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martedì 29 marzo 2011

Desio, cava via Villoresi: spunta un filmato

Desio, cava via Villoresi: spunta un filmato

DESIO - In settimana la Procura si è fatta consegnare l'intera documentazione relativa ai permessi di costruire

da esagonoweb.it
articolo di
Alberto Terraneo

 

Le ultime ruspe al lavoro i cittadini le hanno viste e sentite lunedì alla una. Non di giorno, ma di notte. Almeno un escavatore in piena attività nonostante il buio pesto affiancato da un camion alla presenza di un paio di persone. Cosa ci facessero lì in quel momento, nessuno se l'è riuscito a spiegare. Mistero sommato a mistero. Qualche ora di intenso lavoro lontano da occhi e orecchie indiscrete, poi più nulla. Da martedì il cantiere di via Villoresi è deserto. Nessun operaio impegnato a portare avanti le palazzine in cui la Polizia provinciale ha già rinvenuto otto mansarde e due taverne "fantasma", scena analoga nella discarica a fianco dove invece la Procura ha deciso di vederci molto più chiaro. Il sospetto è che, interrati in un'area destinata a divenire di uso pubblico con la creazione di un parcheggio, possa esserci un po' di tutto. Cosa, al di là dei sospetti, nessuno lo sa. Un'accelerata l'ha data in settimana anche il Comune che ha affidato ad una copisteria desiana il compito di fotocopiare "con urgenza" il malloppo di documenti relativo alle concessioni edilizie. Un faldone di carte rigorosamente tecniche che per 600 euro è finito dritto dritto sul tavolo della Procura dove è già stato in parte scandagliato. Da capire, oltre all'eventuale reato commesso, rimangono le responsabilità, i personaggi coinvolti, gli eventuali proventi e soprattutto la datazione dell'illecito. In questo senso, la Polizia locale qualcosa ha fra le mani.

I permessi di costruzione risalgono al settembre 2008 e grossomodo nello stesso periodo un residente ha effettuato dei filmati amatoriali giudicati da chi li ha visti di particolare rilevanza. Il fuoco dell'obiettivo, puntato proprio su quella che è poi stata ribattezzata una discarica abusiva, avrebbe ripreso il viavai di camion, le targhe dei mezzi, gli autisti e eventuali altri soggetti coinvolti. Un filmato già consegnato da due anni nelle mani dei "ghisa" di cui nemmeno il proprietario ha più saputo nulla. Ma, in questo come in altri casi, la Locale sta operando fianco a fianco con la Provinciale e le immagini potrebbero già essere arrivate al comandante Flavio Zanardo. D'altronde i fari su via Villoresi sono puntati da almeno un mese, dopo la scoperta della discarica e dell'operazione edilizia non proprio al di sopra di ogni sospetto. Una matassa ancora da districare nel quale sarebbe coinvolto, seppur marginalmente, anche Massimo Ponzoni, che risulta possedere una quota di due delle tre società coinvolte, la Mistral Immobiliare e la Immobiliare Briantea.

lunedì 21 marzo 2011

Desio, Davigo al Majorana venerdì 25 e il Pdl è contrario

Desio, Davigo al Majorana venerdi 25 e il Pdl è contrario

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

Il parlamentare Pdl Farina contro l'iniziativa del liceo Majorana

— DESIO —
NIENTE PAR CONDICIO a scuola? Lo crede l'onorevole Renato Farina del Pdl, che da qualche mese oltre all'impegno in parlamento sta portando avanti anche quello nella sua città per rimettere in sesto il partito e traghettarlo verso le elezioni di maggio. Spulciando fra i prossimi appuntamenti sul territorio, Farina ha trovato quello che si concretizzerà venerdì 25 al liceo Ettore Majorana. Ed è sobbalzato dalla sedia. Perchè a parlare di giustizia, e della sua riforma, è stato invitato Piercamillo Davigo, magistrato molto noto per aver fatto parte del pool di Mani pulite, che indossa la toga da oltre 30 anni. «Il liceo Majorana - sbotta l'onorevole desiano - è senz'altro un'eccellenza di Desio. E anche sono apprezzabili le conferenze aperte alla città. Ma trovo che sia una scelta politica chiamare a parlare sulla riforma della giustizia non chi la propone legittimamente, secondo i percorsi parlamentari, ma un giudice che ha manifestato sistematicamente sul quotidiano Il Fatto le sue posizioni ostili al governo e alle sue impostazioni sulla giustizia». Un fiume in piena Farina, a cui la scelta non va proprio giù, anche perchè avrebbe allora preferito un contraddittorio: «Oggi che Desio va verso le elezioni chiamare a parlare Davigo dimostra una impostazione ideologica che non è compito di una scuola statale assumere - aggiunge -. Creare dei "giudici star" è profondamente antieducativo. Se vogliamo il caso Ingroia è persino più modesto, perché a un comizio va chi vuole e non c'è il timbro di una scuola statale che non dovrebbe prestarsi ad essere una palestra ideologica».

