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venerdì 25 febbraio 2011

Desio, una discarica abusiva al giorno

Desio, una discarica abusiva al giorno

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

 

Olii industriali in via Calvino, eternit e mattoni in via Leoncavallo

— DESIO -
QUALCUNO, qualche mese fa, l'aveva ribattezzata «Desio città discarica». Non certo rendendo felice chi l'amministrava e chi ci abita. Ma la situazione, da queste parti, si scopre assai più drammatica, di quanto apparisse allora. Perchè discariche abusive di ampie dimensioni, con rifiuti e scarti di tutti i tipi, anche inquinanti, spuntano ormai al ritmo di una a settimana. E non parliamo di quattro sacchi della spazzatura lasciati accanto alla strada.

LE ULTIME, tristi, scoperte - dopo quella di via Villoresi - sono arrivate nelle ultime ore in via Calvino e in via Leoncavallo. Sempre in periferia, a testimonianza di un perimetro desiano letteralmente abbandonato da anni al suo destino. Nonostante tutti i controlli e gli sforzi delle forze dell'ordine. In via Calvino la polizia locale ha rintracciato un deposito di automezzi e, accanto, fusti di olii, materiale edile, contenitori di gasolio, tubazioni, container, pneumatici, carcasse di auto: sarebbero abusivi sia il deposito che quanto è stato scaricato dentro. Il Comune ha già inviato la comunicazione di avvio del procedimento per il ripristino ambientale, in un terreno in teoria agricolo, alle tre società che ne sarebbero le referenti. Poco dopo, a seguito di una segnalazione anonima giunta al Comitato di quartiere di Spaccone, ecco spuntare un'altra discarica in via Leoncavallo: montagne di terra dalle quali spuntano lastroni di eternit, scarti edili, contenitori arrugginiti.
I vigili sono usciti per fare le foto, i rilievi e stanno cercando di risalire ai proprietari. «Sono andato e ho visto eternit da tutte le parti - racconta Camillo Redaelli, presidente del Comitato che poi ha allertato i vigili - ho il riscontro che si tratta di qualcosa di datato ed è un vero disastro».

UN PROLIFERARE incessante, che fa rialzare i toni anche della contesa politica: «Nella discarica di via Villoresi due delle società coinvolte fanno riferimento a Massimo Ponzoni, la terza società è dei suoceri - dice Lucrezia Ricchiuti in un comunicato -, cosa aspetta il Pdl a prendere le distanze da questo personaggio? La discarica di via Calvino è inquietante anche perchè pare ci siano stati sversamenti di liquidi oleosi nel terreno. Anche in questo caso chi pagherà la bonifica? Intanto nulla è stato fatto per quella di via Molinara».

giovedì 24 febbraio 2011

Lissone, nove Comuni per Pedemontana

Lissone, nove Comuni per Pedemontana

da Il Giorno
articolo di 
FABIO LUONGO

 

Servono soluzioni per gestire il traffico e assicurare i collegamenti

— LISSONE —
UN TAVOLO di lavoro unico che raccoglie assieme giunte e tecnici dei Comuni di Lissone, Desio, Albiate, Biassono, Macherio, Sovico, Vedano, Muggiò e Monza, con lo scopo di analizzare tutte le richieste relative al tracciato della Pedemontana e alle opere connesse, per presentare rapidamente alla società costruttrice dell'autostrada proposte unitarie e condivise, che siano tra loro coerenti e garantiscano quindi «la continuità territoriale». Un tavolo su cui elaborare ipotesi di soluzioni per gestire la circolazione e il traffico durante il periodo dei cantieri, capendo quali strade saranno interrotte e quale viabilità alternativa sia possibile, per assicurare i collegamenti con gli ospedali, le stazioni ferroviarie e gli altri servizi fondamentali. Un tavolo che stili l'elenco delle opere di mitigazione ambientale necessarie, valutando anche gli eventuali progetti di collegamenti ciclopedonali già ideati da ogni Comune. È l'iniziativa promossa dall'amministrazione lissonese nelle vesti di un «Tavolo tematico Pedemontana», che ha già svolto una prima riunione alla quale hanno preso parte rappresentanti dei 9 Comuni della zona coinvolti dall'intervento autostradale.

