Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma sulla prima ho ancora qualche dubbio.

Sito denuclearizzato

MOVIMENTO A 5 STELLE

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Ambiente

Maurizio Pallante
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Acqua

Riccardo Petrella
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Sviluppo

Matteo Incerti
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Connettività

Maurizio Gotta
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Trasporti

Beppe Grillo


giovedì 22 aprile 2010

24 aprile: AGORA' ANTINUCLARE, PER L'ACQUA PUBBLICA in Cordusio h 15

Sabato 24 aprile Agorà in piazza Cordusio, a Milano.In difesa dell'acqua pubblica e contro il ritorno al nucleare. Con rappresentanti di movimenti attivi su questi temi.Ci sarà un tavolo di raccolta firme per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Dalle ore 14 alle 19.

24 aprile 2010
AGORA' ANTINUCLEARE 24mo anniversario CHERNOBYL
PER L'ACQUA PUBBLICA E I BENI COMUNI


Piazza Cordusio (davanti alla statua) ore 15-19

Le complicità di Milano nel rilancio del nucleare civile.
La dipendenza dell'atomo di pace da quello di guerra.
Il ciclo nucleare inquina l'acqua e la spreca: difendiamo l'acqua
pubblica ed i beni comuni con il referendum e le mobilitazioni!


organizzano: Qui Milano Libera, Kronos, Campagna OSM (Obiezione dalle Spese Militari)

Come ogni agorà la cittadinanza è invitata a partecipare ed a prendere la parola!


Interventi già inseriti in scaletta:

Alfonso Navarra – Kronos
Mario Agostinelli - Contratto Mondiale Energia
Massimo Aliprandini - LOC
Fabio Strazzeri - Soccorso Verde
Adriano Ciccioni - Città Verde
Stefano Bilotti - Rientro Dolce
Piero Ricca - Qui Milano Libera
Vito Crimi - Movimento Cinque Stelle
Luis Alberto Orellana – Comitati per l'Acqua Pavia, Meetup Pavia
Marco Gimmelli – Attac Milano, Forum Movimenti per l'Acqua
Emanuela Fumagalli - Marcia Mondiale per la Pace
Simone Pennino – Zerogas Italia .

Contatti ed adesioni: locosm@tin.it; desiozone@gmail.com ; 349-5211837 (Alfonso)

INFO: www.pieroricca.org ; Gruppo facebook: Qui Milano Libera

giovedì 15 aprile 2010

25 aprile-1 maggio iniziative neonazi milano



comunicato stampa

MILANO: IN PREPARAZIONE RADUNO NAZIFASCISTA DAL 24 APRILE CON COPERTURA
SETTORI DEL PDL E LEGA. CdZ 3 NEGHI GIARDINO PUBBLICO A INIZIATIVA.


dichiarazione di Luciano Muhlbauer - Consigliere regionale uscente Prc

A Milano si sta preparando un raduno nazifascista in grande stile con la
copertura di settori del Pdl e finanche della Lega Nord. Il tutto
inizierà domenica prossima al Cimitero Maggiore con una messa in onore
di Mussolini e proseguirà con una settimana di iniziative che durerà dal
24 aprile al 1° Maggio.

Alcune di queste iniziative sono già state annunciate dai siti
dell'estremismo nero e da un comunicato stampa di Roberto Jonghi
Lavarini, esponente neofascista confluito nel Pdl. Ma l'iniziativa clou
non è ancora conosciuta, poiché verrà portata alla discussione del
Consiglio di Zona 3 di domani. Si tratta di un concerto nel giardino
pubblico "Sergio Ramelli" il 24 aprile prossimo, cioè alla vigilia
dell'anniversario della Liberazione e in contemporanea con la presenza
in città del Presidente della Repubblica.