MA IL LICEO non ci sta: «L'onorevole Farina si sbaglia - replica Flavia Schiatti, docente che cura le iniziative culturali serali dell'istituto -, perchè Davigo è stato invitato mesi fa a venire, ben prima che uscisse questa proposta di Riforma della giustizia. Quindi non c'entrano nulla la politica nè le elezioni, anche perchè parliamo di un magistrato di grande esperienza e competenza, che è già stato ospite del nostro liceo. E' un personaggio super partes, che non butta tutto in politica e sa anche criticare la stessa magistratura, se occorre». Per chi volesse verificarlo, l'incontro inizierà alle 21.

domenica 20 marzo 2011

Desio, mansarde abusive - in via Villoresi non solo rifiuti

Desio, mansarde abusive
In via Villoresi non solo rifiuti

La mappa

Desio - Cave, discariche di rifiuti, abusi edilizi. E' sempre più lunga la serie di irregolarità scoperchiate dal commissario prefettizio Maria Carmela Nuzzi. Le delibere firmate dalla funzionaria mettono nero su bianco situazioni abusive. Proseguono verifiche e accertamenti.

Via Villoresi - In via Villoresi, allo Spaccone, continuano le indagini sulla sospetta cava di rifiuti illeciti scoperta su un terreno comunale, a fianco di un complesso di palazzine in costruzione, commissionate dalla "Immobiliare Briantea" e "Mistral Immobiliare" (di cui risulta socio anche Massimo Ponzoni) e realizzate dalla "Europa Case", di proprietà dei suoceri di Ponzoni, Maria Cacioppo ed Eugenio Cocozza. Il sospetto è che sull'area ceduta al comune come onere di urbanizzazione sia stata scavata una buca, riempita poi di rifiuti illeciti. I vigili hanno trovato al lavoro un escavatore della Europa Case. Osservando la zona con "Google map" (il programma su internet che fornisce le mappe satellitari delle città), in una immagine probabilmente registrata qualche tempo fa, si notano in effetti dei cumuli, che ora non ci sono più. Che cosa nascondevano? E che fine hanno fatto? Gli abusi non riguardano però solo i rifiuti. La polizia provinciale ha aperto un altro "filone", sulle irregolarità edilizie. Gli agenti hanno scoperto che nelle palazzine erano in fase di realizzazione alcune mansarde e taverne senza permessi. Sottotetti e cantine prive di abitabilità. Settimana scorsa gli uomini della Procura di Monza hanno chiesto copie della documentazione all'ufficio tecnico. Arpa e Ufficio Ambiente del comune hanno chiesto alle società coinvolte un approfondito piano di indagine su eventuali inquinanti.

Cannarozzo - Verifiche in corso anche intorno agli abusi edilizi dei Cannarozzo, nei pressi della Valassina. Il commissario Nuzzi ha firmato la delibera per l'individuazione di un'area da acquisire nel caso in cui i proprietari (Massimiliano e Dania) non abbattano gli abusi. L'elenco delle opere irregolari è lungo, va da una villetta ad un'autorimessa. Ma c'è dell'altro. Dietro gli edifici, sorge un'area, sempre di proprietà Cannarozzo (Domenico) su cui si concentra l'attenzione di forze dell'ordine e funzionari comunali, perché la terra risulta particolarmente mossa. Il sospetto è che siano stati interrati rifiuti. Un'altra discarica illecita? 

Via Calvino - Altre novità potrebbero arrivare da via Calvino, all'angolo con la tangenzialina ovest. Dal deposito abusivo di automezzi sono scomparse alcune taniche di oli combustibili, documentate sul terreno a destinazione agricola, della "G.P. Immobiliare", usato come deposito da "Lu.ma" e "Dieci Mattoni" . Da chiarire se siano stati smaltiti lecitamente. Il terreno è sotto sequestro, per decisione del Tribunale di Milano. La situazione è complessa: sullo sfondo c'è anche l'ombra della 'ndrangheta, su cui i carabinieri stanno indagando. La società "Lu.Ma", inoltre, è in fallimento. Per il comune diventa ancora più difficile ottenere dal privato la bonifica. 

