irruzione del segretario nazionale Giancarlo Giorgetti, «aspettiamo, parliamone, capiamo», il succo del discorso.
GIÀ, PERCHÉ mandare all'aria Desio, sempre più città chiave, potrebbe scatenare un effetto domino in tutta la Brianza, con proporzioni non ben definite. Un alt che ha lasciato di stucco l'opposizione di centrosinistra: «Non abbiamo parole», il commento più ricorrente fra gli esponenti della minoranza, «dopo il 26 luglio - aggiunge Paolo di Carlo di Desio 5 Stelle - quando abbiamo scritto la mozione di sfiducia, è successo di tutto e di più: non ci eravamo sbagliati. Ora basta, siamo ampiamente fuori tempo massimo, facciamola finita». Ma ha preso in contropiede gli stessi lumbard desiani, sicuri che ormai avrebbero potuto decidere automamente «in casa», visto che a livello provinciale ne avevano già discusso. «Che il destino di questa Amministrazione sia appeso a un filo è cosa nota a tutti da mesi - spiega il Carroccio in mattinata, con una nota sul proprio sito -. Sono venuti meno i rapporti di fiducia, culminati con il nostro ritiro della delegazione in Giunta e il conseguente comportamento in Consiglio comunale. La Lega Nord, ribadiamo, non fa più parte della coalizione uscita vincitrice alle ultime elezioni comunali. Chi guida l'Amministrazione avrebbe già dovuto trarne le ovvie conseguenze, ma si preferisce cercare di salvare il non salvabile. Le notizie di queste ultime ore sono contrastanti, e ribadiamo che il nostro Movimento e i nostri uomini non sono in vendita. Purtroppo c'è qualcuno, non all'interno della Lega Nord, che sta giocando sporco. Non siamo disposti a tenere il gioco a chi si presenta con doppie facce. Le fughe di notizie e le voci buttate ad arte - come al solito - per gettare discredito e creare scompiglio, hanno contribuito a far precipitare la situzione. Che sembra non riuscire a toccare il fondo. La situazione politica locale non è mai stata così delicata come in questo momento».
ANCORA PIÙ ESPLICITO il segretario Ettore Motta: «Il Nazionale ha bloccato tutto - racconta prima di andare in via Bellerio, dove ieri sera era in programma un vertice con Giorgetti e il segretario provinciale Dionigi Canobbio - ma per noi è solo rimandato. Ribadiremo che non ci sono le condizioni per andare avanti. Se poi Bossi convince la sezione a cambiare idea, io mi tiro fuori e saluto. Ma credo che sarà difficile, perché in questo la nostra sezione è compatta e determinata».
L'ombra del Pdl dietro la decisione dei padani
DESIO
MA PERCHÈ il vertice del Carroccio ha imposto la retromarcia last minute? Lo scenario è facilmente leggibile, all'interno del panorama locale e provinciale. In sostanza il Pdl desiano - che continua a ribadire di non capire le motivazioni della Lega Nord, di non vedere la necessità di rimandare al voto una città di 40mila abitanti, spendendo tra l'altro 100mila euro per le elezioni - ha avvisato il proprio provinciale della mossa programmata dai leghisti di Desio. I vertici berlusconiani hanno subito contattato gli omologhi lumbard, mettendoli in guardia: «Se non riuscite a tenere a bada la vostra sezione di Desio, potrebbe capitare, ad esempio, che noi non riusciremo a tenere a bada i nostri a Cesano...». Dove, guarda caso, il sindaco è leghista. E via dicendo, nei Comuni chiave della Brianza. Da qui, i tentennamenti padani.
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