Non si tratta delle solite iniziative, ma di un autentico salto di
qualità dell'estremismo di destra milanese. Per la prima volta,
infatti, le varie sigle dell'estremismo nero hanno messo da parte le
loro rivalità e si sono uniti, da Forza Nuova a Casa Pound e Blocco
studentesco, da Fiamma Tricolore ai nazi-skin di Lealtà ed Azione, dal
movimento della Santanché ad alcuni settori della Lega vicini a
Borghezio, passando per diversi esponenti politici milanesi del Pdl, tra
cui anche Fidanza, Frassinetti e Jonghi Lavarini.

Sottovalutare o far finta di non vedere che a Milano, proprio in
occasione del 25 aprile, si tenta lo sdoganamento definitivo dei gruppi
militanti e delle tesi del neofascismo, sarebbe un tragico ed
imperdonabile errore.

Ed è un problema che non riguarda soltanto la sinistra o il
centrosinistra. È un problema che riguarda anche -e forse soprattutto-
le forze del centrodestra che governano questa città. Non possiamo e non
vogliamo credere che tutto il Pdl, tutta la Lega e il Sindaco Moratti
siano complici di questo operazione.

Per questo chiediamo a tutte le forze politiche democratiche di rompere
ogni complicità con gruppi neofascisti o neonazisti, a partire
dall'opposizione alla concessione del Giardino Sergio Ramelli per il
raduno nazifascista del 24 aprile.

Al Prefetto e al Questore chiediamo, invece, di garantire il rispetto
della legalità costituzionale, che significa anche non consentire
l'apologia di fascismo o l'incitamento all'odio razziale.

Milano, 14 aprile 2010
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domenica 4 aprile 2010

Gran bazaar delle armi per regimi teocratici e dittature


  Sopra il leader libico Muhammar Gheddafi (FOTO ANSA)

da "Il Fatto Quotidiano"

Gran bazaar delle armi per regimi teocratici e dittature
  NELL'ITALIA DELLA CRISI UN SETTORE CONTINUA A VOLARE. DA 2 ANNI SILENZIO ASSOLUTO SULLE BANCHE USATE PER LE OPERAZIONI