Via Leoncavallo- Infine, in via Leoncavallo: la discarica di amianto scoperta un mese fa sorge in parte sulla proprietà della Pam Antares, la società interessata al maxi centro commerciale. Gran parte dell'area comunque è comunale: la bonifica sarà a carico del comune e quindi dei cittadini.
Paola Farina

giovedì 17 marzo 2011

Pedemontana bloccata dal Bosco delle Querce

 
 
Pedemontana bloccata dal Bosco delle querce
Ma Roberto Formigoni annuncia: si farà

Il via libera al progetto è arrivato oggi. Ma secondo uno studio legale consultato dalle associazioni ambientaliste, la nuova strada, in parte, passerà su un'area verde inquinata dal grave incidente dell'Icmesa. Contravvenendo così ai diktat del Cipe

L'ingresso del Bosco delle Querce, polmone verde tra Seveso e Meda in Brianza

La Pedemontana si farà. L'annuncio è arrivato oggi. A sottoscriverlo il governatore Roberto Formigoni. Tutto bene, dunque. Se non fosse per un particolare: il Bosco delle Querce, un polmone verde tra i comuni di Seveso e Meda, in Brianza. Qui, sotto i fusti degli alberi, sono stoccati parte dei veleni fuoriusciti dall'Icmesa di Meda nel 1976, durante l'incidente industriale più imponente che la storia d'Italia ricordi. L'intoppo alla mega autostrada Varese-Malpensa-Vimercate-Osio sta proprio qui. Il Bosco, infatti, in alcune parti incrocia il nuovo progetto. Cosa che non dovrebbe accadere.

Il diktat arriva direttamente dal Cipe: nessuna struttura della Pedemontana potrà gravarvi sopra. Più precisamente tra le varie prescrizioni da adottare vi è la "numero 2" relativa alla modifica del progetto definitivo per mantenerlo tutto al di fuori del Bosco delle Querce. "Eliminando – recita la prescrizione – la realizzazione all'interno del perimetro del Parco di una rotatoria, di strade di accesso alla Pedemontana e di alcuni tratti di viabilità locale" così come risulta da un primo progetto redatto.

Nella partita s'è inserito di recente un noto studio legale di Milano (il Ribolzi) che, chiamato da alcune associazioni ambientaliste del territorio – tra cui Legambiente – , in una memoria ha sottolineato che l'attuale progetto continua, in pratica, ad essere illegittimo. Secondo gli avvocati Giovanni Coco e Luciano Salomoni "dall'esame del progetto definitivo, la prescrizione del Cipe sembrerebbe solo in parte ottemperata: alcuni tratti viari rimarrebbero, a quanto risulta, interni al Bosco delle Querce".

Il progetto, quindi, così com'è e come è stato oggi finanziato non va bene. Secondo i legali per rientrare nei parametri si dovrà adottare "una sensibile variazione, di cui tener conto sin d'ora e non nella progettazione 'in dettaglio", per intenderci durante l'esecuzione del lavori. "Infatti – proseguono Coco e Salomoni – traslando, come chiede il CIPE, alcuni tratti di viabilità, nuove aree dovrebbero essere interessate dai lavori"; che vuol dire nuovi espropri e altro iter burocratico, trovandoci di fronte ad un progetto totalmente rivoluzionato. Soprattutto nei costi, che lieviterebbero, per cui il piano economico approvato oggi perde anche lui di valore.

La memoria legale portata dallo studio Ribolzi entra quindi a gamba tesa in un momento procedurale molto delicato. Ad aprile dovrebbero essere assegnati i primi appalti, ma se il progetto non va bene come procedere? "Noi agiremo in ogni sede per bloccare questo scempio – dice Damiano Di Simile presidente di Legambiente Lombardia – e se sarà il caso pure attraverso un ricorso al Tar come i legali ci hanno consigliato". Certo è che l'integrità del "Bosco delle Querce" va difesa a tutto i costi: "E' un luogo-simbolo per un'intera comunità" dicono gli ambientalisti. Un fatto vecchio di trentacinque anni fa, che oggi si mette di traverso ai piani del Pirellone.

