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martedì 31 gennaio 2012

ACTA: la nuova minaccia a internet

Cari amici,



Un nuovo trattato globale darebbe carta bianca alle multinazionali per controllare tutto quello che facciamo su internet. La scorsa settimana 3 milioni di noi hanno fermato le leggi censorie americane. Se agiremo ora potremo far sì che il Parlamento europeo affossi questo nuovo pericolo per tutti noi:
La settimana scorsa 3 milioni di noi sono riusciti a respingere l'attacco americano a internet! Ma ora c'è una minaccia persino più grave, e il nostro movimento globale per la libertà di internet è l'arma migliore per annientarla.

ACTA, un trattato mondiale, darebbe il potere alle multinazionali di censurare internet. Dopo che è stato negoziato in segreto da un manipolo di paesi ricchi e poteri forti, ora potrebbe mettere in piedi un organismo nell'ombra per combattere le contraffazioni e che permetterebbe a interessi organizzati di controllare tutto quello che facciamo su internet, imponendo sanzioni che prevedono addirittura il carcere contro chi metterebbe in pericolo i loro affari.

L'Europa sta decidendo ora se ratificare o meno ACTA: se non lo farà questo attacco globale alla libertà di internet cadrà. In passato si sono già opposti a ACTA, ma ora alcuni parlamentari vacillano: diamo loro l'ultima spinta per rigettare il trattato. Firma la petizione: faremo una consegna spettacolare a Bruxelles non appena avremo raggiunto le 500.000 firme:

http://www.avaaz.org/it/stop_acta/?vl

E' una vergogna: i governi dei quattro quinti della popolazione mondiale sono stati esclusi dai negoziati dell'Accordo commerciale anti-contraffazione (ACTA) e burocrati non eletti hanno lavorato spalla a spalla con i lobbisti delle multinazionali per scrivere le nuove regole e un regime sanzionatorio pericoloso. ACTA sarebbe inizialmente esecutivo negli Stati Uniti, in Europa e in altri 9 paesi, poi in tutto il resto del mondo. Ma se riusciremo a far dire no all'Europa, il trattato perderebbe il momento buono e potrebbe essere chiuso in un cassetto per sempre.

Grazie a queste regole liberticide persone in ogni dove potrebbero essere sanzionate per semplici gesti come condividere l'articolo di un giornale o scaricare un video di una festa dove c'era musica protetta dal copyright. Venduto come un trattato commerciale per difendere il diritto d'autore, ACTA potrebbe vietare anche la vendita di farmaci salvavita e mettere in pericolo l'accesso degli agricoltori ai semi di cui hanno bisogno. E, incredibile ma vero, la commissione ACTA avrebbe carta bianca per cambiare le sue stesse regole e sanzioni senza alcun scrutinio democratico.

Potenti interessi organizzati stanno facendo di tutto per far passare il trattato, ma il Parlamento europeo si è messo in mezzo. Inviamo un grido enorme ai parlamentari per contrastare le lobby e difendere la libertà di internet. Firma ora e inoltra questo appello a tutti:

http://www.avaaz.org/it/stop_acta/?vl

La scorsa settimana abbiamo visto in concreto la forza del nostro potere collettivo: quando milioni di noi hanno unito le forze per fermare gli Stati Uniti dall'adottare la legge sulla censura a internet, che avrebbe trafitto il cuore della rete. Abbiamo anche dimostrato al mondo quanto possono essere potenti le nostre voci. Uniamole ancora una volta per contrastare questo nuovo pericolo.

Con speranza e determinazione,

Dalia, Alice, Pascal, Emma, Ricken, Maria Paz e il resto del team di Avaaz

Più informazioni:

Pirateria, l'Unione europea firma ACTA: "Bavaglio al web e alla ricerca medica"
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/01/26/news/pirateria_acta-28803676/

La Polonia marcia per il web libero: in 10.000 contro ACTA
http://www.giornalettismo.com/archives/193127/la-polonia-che-marcia-per-il-web-libero/

ACTA, inizia un'altra battaglia per la Rete
http://daily.wired.it/news/internet/2012/01/26/acta-censura-internet-copyright-sopa-16742.html

Accordi segreti minacciano la libertà di espressione (e non solo)
http://www.valigiablu.it/doc/607/accordi-segreti-con-le-multinazionali-minacciano-la-libert-di-espressione-e-non-solo.htm


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lunedì 30 gennaio 2012

Desio, nella cava della 'ndrangheta altri rifiuti pericolosi

Cava di via Molinara, sospetto di rifiuti pericolosi.

