La Brianza apre alla privatizzazione dell'acqua
da Il Giorno
articolo di MONICA GUZZI
Via libera a una gara esplorativa in vista dell'affidamento del 40 per cento del servizio idrico
NON È ANCORA un salto fra le incognite del libero mercato nel settore dell'acqua, ma è comunque un primo passettino verso la privatizzazione del servizio idrico.
LO HA COMPIUTO venerdì pomeriggio l'assemblea dei soci di Brianzacque (nella foto il laboratorio qualità), approvando, con il no del Comune di Nova Milanese e l'astensione di Camparada, la proroga del servizio alla società per un altro anno e il via libera a un avviso di pre-informazione, una sorta di gara esplorativa per la privatizzazione del 40 per cento. L'avviso consentirà di sondare il mercato per capire quale tipo di socio è interessato all'ingresso nell'azienda per la gestione del servizio. I settori aperti alla privatizzazione riguardano gas, luce, energia elettrica, smaltimento fanghi. «Tutti servizi - spiega il presidente di Brianzacque, Oronzo raho - che già oggi vengono svolti all'esterno. Ciò significa che il privato non entra organizzativamente nell'azienda». Una scelta preceduta e accompagnata da molte polemiche da parte di chi, centrosinistra in testa, teme la privatizzazione di un bene fondamentale come l'acqua. Non la pensa così la Provincia di Monza e Brianza, che ha proposto questa strada. «Era l'unica scappatoia di fronte a una legge che avrebbe altrimenti imposto la gara vera e propria - spiega l'assessore provinciale all'Ambiente, Fabrizio Sala -. Il 23 dicembre dovrebbe essere approvata la legge regionale e c'è la possibilità che nel decreto milleproroghe venga prorogato l'Ato di un anno, mentre a giugno è possibile che si svolga il referendum sulla privatizzazione». In questo panorama, la Provincia ha proposto agli altri soci (i 55 Comuni) di prorogare di un altro anno il servizio, aggiungendo la novità che ha mandato su tutte le furie il Pd: l'avviso di pre-informazione.
«Ad aprile l'autorità di vigilanza sugli appalti ha contestato la validità della proroga concessa nel 2009 a Brianzacque, imponendoci una formula che iniziasse la procedura di privatizzazione - continua Sala -. Rischiavamo l'affidamento stesso del servizio idrico a Brianzacque, così abbiamo trovato l'escamotage dell'avviso di pre-informazione, che è un passaggio non vincolante. Brianzacque emetterà l'avviso per la privatizzazione del 40 per cento, poi la palla tornerà all'Ato ma con un quadro normativo più chiaro». In pratica, la decisione vera e propria arriverà l'anno prossimo, ma i primi passi sono stati compiuti. «Una parte del Pd ne fa una questione ideologica, ma in realtà ci siamo mossi per mantenere la governance di Brianzacque in mano pubblica e difenderemo questa scelta anche in futuro - conclude Sala -. Tuttavia dobbiamo garantire anche la maggiore convenienza per i cittadini. La Brianza è in una situazione ottimale perché ha separato le reti dalla erogazione: la proprietà degli acquedotti resta in mano ai Comuni».
«ENTRO FINE ANNO emetteremo l'avviso per rientrare nella norma che prevede l'avvio della ricerca di partner privati - conferma il presidente di Brianzacque -. Premesso che siamo pronti a qualsiasi tipologia di affidamento, abbiamo preso atto della scelta dei sindaci di guardare anche all'aspetto finanziario. Questo ci permette di avere maggiore affidabilità. Brianzacque provvederà entro l'anno, previa riconferma di questa volontà da parte dell'assemblea. Questo è solo un avviso che sarà oggetto di un'apposita conferenza d'ambito».
Partito Democratico:«L'acqua deve restare un bene pubblico»
«NO ALL'INGRESSO dei privati nella gestione dell'acqua, che deve rimanere una proprietà dei cittadini. L'acqua è un bene pubblico e l'ingresso di soci privati esproprierebbe le società municipali che in questi anni hanno gestito rete ed erogazione in modo efficiente, economico e con garanzie per tutti, anche dal punto di vista degli investimenti necessari per migliorare le reti e la determinazione delle tariffe».
Lo sostiene il Pd, attraverso il segretario provinciale Gigi Ponti e il capogruppo Domenico Guerriero, i consiglieri regionali Enrico Brambilla e Giuseppe Civati, e i sindaci di Mezzago e Nova Milanese, Antonio Colombo e Laura Barzaghi, del comitato ristretto della Conferenza d'ambito territoriale (Ato). «Cercare partner privati - dice il Pd - rischia di penalizzare gli interessi della Brianza e va contro lo spirito autonomista e federalista. Un partner col 40 per cento rischia di avere il ruolo di socio di maggioranza relativa, potendo così condizionare la gestione in funzione del proprio interesse e profitto».
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