Per ora resta l'annuncio del governatore lombardo. Arrivato quasi a sorpresa, dopo i dubbi manifestati dal viceministro alle infrastrutture Roberto Castelli. Il via libera è arrivato dopo che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha firmato l'atto aggiuntivo che adotta il piano Economico Finanziario del progetto definitivo.

mercoledì 16 marzo 2011

Quelle preghiere ai santi in Paradiso e l'avvocato del diavolo che "parla" ai mattoni

Quelle preghiere ai santi in Paradiso e l'avvocato del diavolo che «parla» ai mattoni

 
 
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Di santi in Paradiso Antonino Brambilla, per gli amici Tonino, ne ha sempre avuti. A cominciare da quando frequentava l'Università Cattolica e si inginocchiava sulle panche della chiesa pregando con fervore san Italo. Tonino prega molto. Da sempre. Soprattutto quando c'è in giro qualche inchiesta giudiziaria.

Come quella sull'Urbanistica di Desio, città di cui per anni è stato la mente. Forse memore delle disavventure (risolte) che lo hanno portato, un pugno di anni fa, dalle panche della cattedrale alla sacrestia e infine all'aula del tribunale. Passando anche dalla galera. Ma Tonino non si limita alle orazioni.

Accende ceri anche alla "madonna del mattone" come lo era (è) Rosario Perri con cui ha condiviso l'avventura desiana. E sempre fa atto di fede anche quando rivolge "suppliche" a Massimo Ponzoni. Lo stesso che lo ha voluto nella sua città e "preteso" all'assessorato strategico dell'Urbanistica provinciale. E lui prega. Tanto. Perché san Massimo "portatore sano" di guai non è certo san Italo che i guai li... procura.

E questo l'avvocato del diavolo lo sa sin troppo bene. Del resto tutti hanno una croce da portare sulle spalle. La sua è pesante dal punto di vista personale. Arriva dal passato e si chiama Antonio Simone, uno dei padri fondatori del Movimento Popolare di cui Brambilla era il numero due. Pesante. Soprattutto se si leggono le carte processuali di quegli anni bui.

Ora orfano di san Massimo dopo aver sepolto Desio dal cemento, viene spinto dalla sua coscienza verso la deriva para-ecologista (chiedere lumi all'incazzato Antonio Romeo) appiattendosi troppo su san Dario come qualcuno dei suoi gli rinfaccia. E intanto continua ad accumulare consulenze come professionista capace, come è sempre stato, attento ai miracoli ultraterreni, ma soprattutto alle parcelle. Del resto come si fa a negare un incarico a uno che prega i santi vuoi che stiano in Paradiso o più semplicemente in terra.

di Marco Pirola 

tratto da l'Esagono della Brianza

martedì 15 marzo 2011

Desio, destino segnato per la mega-villa abusiva

Desio, destino segnato per la mega-villa abusiva

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

L'abitazione su un'area di 12mila metri quadrati riconducibile alla famiglia Cannarozzo
— DESIO —
TUTTI, o quasi, sapevano che quella maxivilla ai bordi della Valassina, molto bassa per non dare troppo nell'occhio, con tanto di ampio giardino con i giochi dei bimbi, vasta autorimessa, recinzione, e quant'altro, era abusiva. Eppure, c'è voluto il Commissario Prefettizio Maria Carmela Nuzzi, per dare una svolta decisiva all'ennesimo scandalo desiano, in fatto di abusi edilizi: o si buttano giù i manufatti o l'intera area, per un totale di ben 12mila metri quadrati, passerà nelle proprietà del Comune. Ora il Commissario ha ripreso in mano la questione che si protraeva, senza esito, dal 2004: sette anni di sopralluoghi dei vigili, denunce, richieste di condono negate, durante i quali i responsabili - tutti facenti riferimento alla nota famiglia Cannarozzo - hanno persino proseguito a costruire, terminando quanto avevano iniziato (nonostante le ordinanze di sospensione dei lavori a più riprese ricevute). Nella più totale serenità, probabilmente, di chi pensa che prima o poi le cose si sistemeranno. Basta dare un'occhiata sul programma «google heart», che riprende il territorio dal satellite, per ammirare in immagini datate 2008, la villetta, con tutti i suoi annessi e connessi e, di fronte all'autorimessa, si nota anche una lunga barca custodita nel cortile.