«C'È LA NECESSITÀ di giungere a futuri incontri con Provincia, Regione e Pedemontana Spa, dove si decideranno gli interventi a carattere sovracomunale - spiega il sindaco Ambrogio Fossati -. Tra gli obiettivi primari c'è la costituzione di un tavolo che sia in grado di affrontare organicamente le problematiche tecniche e operative di macro-scala, dove i Comuni possano presentare tutte le loro istanze, arrivando così a ipotesi risolutive in tempi brevi, condivise e che garantiscano la continuità territoriale». Occorre poi gestire «la mobilità e la circolazione sulla rete stradale urbana all'esterno del cantiere: diversi Comuni, partendo da Lissone, si troveranno fortemente condizionati da varie aree di cantiere, dovendo comunque garantire le emergenze, il trasporto pubblico e la viabilità ordinaria». Altro obiettivo, la compilazione di un elenco di opere di compensazione ambientale. «È necessario anticipare le strategie e gli interventi alle fasi di cantierizzazione - sottolinea Fossati -, per evitare ricadute negative sul territorio». I 9 Comuni hanno già iniziato a discutere su quali strade saranno interrotte durante i cantieri e «come procedere per le deviazioni, con particolare riguardo alla salvaguardia dei collegamenti con ospedali e trasporto pubblico», nonché della questione del tratto della Sp6 dietro l'ospedale San Gerardo.

Opposizioni:«Vogliamo chiarimenti»
— LISSONE —
CONVOCARE al più presto una seduta di Consiglio appositamente dedicata al tema della Pedemontana, per rendere noti a tutti tempistiche dei lavori e dettagli del progetto definitivo, specialmente per quel che concerne il territorio di Lissone. È quanto domandano le opposizioni, che hanno depositato in municipio una richiesta formale al presidente del «parlamentino» locale Giorgio Mussi e al sindaco Ambrogio Fossati. Il documento, sottoscritto dal gruppo Pd-Vivere Lissone, dalle liste civiche del «Listone» e da «Per Lissone Oggi», chiede «una riunione urgente del Consiglio, nella quale il sindaco e la Giunta relazionino sullo stato del progetto di Pedemontana», in particolare per quanto riguarda «progetto definitivo-esecutivo, cronoprogramma ed eventuali espropriandi». Il pericolo paventato è «che non vengano recepite tutte le prescrizioni del Cipe, ma solo le principali, con rischio ancora maggiore che non vengano accolte le raccomandazioni impartite dallo stesso Cipe, e sarebbe più difficile proporre correttivi dopo l'ultimazione del progetto esecutivo».

mercoledì 23 febbraio 2011

Triste anniversario: un anno dallo sversamento di petrolio nel lambro

23 febbraio>per non dimenticare:

insu^tv e teleimmagini?

pubblicano su internet la versione integrale e libera del docu_film "un po di petrolio"
ultima produzione dedicata a quel disastro,
per vederla clicca
qui


chiediamo a tutt* di diffondere e ripubblicare questo lavoro su siti, blog e social network.
l'ennesimo disastro ambientale per fini economici, è scomparso dai media ufficiali troppo rapidamente,
tocca a noi sollevare l'attenzione sul caso.

copiate e incollate il testo che segue nel vostro sito: avrete il video liberamente,
oppure socializzate semplicemente il link del film da youtube.

nicolangrisano

codice per incorporare il video:
<iframe title="YouTube video player" width="480" height="390" src="http://www.youtube.com/embed/VAHlRCjTH-g" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>








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martedì 22 febbraio 2011

Smog, a Milano i bambini più malati

 
i dati della Clinica pediatrica I dell'università Statale

Smog, a Milano i bambini più malati

In media 6 o 7 infezioni nei primi 3 anni di anni di vita
e 4-5 negli anni successivi. Anche il fumo sotto accusa

i dati della Clinica pediatrica I dell'università Statale

Smog, a Milano i bambini più malati

In media 6 o 7 infezioni nei primi 3 anni di anni di vita
e 4-5 negli anni successivi. Anche il fumo sotto accusa

(Newpress)
(Newpress)
MILANO - Respiro malato per i bambini di Milano, che rispetto ai coetanei del resto d'Italia finiscono sul podio per numero di infezioni respiratorie totalizzate ogni anno: in media 6 o 7 episodi nei primi 3 anni di anni di vita e 4-5 negli anni successivi. Circa il 30-35% in più che al Centro-Sud o comunque lontano dalle aree metropolitane, e fino al doppio se come pietra di paragone si prende una città siciliana.