Desio - Tornano ad accendersi i riflettori sulla cava di via Molinara, meglio conosciuta come "la cava della 'ndrangheta" perchè al centro di un traffico illecito di rifiuti gestito dalla criminalità organizzata, scoperto nel 2008 con l'operazione "Star Wars" della polizia provinciale, coordinata dalla Procura di Monza. Il terreno da allora è rimasto così com'è. Nessuna bonifica è stata avviata. E il sindaco Roberto Corti, alla guida della città dallo scorso giugno, non lo ha dimenticato.

Venerdì il vicesindaco Lucrezia Ricchiuti con i tecnici comunali e i vigili ha effettuato ieri un sopralluogo sull'area, insieme a due esperti, che presenteranno poi un preventivo per l'effettuazione delle analisi in profondità. Sono infatti necessarie delle analisi approfondite del sottosuolo, perchè quelle fatte finora non bastano. Lo aveva segnalato già il consulente nominato dalla giunta Mariani nella sua relazione, in cui stimava per la bonifica una spesa di almeno 2 milioni e 800 mila euro.

Le sue analisi erano arrivate al massimo a 3 metri di profondità: "Le indagini - ha scritto l'ingegner Giuseppe Farina - si possono considerare incomplete e meritano ulteriori approfondimenti, perché esistono sospetti della presenza di rifiuti particolari, interrati e sinora non rinvenuti con i metodi utilizzati, i quali possono ritenersi pericolosi". Chi pagherà la bonifica? L'obiettivo del comune è quello di avvalersi sui responsabili. Ma c'è anche la possibilità di ottenere dei finanziamenti dalla Regione. Per averli, occorrono le analisi approfondite ed una relazione specifica. Altrimenti la cava non può rientrare nell'elenco delle bonifiche da finanziare, almeno in parte, con un contributo del Pirellone.

Per questo si è mossa la macchina e sono stati richiesti i preventivi e le relazioni da presentare in Regione. Sotto potrebbero nascondersi dei rifiuti pericolosi. E' quindi importante, non perdere altro tempo. Ma quella di via Molinara non è l'unica discarica su cui si concentra l'attenzione dell'amministrazione. Il servizio ambiente ed ecologia ha in corso 26 procedimenti di bonifica ambientale. Nell'elenco figurano casi ormai noti, frutto dei controlli effettuati dalla polizia locale. L'ultima discarica denunciata è quella di via Serao, dove è stato scoperto un deposito incontrollato di rifiuti.

Nella stessa zona, in via Calvino, c'è un altro deposito di rifiuti e autocarri e un distributore di gasolio abusivo. Altri depositi privi di permessi sono sparsi per la città, da via Sabotino a via Leoncavallo, via Monte Rosa, via Forlanini. C'è poi un altro elenco sui cui sta puntando l'attenzione l'amministrazione: è quello dei condoni respinti. In base alle verifiche effettuate finora dai vigili e dai tecnici, solo due dei 9 casi segnalati sono stati demoliti. Per gli altri sono in corso dei contenziosi; i proprietari delle aree infatti non solo non hanno abbattuto le costruzioni non condonate, ma in alcune situazioni si sarebbero addirittura allargati.
Paola Farina

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mercoledì 25 gennaio 2012

[NOEXPO] report assemblea PGT - Torchiera 15 gen 2012

Ciao, di seguito il link dove potete scaricare l'audio dell'Assemblea sul PGT del 15 gennaio in Torchiera (mancano un paio di interventi finali perché chi registrava era già andato via)

http://abo.gnumerica.org/expo%20due%20anni%20dopo/

Allego anche un articolo che inquadra il PGT della giunta Pisapia.