SONO ANDATI direttamente sul posto, invece, senza bisogno del satellite gli agenti della locale, il 29 gennaio 2004, quando fecero una «segnalazione di opere edili in assenza di titolo o in difformità», a mezzo del quale furono segnalate «opere edilizie in fase di realizzazione, nonché manufatti edilizi già realizzati». Il via alla lunga e complessa vicenda, che il 20 marzo dello stesso anno vede i vigili tornare e scoprire «la prosecuzione delle attività abusive, con riguardo all'ultimazione della copertura di un manufatto, all'esecuzione di scavi e tracciati per l'allocazione di impianti tecnologici (acque, fognatura), nonché nella posa di cancello carraio con accesso dalla strada di arroccamento della Statale 36...». Una volta scoperti, i responsabili provano la via delle domande di condono: una prima nel dicembre del 2004, negata definitivamente nel 2006, e una seconda successiva, anch'essa negata. Già dal 2006 partono i procedimenti del Comune per richiedere alla proprietà e agli esecutori materiali dei lavori di demolire tutto il complesso abusivo, ma cadono nel vuoto. Nell'ottobre dell'anno scorso i vigili tornano e riverificano tutti gli abusi. In novembre si parte con il procediento sanzionatorio, verso Massimiliano e Dania Cannarozzo, oltre che alle ditte Max & Go srl e Arosio Enrico, che risultano rispettivamente proprietaria dell'area e esecutrice dei lavori. Adesso, Commissario e uffici hanno individuato l'area che - se i responsabili non butteranno giù tutto - verrà acquisita al patrimonio comunale.

lunedì 14 marzo 2011

Pedemontana: di male in peggio

Pedemontana: di male in peggio

 
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Se Società Pedemontana sta dando il peggio di sé, redigendo progetti di pessima qualità infrastrutturale e inviando inadeguate lettere di esproprio, alla cittadinanza sempre più conviene fermare tale disastro.

Per fortuna che l' impegno straordinario di pochi, si sta trasformando in un impegno ordinario di molti. Saranno molto soddisfatti i comitati cittadini di Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Paderno Dugnano per come si è svolta l'assemblea di mercoledì 9 marzo a Baruccana di Seveso, ospiti del complesso parrocchiale San Clemente progettato dall'arch. Vittorio Gregotti.

Sala gremita, domande del pubblico e proficua raccolta di fondi: unici assenti, eccetto un rappresentante della lista "Seveso viva" peraltro all'opposizione, l'amministrazione comunale. Ma loro non si scoraggiano e proseguono imperterriti nell'informare e sensibilizzare la cittadinanza sul brutto progetto che Pedemontana vuole realizzare, tanto più che nuove e peggiori sorprese sono dietro l'angolo.

Il progetto infatti definitivo, non ancora esecutivo, ha subìto alcune nuove integrazioni, ma il risultato è un insulto non solo al buonsenso e alla tolleranza dei cittadini ma anche all'intelligenza dei tecnici competenti. Se si guardano con attenzione i disegni, ci si accorge che sono scomparse anche le opere di mitigazione previste.

Cosa significa? Scompare la copertura a verde e al suo posto la nuova autostrada sarà costruita con semplici barriere antirumore e una non meglio precisata copertura. Davvero un brutto manufatto, ben lontano ad esempio dalle opere eseguite sulla Como-Brogeda dalle autorità svizzere. Il rischio reale è che per la mancanza di soldi si giunga a realizzare le peggiori soluzioni.sezione del tratto autostradale denominato B2. A sinistra, il corpo scale dove termina la pista ciclabile

Ma la cosa ancor più ridicola sono le piste ciclabili disegnate nel progetto. Addirittura quella progettata in direzione Meda finisce contro un corpo scala. E infatti la vista del progetto suscita in sala una fragorosa risata da parte del pubblico presente ma anche la riprovazione dell'urbanista conferenziere per il quale " progettare una simile cosa è inammissibile, da incompetenti".

Attenzione anche agli espropri. Le lettere che la società Pedemontana sta inviando sono scorrette. I cittadini innanzitutto devono prestare molta attenzione alle procedure di esproprio. Innanzitutto è la società a dover comunicare loro l'importo di indennizzo.

Nel caso invece di "accordo bonario", che è l'altra procedura prevista, funziona se le parti contraenti, Pedemontana e cittadino, sono perfettamente informati, altrimenti il rischio è che il proprietario sia ingannato.

sulla sinistra, a sbalzo, la pista ciclabile

 E nell'eventualità che si concluda un accordo bonario, l'80 % della somma va data alla stipula (in contanti o con assegno circolare) e il restante 20% alla firma definitiva. Attenzione quindi agli espropriati: nelle lettere che Pedemontana sta inviando non è ben chiaro come, quanto e quando si viene risarciti.