  di Stefano Vergine   
Milano -
C'è un settore in Italia che non ha risentito della crisi: quello delle armi. Osservando i numeri, l'impressione è quella di essere capitati sulla pagina del ministero dell'Economia cinese. Perché la crescita è a doppia cifra, tipica di un Paese emergente. Siamo invece proprio in Italia, dove nel 2009 le esportazioni sono crollate del 20,4% rispetto all'anno precedente, il calo maggiore dal 1970. Vendiamo le "nostre" armi a Paesi dai regimi discussi come l'Arabia Saudita e la Libia di Gheddafi.   Nell'anno appena trascorso l'industria militare italiana si è superata. Mentre il tessile arrancava sotto i colpi della concorrenza straniera (-23%) e il mercato dell'auto subiva gli effetti della recessione (- 34%), le società italiane attive nella produzione di armi hanno visto aumentare del 61% gli ordini in arrivo dall'estero. Performance di gran lunga migliore rispetto ai più noti simboli del made in Italy, dal prosciutto San Daniele al Parmigiano Reggiano. Per capire quanto vale il mercato militare basta una cifra: nel 2009 il governo ha rilasciato autorizzazioni per esportare armamenti del valore totale di 4,9 miliardi di euro. Tutto questo senza contare gli 1,8 miliardi dei programmi intergovernativi, cioè i progetti fra più stati che hanno come destinatari i   governi europei. I dati arrivano dalla Presidenza del Consiglio, che ha pubblicato il rapporto sull'esportazione di materiali militari. Dai documenti emerge che il principale destinatario di armi italiane nel 2009 è stata l'Arabia Saudita, monarchia teocratica retta sui proventi del petrolio e sullo scarso rispetto dei diritti umani, come rilevato più volte da Amnesty International. Il primato dell'Arabia Saudita riguarda una commessa da oltre 1,1 miliardi di euro da parte della Reale Aeronautica   Saudita per 72 caccia multi-ruolo Eurofighter Typhoon. Il committente generale è la britannica Bae System, già punita dal ministero della giustizia americano con una multa da 400 milioni di dollari per aver corrotto alcuni dignitari del re Abdullah. Che c'entra l'Italia con la multa? Niente, ufficialmente. La partecipazione italiana riguarda la fornitura dei 72 caccia, per i quali Alenia Aereonautica (gruppo Finmeccanica, controllato dal ministero dell'Economia) fornisce alcuni componenti che   valgono, al momento, 1,1 miliardi di euro. Una commessa che ha permesso ad Alenia di guadagnarsi il primo posto nella classifica degli esportatori, seguita da Agusta Westaland (gruppo Finmeccanica), Avio (partecipata da Finmeccanica), Fincantieri (controllata dal ministero dell'Economia) e Selex Galileo (gruppo Finmeccanica). I principali clienti dell'industria militare italiana, fatta eccezione per Germania e Stati Uniti, si concentrano proprio tra Medio Oriente e nord Africa. Il valore   dell'export verso quest'area corrisponde a quasi il 40% del totale. Tra i maggiori acquirenti, oltre all'Arabia Saudita, spiccano Qatar, Emirati Arabi Uniti, Marocco e la Libia di Gheddafi, diventato un partner privilegiato dell'Italia non solo in materia di immigrazione, come piace ricordare al governo. Dei quasi 5 miliardi totali di autorizzazioni all'esportazioni di armi, più della metà (2,6 miliardi) riguardano i Paesi del sud del mondo. Una tendenza preoccupante, secondo Gianni Alioti, sindacalista della Fim Cisl e attento osservatore delle dinamiche del mercato militare: "Fino all'inizio degli anni 2000 l'export italiano era diretto soprattutto verso i Paesi Nato. Da allora si è invece iniziato a vendere soprattutto ai Paesi del sud del mondo, dove spesso si combattono guerre per l'accaparramento delle materie prime". E' il caso della Nigeria,   ad esempio, dove da anni i guerriglieri del Mend combattono contro l'esercito regolare per i pozzi petroliferi sfruttati da diverse compagnie petrolifere occidentali, tra cui l'italiana Eni. E proprio la Nigeria, tra i paesi dell'Africa centro-meridionale, nel 2009 è stata la principale acquirente di nostri sistemi militari. Nel rapporto della presidenza del Consiglio è tutto chiaro: ci sono decine di tabelle che mostrano autorizzazioni, destinatari e committenti. Proprio come previsto dalla legge 185. Ne manca solo una: la   tabella che riporta l'elenco dettagliato delle banche attraverso cui sono state realizzate le operazioni. Quella lista manca dal 2008, anno dell'entrata in carica dell'attuale governo. Spiega Giorgio Beretta, rappresentante della Rete Italiana Disarmo: "Lì c'era il nome della banca, il valore delle commessa e il paese destinatario. Incrociando quei dati con quelli del ministero degli Esteri si poteva capire che tipo di arma era stata fornita. Eliminando quella tabella il nostro lavoro è stato reso impossibile, sottraendo ai correntisti la possibilità di monitorare il comportamento della propria banca".   Un'idea ce la si può comunque fare. Secondo Ires Toscana, un ente di ricerca no profit, dal 2001 al 2008 più del 60% delle operazioni di incassi per esportazioni di armamenti italiani sono state effettuate da tre gruppi bancari: Bnp Paribas (2,3 miliardi), Intesa Sanpaolo (2,2 miliardi) e Unicredit (2 miliardi).
   

21a e 22a Newsletter settimanale! (Video, news, petizioni, ...)

Scusate l'intoppo con la newsletter, dovuta all'impaginazione del giornale ed alle vicende elettorali che hanno reso le notizie raccolte vecchie prima ancora di essere inviate. Speriamo di poter garantire la continuità da settimana prossima, con qualche piccola novità ... a presto!