Ora alcune brevi considerazioni a completamento del Report che trovano conferma in quanto accaduto nei giorni successivi:

-          Il PGT andava annullato e la legge regionale 15 che lo prevede abrogata per ritornare a logiche pubbliche di pianificazione del territorio e di gestione dei servizi

-          Il PGT di Pisapia è certo meglio di quello della Moratti, ma non esce dalla logica del costruire, dismettere, sussidiare, resta Milano centrico e con il buco dell'area Expo dove può accadere di tutto

-          Bene la salvaguardia del P.co Sud, ma non cambia orizzonte su scali ferroviari, caserme e gran parte degli ambiti di trasformazione (a  partire da Cascina Merlata)

-          Come previsto meno volumetrie in assoluto e incentivazione all'housing sociale (tanto caro a coop rosse, bianche, grigie, cielline etc…)

-          Salta il tunnel Linate-Rho, per ora

-          Non ci sono riferimenti al problema della mobilità se non in chiave cittadina (area C, forse la circle line ferroviaria),ma la mobilità e il trasporto pubblico come beni comuni restano un miraggio

-          Resta il problema dismissioni/privatizzazioni/esternalizzazioni di servizi, reti e beni, non solo perché previste dal PGT e dalla legge 15, ma anche per il rischio default del comune di Milano, così come la tentazione di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione

-          Sarà ora il consiglio comunale a dire la sua, ma ancor di più saranno la crisi e Monti (e Tabacci in salsa locale) a determinare il PGT finale che verrà approvato entro il 31-12-2012 pena il commissariamento del comune

Questi i fatti, per noi insufficienti, come il dibattito in torchiera ha evidenziato, a farci cambiare idea rispetto alla necessità di ricostruire dal basso, con l'elaborazione di saperi, le lotte, le vertenze su scala metropolitana, un nuovo concetto di città pubblica bene comune, di territorio e servizi pianificati e gestiti in funzione dei bisogni e degli interessi collettivi e non delle logiche di mercato o dei diktat di BCE e altri vampiri di beni comuni e diritti.

 

Porteremo queste tematiche anche dentro il percorso Climate Camp 2012, la cui prossima assemblea sarà l'8 febbraio alle 21 in Cox 18, via conchetta Milano.

 

Luca – comitato no expo

 

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/20/news/i_vincoli_alla_crescita_del_cemento_per_disegnare_la_milano_che_verr-28445139/

I vincoli alla crescita del cemento
per disegnare la Milano che verrà
Cambia il documento che regolerà il mercato residenziale nei prossimi decenni. Obiettivo: zero
densificazione. Più funzioni pubbliche nelle previsioni su infrastrutture e spazi dedicati ai servizi
di ORIANA LISO

I vincoli alla crescita del cemento per disegnare la Milano che verrà
Hanno passato in rassegna tutte le richieste che, in quest´ultimo anno, arrivavano dalla città e convergevano verso un obiettivo: un Pgt che non fosse una colata di cemento, che rivedesse sensibilmente quelle stime di una città con mezzo milione di nuovi abitanti da qui al 2030. Urbanisti e tecnici del Comune, in questi mesi, hanno radunato migliaia di osservazioni al Pgt — quelle che la precedente giunta aveva quasi ignorato — in ottanta sezioni, raggruppandole per temi e per ambiti. Hanno, soprattutto, abbassato sensibilmente — fino al rapporto un metro quadro al metro cubo — la possibilità di 'densificare' la città, ovvero di aggiungere troppi metri cubi di cemento nelle zone oggi poco o niente utilizzate, per rafforzare, invece, il concetto di 'città pubblica' e di una diversa qualità urbana. Ecco attraverso quali modifiche e novità avverrà la rivoluzione del nuovo Pgt.

Le aree. Alla base del nuovo Pgt targato Pisapia-De Cesaris c'è il concetto della promozione di uno sviluppo urbano più equilibrato. Scompaiono, quindi, le previsioni di colate di cemento su alcune aree collocate nel territorio agricolo (Forlanini, Ronchetto, Monluè, Porto di Mare). Non si parla più della possibilità di spostare il carcere di San Vittore, creando una Cittadella della giustizia, ormai tramontata. Diminuisce sensibilmente l'indice edificabile massimo previsto su alcune aree di trasformazione urbanistica che diventano 21, mentre nell'ultima
versione erano 24. Nella mappa che lunedì verrà sottoposta alla giunta, sembra scomparire anche il grande progetto della "Defense milanese" nell'area di via Stephenson, che prevedeva la possibilità di costruire in quella zona fino a 50 grattacieli di un nuovo business district.