 

Nel frattempo il ricorso al Tar del Lazio sta facendo il suo corso e i comitati sperano di andare davanti al giudice a dimostrare che il progetto presentato da Pedemontana è illegittimo e in palese violazione delle prescrizioni Cipe. In alternativa vogliono costruire un'autostrada che non devasti il territorio e che tuteli la salute dei suoi abitanti. Ma per ottenere questo obbiettivo c'è bisogno della collaborazione fattiva di tutti: basta informarsi, unirsi e fare pressione sulle amministrazioni locali affinché modifichino l'attuale progetto.

Chi abita in queste zone avrà tutto da perdere se passa il progetto di Pedemontana. Ci rimetterà in salute, in tranquillità e, perché no, anche in denaro, visto che ciascuno pagherà in media dai 300 ai 600 euro all'anno per l'utilizzo della nuova infrastruttura. Non sono motivi sufficienti per fermare questo progetto?

di elena bertani 

gli abusi edilizi dei Cannarozzo

Desio: uffici, case e autorimessa
Gli abusi edilizi dei Cannarozzo

  • 14 marzo 2011  www.cittadinomb.it

Desio: la palazzina dell'immobiliare Gefim di via Forlanini (Foto by Vismara)

Desio - Abusi edilizi da abbattere, come prevede la legge. Lo chiede il commissario prefettizio Maria Carmela Nuzzi alle società Gefim e Officina del Gusto, con sede in via Forlanini 71, considerate responsabili di "opere edilizie eseguite in assenza di titolo". E poi case, villette e un'autorimessa su un terreno agricolo a fianco della Valassina, con accesso dalla stessa superstrada. Tutto riferibile alle famiglie Cannarozzo.

Partendo da Gefim e Officina del Gusto, come hanno rilevato gli agenti della polizia locale lo scorso 19 novembre, le due società, una attiva nel settore immobiliare, l'altra nella ristorazione, hanno ampliato le loro sedi senza permesso. In particolare, nel loro sopralluogo, i vigili hanno verificato l'esistenza di un piano in più, il quarto, nella palazzina degli uffici della Gefim: 200 metri quadrati in più.

L'Officina del Gusto invece ha ampliato la superficie del locale dai 60 metri quadrati iniziali, dichiarati nel 2005 con la denuncia di inizio attività, ai 270 metri di oggi, "con la realizzazione di vani per attività di somministrazione di alimenti e bevande (ristorante) avente superficie lorda di pavimento di mq. 270 circa. L'intervento ha sostituito la preesistente costruzione realizzata in forza della denuncia di inizio attività del 21/6/2005, avente superficie lorda di pavimento pari a 60,37 metri quadrati" si legge nella delibera firmata in questi giorni dal commissario.

Il documento, che ha valore di una delibera di consiglio comunale, individua l'area da acquisire in caso di mancato abbattimento delle opere abusive. Il contenzioso prosegue da qualche mese. A dicembre infatti il comune ha avviato il procedimento, con l'ingiunzione di demolizione. I responsabili hanno chiesto l'applicazione alternativa di una sanzione pecuniaria. Cosa che per legge non è permessa. Hanno quindi proposto un progetto di sanatoria per il ristorante. Per poi annunciare di "procedere alle opere di demolizione, che avranno inizio il 31 marzo".

Quanto alle abitazioni e all'autorimessa abusive, la vicenda è partita nel 2004 con le relazioni della polizia locale che hanno sorpreso i lavori in corso per le opere abusive. Hanno fatto seguito le domande di sanatoria, presentate nel dicembre 2004 dai diretti interessati. Dania Cannarozzo ha chiesto la sanatoria per la "costruzione di casa unifamiliare composta da un locale oltre servizio, tettoia, cinta con passo carraio, il tutto su terreno agricolo". La domanda è stata respinta nel 2006.

L'altra sanatoria è stata avanzata da Massimiliano Cannarozzo per la "costruzione di porzione di villetta bifamiliare e box e recinzione, il tutto su area a destinazione agricola". Anche in questo caso, domanda respinta. Dal comune sono quindi partite le ordinanze di sospensione dei lavori, indirizzate sia ai proprietari (nello specifico, alla "Max and Co") sia alla ditta esecutrice, la "Arosio Trasporti", con la "diffida a demolire" quanto realizzato.