"THE NEXT" progetto editoriale libero ... dal basso!

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Eletto a Desio un consigliere a 5 stelle: Paolo di Carlo!


* NEWS DELLA SETTIMANA (lotte, istituzioni, associazioni, comitati, lavoratori, studenti, migranti, ...):

- DALLA BRIANZA E DALLA CITTA' METROPOLITANA:


Ponzoni rieletto e raggiunto da un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta. Spiccano i rapporti con il clan Iamonte-Moscato di Desio


Arcore, alberi contro ''Milano 4'' La protesta dei Verdi sul progetto

Pedemontana delle discariche Desio: ben due sul tracciato

Pedemontana: «Ora piano d'area contro il cemento lungo i confini»


Il Consiglio comunale di Rho boccia il piano Alfa: Zucchetti si dimetta!

* VERTENZE ED INIZIATIVE IN CORSO:

Parte la campagna referendaria per la ripubblicizzazione dell'ACQUA (leggi l'inserto di approfondimento)

CIP6 o CI FAI? Vertenza nazionale per il recupero del 7% della bolletta elettrica truffaldinamente destinato agli inceneneritori invece che alle rinnovabili VERE! (dirittoalfuturo.it)

PORTA LA SPORTA! iniziativa per l'eliminazione dei sacchetti usa e getta!

* RASSEGNA STAMPA (da quotidiani, periodici e dal WEB):

Expo 2015, parte l'attacco a Stanca. Formigoni vuole sostituirlo con Roth

I genitori non pagano la mensa nove bambini a pane e acqua (da "il corriere della sera")

Berlusconi, messaggio su Facebook «Ora grande stagione di riforme» (da "il corriere della sera")

La newsletter Desiozone ed il progetto editoriale "The Next", blog ( thenext-controinformation.blogspot.com ) e cartaceo, sono curati dall'associazione LABoratorio Brianza senza fini di lucro.

LABoratorio ludico: è arrivato  "DESIOPOLIO", un gioco in scatola autoprodotto, per ora in edizione limitata, ispirato al celebre "Monopoli", che vi intrattenirà con "imprevisti" e "probabilità" divertenti, con nuove regole ed un tabellone ispirato alle brutture del nostro territorio. Presto sarà pronto anche il "ROSIKO della Brianza". PRENOTALO SUBITO OPPURE PARTECIPA AI TORNEI CHE ORGANIZZEREMO INSIEME PER VINCERLO INSIEME AD ALTRI PREMI MANGERECCI E BEVERECCI ...

Ponzoni rieletto e raggiunto da un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta. Spiccano i rapporti con il clan Iamonte-Moscato di Desio

 


LE RELAZIONI PERICOLOSE DI MR PREFERENZE
  I contatti tra il clan Iamonte e Ponzoni, ex assessore di Formigoni