Il verde. Se il Parco Sud, nella nuova versione del Pgt, resta verde anche virtualmente (perché non viene più usato come merce di scambio per costruire altrove), aumenta anche la previsione di una Milano a miglior impatto ambientale. Soprattutto, la delibera di modifica del Pgt accoglie le osservazioni di chi, come molte associazioni ambientaliste, lamentavano una scarsa attenzione alle connessioni del verde cittadino con i sistemi provinciale e regionale. Per questo si introduce il progetto di una rete ecologica comunale (Rec) con corridoi verdi che mettano a sistema grandi e piccoli parchi urbani. Importante anche l'attenzione all'efficienza energetica degli edifici (da costruire e da recuperare, con premi volumetrici per chi è virtuoso) e l'introduzione di norme specifiche per la bonifica dei suoli contaminati.

I trasporti. Lo stop definitivo al tunnel che avrebbe dovuto collegare Linate alla fiera di Rho viene certificato nella nuova versione del piano. Ma non solo: scompariranno anche altre infrastrutture considerate non sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che economico. Restano di certo — pur demandando al futuro Piano urbano della mobilità i dettagli — le previsioni di infrastrutture strategiche, ad esempio la Circle line, la cerchia ferroviaria che seguirà i contorni della città (e che invece sembrava destinata a sparire), le metropolitane 4 e 5 — anche se con tempi ormai dilatati — e la metrotranvia da Cascina Gobba a viale Certosa. Modifiche saranno previste anche per la sosta pubblica e privata, e si rivedrà la rete ciclabile «superando lo schema radiocentrico proposto» dal vecchio piano.

L'edilizia pubblica. Un vincolo netto, che risponde anche alle promesse di questa coalizione in campagna elettorale e che supera gli aggiustamenti fatti sul vecchio piano grazie alla battaglia in aula consiliare. Il nuovo Pgt fissa un incremento delle quote di terreno che i privati dovranno cedere per finalità pubbliche negli ambiti di trasformazione urbana, in cambio della possibilità di costruire: metà della superficie territoriale, e di questa il 30 per cento servirà per edilizia residenziale sociale. Previsioni di housing sociale, poi, dovranno esserci in tutte le trasformazioni più rilevanti dei prossimi anni, articolando gli interventi su due fronti: edilizia agevolata e convenzionata e vere case popolari. Il documento di indirizzo del nuovo piano, del resto, è preciso: tra le finalità c'è il «bilanciamento tra diritti edificatori per funzioni di mercato e per finalità di interesse pubblico e sociale».

Le conversioni. Milano-Romana, Rogoredo, Porta Genova, scalo Farini, San Cristoforo, Lambrate: sono tanti gli scali ferroviari su cui il vecchio Pgt prevedeva grandi sviluppi. Che, ora, vengono invece demandati all'accordo di programma in via di definizione tra Ferrovie dello Stato, Regione e Comune. Le aree di cui si tratta mettono assieme una superficie di un milione e 190mila metri quadrati su cui — nei vecchi progetti — erano previsti vari interventi: dal parco urbano di Scalo Romana con pista ciclopedonale e collegamento pedonale tra la stazione Lodi Tibb e la fermata omonima del metrò 3, al distretto della moda con parco sul Naviglio a Porta Genova, passando per edilizia convenzionata e residenziale ma anche un grande parco allo Scalo Farini su un'area di 500mila metri quadrati.

lunedì 9 gennaio 2012

LAMBRETTO DAY: Pulizia del canale di via Rosmini - Monza

domenica 15 gennaio 2012
  • 10.00 fino a 19.30
  • Via Rosmini 11, Monza - @F.O.A. BOCCACCIO
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    LAMBRETTO DAY

    Domenica 15 Gennaio
    A partire dalle 10:00 un'iniziativa pubblica di PULIZIA e RIQUALIFICAZIONE del Lambretto di Via Rosmini.
    Partecipa anche tu munito di guanti e stivali!
    Nel corso della giornata PRANZO POPOLARE.
    Alle 17:30 proiezione del documentario ''Un po' di petrolio'' (insuTV).

    Iniziativa promossa e sponsorizzata dalla F.O.A. BOCCACCIO 003
    Info: http://boccaccio.noblogs.org/post/2012/01/08/pulizia-del-lambretto-di-via-rosmini/

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