Il 26 dicembre 2010 la polizia locale scopre invece la presenza degli abusi: abitazione con portico, autorimessa, manufatti e recinzioni, passi carrai. E' quindi scattato il procedimento sanzionatorio a Massimiliano Cannarozzo, Dania Cannarozzo e alla ditta "Enrico Arosio" per opere "realizzate su un aree classificate nel Pgt come destinate all'agricoltura, a rischio di compromissione e degrado, con vincolo di fascia di rispetto stradale e di rispetto degli elettrodotti". In caso di mancato abbattimento, il comune acquisirà un'area di circa 12 mila metri quadrati.
P.F.

venerdì 11 marzo 2011

Il primo azionista di Serravalle e Pedemontana è indagato nell'inchiesta sui grandi appalti

Il primo azionista di Serravalle e Pedemontana e' indagato nell'inchiesta sui grandi appalti

Tempo di nomine nelle controllate della Provincia di Milano, a partire da Serravalle e a cascata Pedemontana e Tem. L'uomo del momento, si legge in un articolo di MF, e' Marzio Agnoloni, presidente di Serravalle, contestato da alcuni azionisti, ma che sembra ancora nelle grazie di Guido Podesta', presidente di Palazzo Isimbardi, primo azionista di Serravalle e Pedemontana. Le critiche ad Agnoloni riguardano i ritardi di Serravalle nel concedere il via libera al prestito ponte per Pedemontana, ma anche le sue vicende legali, visto che e' indagato nell'inchiesta sui grandi appalti, la stessa che coinvolge l'onorevole del Pdl, Denis Verdini. "Mi spacciano per amico di Verdini, quando l'avro' visto 6 o 7 volte in vita mia", commenta Agnoloni con MF-Milano Finanza. E' vero pero' che in molti si chiedono se sia il caso di riconfermare un presidente sotto indagine. "Quando ci sono state le perquisizioni a Milano e Firenze non avevo nemmeno capito qual era l'avviso di reato. Ho avvisato subito i componenti del cda, l'organo di vigilanza della societa' che ha confermato l'irrilevanza dell'indagine ai fini della Legge 231 oltre all'inconsistenza del reato". Il reato in questione e' la mendacio bancaria, reato proprio dei dipendenti degli istituti di credito. "Che si riferisce a un finanziamento da 150 milioni concesso da un pool di banche al gruppo Fusi che ho assistito in alcune fasi", precisa il presidente. Resta il dubbio che l'inchiesta possa togliere tempo e concentrazione per la Serravalle. "Me l'hanno chiesto anche in Commissione vigilanza in Provincia, ma si tratta di una contravvenzione, la cui ammenda massima prevista e' di 10 mila euro. Me ne occupero' poco o nulla. In ogni caso sono pronto a fare un passo indietro.

FONTE: borsaitalia

giovedì 10 marzo 2011

Desio, discarica abusiva: la Finanza torna in Comune

Desio, discarica abusiva: la Finanza torna in Comune

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

Gli inquirenti hanno chiesto le carte sulla presunta cava abusiva di via Villoresi

— DESIO —
UOMINI della Guardia di Finanza e della Procura, ormai, sono di casa. Quando arrivano in Comune a Desio non hanno certo bisogno, come i normali cittadini, di chiedere lumi su come districarsi nel ginepraio degli uffici. Vanno senza indugi nell'ala sinistra del palazzo, laddove c'è il Settore tecnico.

ENNESIMA visita ieri mattina, quando gli inquirenti sono andati a chiedere le carte in merito alla presunta cava abusiva di via Villoresi, scoperta qualche settimana fa dalla polizia locale nei pressi di un cantiere edile: una cava poi riempita, dai primi accertamenti, con valanghe di rifiuti, in particolare scarti edili. Una vicenda che ha fatto balzare una volta ancora agli onori delle cronache il consigliere regionale del Pdl Massimo Ponzoni, il cui nome risulterebbe tra i referenti di due delle tre società immobiliari con sede a Desio coinvolte nella vicenda (della terza, con sede a Cesano Maderno, risulterebbero proprietari Anna Maria Cacioppo ed Eugenio Cocozza, suoceri dello stesso Ponzoni). Gli uomini della Procura hanno chiesto i fascicoli relativi al cantiere edile nel quartiere di Spaccone, dove è in corso la realizzazione di palazzine. Obiettivo, andare a fondo nella vicenda, per accertare le responsabilità in questo ennesimo scempio ambientale in città, con decine di camion che facevano avanti e indietro dall'area, scaricando materiale laddove doveva sorgere poi un parcheggio (e non si conosce la destinazione della terra buona, che probabilmente è stata asportata e portata via, come spesso accade in queste vicende).