  di Gianni Barbacetto e Davide Milosa 
 
     C’è anche odore di ’Ndrangheta negli affari di Massimo Ponzoni, assessore di Roberto Formigoni e signore delle preferenze in Lombardia. Appena chiuse le urne, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta per il crac di una sua azienda, l’immobiliare Pellicano: quanto basta a rovinargli la festa per l’ottimo risultato elettorale appena ottenuto, con un record personale di oltre 11 mila preferenze. Ma non c’è solo l’indagine per bancarotta.    Secondo quando risulta al Fatto Quotidiano, Ponzoni ha suscitato l’attenzione degli investigatori anche per i suoi rapporti con alcuni referenti del potente clan degli Iamonte-Moscato, calabresi di Melito Porto Salvo, da vent’anni impiantati al Nord, nella zona di Desio. Proprio Desio e la Brianza sono anche il territorio dove Ponzoni fa politica fin da quando aveva 18 anni e fonda uno dei primi club di Forza Italia. Subito eletto in consiglio   comunale, a 27 anni passa, con oltre 8 mila preferenze, al consiglio regionale. Nel 2006 Formigoni lo fa assessore alla protezione civile. Nel 2008 all’ambiente. Delega delicata. Da cui dipendono le bonifiche delle aree inquinate. Quelle finite sotto indagine dopo l’arresto dell’imprenditore Giuseppe Grossi. Ma anche quelle a cui erano interessati i boss del clan Iamonte-Moscato. Un loro   uomo, il calabrese Fortunato Stellittano, con precedenti per associazione mafiosa, viene arrestato nell’agosto 2008 nell’ambito dell’inchiesta “Star Wars” con l’accusa di traffico illegale di rifiuti speciali e tossici. Veleni come piombo, cromo e idrocarburi pesanti che l’uomo dei clan sversava e ricopriva in alcune cave della Brianza: a Seregno, a Briosco, a Desio. Ancora Desio, dove Stellittano aveva comprato un terreno, in via Molinara. A venderglielo, il figlio di Domenico Cannarozzo, “capo dell’omonima famiglia legata al clan gelese di Salvatore Iaculano”, dice un report dei carabinieri.      Acquirente e venditore parlano tra loro, intercettati. Discutono anche dei loro “agganci politici”. L’area di via Molinara viene infatti sequestrata dalla Polizia provinciale il 21 marzo 2008. Il giorno dopo, Cannarozzo esprime tutta la sua preoccupazione: “Hanno sequestrato il terreno e adesso vogliono fare la bonifica”. Stellittano lo tranquillizza: “Adesso noi la bonifica, per quello che abbiamo buttato, da martedì iniziamo a farla”. Come fa ad esser così sicuro? “Martedì vado a trovare Massimo e mi faccio fare lo svincolo, che è l’assessore all’ambiente, ed è a posto. Poi, se vogliono che bonifichiamo anche sotto, ancora meglio”. Le cose non andranno come previsto, perché Stellittano, che era lati-tante, viene arrestato il 15 agosto. Ma sul nastro magnetico resta registrato quel nome, “Massimo”. Chi è? “Si tratta dell’assessore   Massimo Ponzoni”, conferma una fonte qualificata di ambienti investigativi. I tabulati registrano contatti tra Stellittano e il cellulare di Ponzoni. I due non solo si telefonavano, ma s’incontravano regolarmente. Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Monza Stellittano ha raccontato di alcuni incontri   con l’assessore Massimo Ponzoni in un bar di Desio. Annotano inoltre gli investigatori   : “In seguito alle telefonate con Domenico Cannarozzo, Fortunato Stellittano ha più volte tentato di contattare un personaggio di rilievo a livello regionale”. Dopodiché l’uomo della cosca Iamonte-Moscato “interloquisce con tale Ronny, quale tramite con persone influenti con altro ente territoriale”. Durante questa intercettazione, Stellittano fa vari nomi (tutti coperti da omissis) “tra cui un tale Moreno, potente professionista di Milano, dimessosi dalla segreteria di un   uomo politico che ha ricoperto cariche istituzionali a livello nazionale”. Così ora Ponzoni ha un ostacolo in più sulla strada della riconferma come assessore. All’accusa di bancarotta per la Pellicano aveva risposto dicendo:   “Sono cose vecchie”. Eppure anche quella vicenda non è priva di rilievo, perché coinvolge un altro assessore regionale, Massimo Buscemi, un ex assessore molto vicino a Formigoni, Giorgio Pozzi, e l’ex assessore provinciale di Pavia Rosanna Gariboldi, moglie del parlamentare Pdl Giancarlo Abelli (appena eletto anche consigliere regionale, con aspirazioni a ottenere un assessorato). Gariboldi ha appena patteggiato una pena di 2 anni per riciclaggio, dopo essere stata arrestata   per lo scandalo delle bonifiche di Giuseppe Grossi. E i rapporti con Grossi fanno capolino anche nel crac della Pellicano. Nell’immobiliare, Ponzoni aveva come soci Buscemi, Pozzi e Gariboldi. Nel luglio 2009 i tre escono. Nel gennaio 2010, il fallimento. Dalle casse della società scompaiono 200 mila euro. Accusato di averli fatti sparire, emettendo fatture false, è Ponzoni, aiutato dalla sua ex moglie, dal cognato Argentino Cocozza e dal commercialista Sergio Pennati. C’era una banca pronta (prima che arrivassero i magistrati) a salvare la Pellicano dal fallimento: il Credito bergamasco. Istituto che aveva nel consiglio d’amministrazione Giuseppe Grossi, il “re delle bonifiche” che, beneficato da Ponzoni nella gestione dell’area Sisas di Pioltello, aveva più d’un debito di gratitudine con l’assessore regionale all’ambiente. 
   
