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lunedì 22 novembre 2010

Desio, denunciò gli 'ndranghetisti "oggi micacciato e lasciato solo"

Desio, denunciò gli 'ndranghetisti
«Oggi minacciato e lasciato solo»

  • 22 novembre 2010
  •  da il cittadino

Desio, un foto scattata da Giuseppe Castoldi nella cava Molinara (Foto by MONZA)

 

Desio - Il terreno di proprietà della sua famiglia confina con la cava di via Molinara, già battezzata "la cava della 'ndrangheta". Giuseppe Castoldi ha visto e documentato tutto, in tempi non sospetti. Il via vai di camion carichi di terra. Il traffico illecito di rifiuti, portato alla ribalta con l'operazione "Star Wars" che si è conclusa nel settembre 2008 con l'arresto dei responsabili, tra cui il boss Fortunato Stellitano. Il racconto di Castoldi, che amministra le "proprietà dei Mariani", parte dal marzo 2008.

"Le ruspe che lavoravano in via Molinara hanno creato un grosso buco anche sui nostri terreni: hanno rotto la recinzione confinante e sono entrate nelle nostre proprietà. Hanno portato via 12 mila metri cubi di terra mista a sabbia". Con quale obiettivo? "Sono convinto che stavano per interrare il cromo tetraesavalente". Castoldi ha denunciato tutto alla polizia locale, ai carabinieri, alla Procura di Monza, in comune. "Dalla Procura mi hanno fatto sapere che gli investigatori stavano da tempo monitorando questa banda. Mi sono reso conto da subito che sotto c'era qualcosa di grosso. Ho fatto pressione per un intervento".

Il desiano ne ha tante da raccontare. Storie di minacce e intimidazioni. "Meglio non entrare nei particolari" dice. Qualche provocazione l'ha lanciata nel corso dell'intervista andata in onda in tv mercoledì sera, nel programma Exit di La 7 dedicato proprio alla presenza della 'ndrangheta a Desio. "Sul nostro terreno – ripete a telecamere spente – sono stati provocati molti danni: il valore della terra rubata ammonta a 80 mila euro. Il ripristino della situazione ci costerebbe 200 mila euro. Dovrei chiedere il risarcimento ai responsabili, finiti in carcere. Ma cosa faccio? Questi, quando escono, sparano".

Di avvertimenti Castoldi ne ha già avuti, anche dopo gli arresti. "Mi hanno fatto capire che sanno chi sono e dove abito. Lanciano segnali di pressione e intimidazione. Come succede al Sud: ti mettono paura per farti stare zitto. Io sono parte lesa dovrei andare a testimoniare nel processo. Ma non posso fare la lotta alla 'ndrangheta da solo". Per questo il desiano si scalda: "Sono stato lasciato solo dalle istituzioni. L'amministrazione comunale deve difendere i suoi cittadini. Un sindaco può fare tanto: può escludere per esempio le aziende mafiose dagli appalti. Può istituire commissioni antimafia. Invece io, lo ripeto, mi sento solo". Ce n'è anche per la Lega: "Agli amici del Carroccio chiedo di tornare ad essere quello che erano agli esordi: i difensori del territorio".
Paola Farina

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