 

QUI SONO  attese anche le analisi dell'Arpa, per accertare che tipo di rifiuti sono stati sotterrati e a quale profondità, in modo così da poter pianificare la bonifica. Gli esiti sono attesi anche nei residenti del rione, pronti a dare battaglia attraverso il Comitato di quartiere. Una nuova piaga per il territorio desiano, con discariche grandi e piccole che spuntano in ogni dove. Tanto che Alternativa Verde per Desio, un gruppo molto sensibile a questi temi, ha avviato un censimento permanente on line, aggiornato a ogni nuova scoperta. «Le ferite ecologiche di Desio», questo il significativo nome scelto per la rubrica attivata sul proprio sito internet, dove «tra cave autorizzate, discariche abusive ed altre aree degradate - spiegano gli attivisti del gruppo - arriviamo a 400mila metri quadrati di territorio».

IL CENSIMENTO è già arrivato a sei maxi aree, ognuna delle quali è contraddistinta da cartina, foto satellitare, dati, rassegna stampa e quant'altro. Non solo: sono state anche tutte visualizzate in una apposita cartina di Google maps, da dove ben si evidenzia lo stato del territorio desiano.

lunedì 7 marzo 2011

Desio, il Commissario ordina tolleranza zero per gli abusi edilizi

Desio, il commissario ordina tolleranza zero per gli abusi edilizi

da Il Giorno

— DESIO —
O ABBATTE CIÒ CHE NON È in regola o lo acquisiamo nel patrimonio comunale, e ci pensiamo noi. Il Comune di Desio va avanti per la strada della tolleranza zero verso i tanti, troppi, abusi edilizi della città. Una strada che il commissario prefettizio Maria Carmela Nuzzi, insieme agli uffici preposti, sta battendo con determinazione (anche se restano sempre alcuni nodi, come quello della villetta abusiva di via Ferravilla). L'ultima dimostrazione è la delibera con cui, in settimana, la dottoressa Nuzzi ha dato l'aut aut imposto dalla legge alla Gefim srl e alla Officina del Gusto MB srl, che hanno le loro attività, attaccate, in via Forlanini 71. Le due società, infatti, si sono rese protagoniste di numerosi abusi, rilevati dalla polizia locale nel novembre scorso: in particolare la società immobiliare ha realizzato un piano in più nella sua moderna palazzina degli uffici, 200 metri quadrati di superficie, più l'accesso dell'ascensore, 125 metri di terrazzo, e quant'altro. L'altra, invece, ha ampliato abusivamente il fabbricato «con la realizzazione di vani per attività di somministrazione di alimenti e bevande (ristorante) avente superficie lorda di pavimento di mq. 270 circa», come si legge nella delibera, e «l'intervento ha sostituito la preesistente costruzione realizzata in forza della denuncia di inizio attività del 21/6/2005, avente superficie lorda di pavimento pari a 60,37 metri quadrati». Il primo dicembre il Comune ha avviato il procedimento sanzionatorio, dando venti giorni per la presentazione di memorie scritte e documenti pertinenti.

I responsabili hanno chiesto l'applicazione della sanzione pecuniaria, alternativa alla demolizione, ma per legge sarebbe possibile solo per gli "interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire", mentre qui si è trattato di «interventi eseguiti in assenza di permesso». Il 13 gennaio è stata inviata anche una lettera in cui la società diceva di voler presentare progetto di sanatoria, relativamente al ristorante; mentre il 4 febbraio è arrivata in municipio la comunicazione in cui i proprietari, ormai alle strette, affermano di «voler procedere alle opere di demolizione, che avranno inizio il 31 marzo».

giovedì 3 marzo 2011

PROCESSO per Jack e Simo + eventuale FESTA in TORTUGA

Dopo l'udienza a Monza H10,30 presso tribunale di piazza Garibaldi
allo SPAZIO TORTUGA LIBERATO (Via Erodoto 16 - MM1 Precotto)
H 18,00 INAUGURAZIONE MOSTRA STUDENTI ''BRERA'', H 20,00 CENA&DANZA

VI ASPETTO IN MATTINATA A MONZA E IN TORTUGA (H18,00) PER FESTEGGIARE, SI SPERA ... naturalmente siete tutte/i invitati!