Massimo Ponzoni, signore delle preferenze in Lombardia, già assessore alla Protezione civile e all’Ambiente nelle giunte di Formigoni. Indagato per bancarotta fraudolenta, ora sotto la lente per rapporti con la ‘Ndrangheta

GRAZIE A TUTTE/I ... IL MOVIMENTO C'E' ED ENTRA A DESIO, A VOGHERA, IN EMILIA E PIEMONTE




Eletto a Desio un consigliere a 5 stelle: Paolo di Carlo!


Voghera a 5 stelle ha eletto due consiglieri

In Emilia 2 consiglieri regionali con il 7%, 2 consiglieri anche in Piemonte.

Mezzo milione di italiani ha votato per il MoVimento 5 Stelle (... in sole cinque regioni). Hanno votato molti giovani che erano disinteressati della gestione della cosa pubblica. E' l'inizio di un percorso.
Il MoVimento si è inserito in una partita tra bari, in cui la combine elettorale era preparata a tavolino. Pdl e Pdmenoelle si spartiscono da 15 anni le zone di influenza del Paese e la gestione degli appalti. Il popolo sovrano non ha scelta, o vota uno, o vota l'altro, senza conoscere le logiche spartitorie sottostanti. La prova provata dell'inciucio è nella scelta dei candidati regionali da parte di D'Alema (Bersani è solo il suo portavoce, sempre più afono). Solo i nomi richiamano le sconfitte di Canne, Waterloo, della foresta di Teutoburgo e di Caporetto. Scegliere Loiero in Calabria, Megaloman De Luca in Campania, e l'ectoplasma Penati in Lombardia è stato come salire su un ring con il braccio destro legato dietro alla schiena. Delle due l'una: o la direzione pdimenoellina è costituita da tafazzi masochisti, o è stato un voto di scambio a livello regionale. Il Pdmenoelle aveva già perso alla presentazione delle liste. La stessa scelta di Boccia in Puglia era un immenso favore al centrodestra, senza le primarie vinte da Vendola, il Pdmenoelle avrebbe perso anche quella regione. E' stato un negoziato, con il Piemonte assegnato al Pdmenoelle e l'unica incognita del Lazio in cui, senza la mancata presentazione delle liste del Pdl, la Polverini avrebbe stracciato la Bonino.
Bersani ha dichiarato: "L'inversione di tendenza c'è tutta, si vede dalla conquista della maggioranza delle regioni”. Rimuovetelo al più presto da segretario, delira, come ha delirato sulla TAV, sugli inceneritori, sulla gestione pubblica dell'acqua. Il MoVimento non ha avuto nessuna copertura da parte dei telegiornali della RAI: Tg1, Tg2, Tg3 e Rainews24 (dati Agcom). Per la maggioranza degli italiani non è esistito. Ora esiste, ha un programma, 60.000 iscritti, consiglieri regionali sicuramente in Piemonte e in Emilia Romagna. E' un MoVimento di proposte, con un Programma, di giovani, di condivisione, di incensurati. Non è di destra, né di sinistra: è avanti. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene): Noi neppure.