Pedemontana: cambio di rotta o no?
Leggendo le dichiarazioni di intenti tra l'assessore regionale al territorio Belotti e l'assessore provinciale alla Pianificazione territoriale e parchi della Provincia di Monza e Brianza, Antonino Brambilla, le basi per una alleanza tesa a salvaguardare il territorio brianzolo dalla colata di cemento, che potrebbe arrivare con la costruzione di Pedemontana, sembrano gettate.
E' infatti al via uno studio finanziato dagli enti Provincia e Regione per le tre macro aree brianzole (brianza occidentale, Monza e brianza Centrale, brianza orientale) e contemporanemaente parte la richiesta da parte della Provincia per disporre di una legge a tutela del territorio.
Le perplessità però rimangono. Non a caso è proprio l'assessore Brambilla a mettere le mani avanti e a parlare di una guerra condotta coi "fucili di legno". Questo perchè senza un riferimento normativo da parte della Regione il ruolo della Provincia appare solo orientativo.
Eppure, solo due anni e mezzo fa, fu proprio la Regione Lombardia ad orientare nella direzione sbagliata la politica sulle urbanizzazioni in relazione al passaggio delle nuove autostrade.
il Pdl 226 della Regione Lombardia, che fu all'inizio una deduzione regionale della Legge obiettivo nazionale di Lunardi, oltre ai problemi di dubbia costituzionalità, ha proposto di dare in gestione al concessionario autostradale non solo l'autostrada, ma anche i terreni più o meno limitrofi che, diventando edificabili, potrebbero generare risorse che renderebbero più remunerativa l'autostrada.
Perfetta per il caso Pedemontana Bre-be-mi al fine di incentivare i privati a cercare accordi sui piani di urbanizzazione lungo i tracciati dell'autostrada con gli enti locali, con evidente soddisfazione di questi ultimi che possono mettere a bilancio i relativi oneri di urbanizzazione, il tutto in barba alle pianificazioni territoriali e sulla testa del territorio il cui consumo ormai è, assieme a quello campano, il più elevato d'Europa.
Il testo, con relatore Marcelo Raimondi, è stato approvato nella seduta del 7 maggio 2008 dalla Commissione e il 15 maggio 2008 dal Consiglio Regionale.
Ora questo appello lanciato dalla Provincia in sinergia alla Regione Lombardia potrebbe essere un segnale di cambiamento. Oppure l'ennesimo rimpallo di responsabilità di fronte ai ricorsi del Tar proprio da parte di quei comuni che con lo sportello unico per le attività produttive hanno concesso ai gruppi privati la possibilità di costruire a ridosso del tracciato.
Se pensiamo che questi tracciati autostradali sono stati progettati lungo gli utltimi corridoi verdi lombardi, lo scenario che si prospetta è catastrofico per l'ambiente e per il territorio.
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