SMOG E ALLERGIE - Un record assoluto che dipende anche dai livelli di smog, considerando che nei giorni di Pm10 alle stelle gli accessi di casi gravi al pronto soccorso aumentano, fra gli adulti ma anche tra i bambini». E «la combinazione inquinamento-allergie rischia di trasformarsi in una "mistura letale"». A fotografare la salute dei piccoli milanesi sono Susanna Esposito, direttore della Clinica pediatrica I dell'Università statale, e Maria Francesca Patria dell'ambulatorio di Pneumologia e allergologia pediatrica. Raffreddori, otiti, tonsilliti, ma anche bronchiti e polmoniti ricorrenti: queste le «croci» dei bimbi meneghini che, «perlopiù nel periodo invernale, si ammalano anche da una a 3 volte al mese», calcola Esposito. Piccoli sempre a letto, che sono comunque aumentati in tutta la Penisola: «Se negli anni 80 la percentuale di bambini colpiti da infezioni respiratorie fino a 8 volte l'anno nei primi 3 anni di vita, e fino a 6 volte dopo, era pari a circa il 5% - sottolinea l'esperta -, ora siamo arrivati al 25%». In 30 anni il dato è quadruplicato.

ANTIBIOTICI - «L'ansia dei genitori nel cercare di anticipare il più possibile la guarigione - aggiunge Esposito - li spinge a ricorrere all'antibiotico prima del tempo o addirittura quando non serve, sia facendo pressione sul pediatra sia ricorrendo al fai-da-te. Un doppio errore», avverte la specialista: primo perché «nel 60% dei casi (e nel 70% al di sotto dei 3 anni) l'infezione non è batterica, bensì virale, quindi l'antibiotico è del tutto inefficace», e secondo perché «l'uso eccessivo o scorretto degli antibiotici favorisce la diffusione di batteri resistenti». Sempre per la fretta di rimettere in piedi il piccolo il prima possibile, mamma e papà le provano tutte: «Il 25% dei genitori ricorre a rimedi "alternativi" come fitoterapia, zinco, propoli, echinacea o altri prodotti di erboristeria», elenca Esposito. Troppi bambini, insomma, tornano in classe imbottiti di farmaci o di cure dolci, ma ancora «untori». La guarigione invece ha i suoi tempi: «L'anno scorso, durante la pandemia di influenza A/H1N1, si raccomandava di tenere a casa il bimbo almeno una settimana. Anzi, si è visto che l'infezione durava in media 11 giorni».

FUMO PASSIVO - Ma le esperte «bacchettano» i genitori milanesi anche sul fronte fumo: «Troppe mamme perseverano nel vizio senza capire che causano un grave danno al figlio, perché le vie aeree iposviluppate per colpa della sigaretta passiva sono anche meno capaci di rispondere agli attacchi esterni», dice Patria. «Tutti i genitori tabagisti dicono di fumare sul balcone, ma non è così: fumano addirittura in reparto, nella stanza del figlio ricoverato - testimonia Esposito -. Inutile poi affittare la casa al mare e mandarli in riviera per qualche settimana». Per sensibilizzare i genitori su come gestire al meglio le infezioni respiratorie sempre più frequenti nei bimbi - e soprattutto per aiutarli a capire se i malanni sono solo una questione di sistema immunitario ancora immaturo o piuttosto nascondono un problema cronico come l'asma - la Clinica pediatrica I ha attivato da quest'anno al Policlinico l'ambulatorio di Pneumologia e allergologia pediatrica. La struttura mette a disposizione un team multidisplinare in grado di offrire tutti gli approfondimenti diagnostici del caso, oltre alle eventuali cure semi-intensive o intensive per i casi da ricovero. (Fonte: Adnkronos)


22 febbraio 2011

 

Infinito, 100 imputati chiedono l'abbreviato: processo a maggio

Infinito, 100 imputati chiedono
l'abbreviato: processo a maggio

  • 22 febbraio 2011   da www.ilcittadinomb.it

'ndrangheta, cinquanta arresti in Brianza

Monza - In vista della prima udienza del processo "Infinito", più di cento tra i 175 arrestati nella maxi-operazione sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Brianza e in Lombardia, hanno chiesto di essere processati con l'abbreviato. Il rito alternativo, prevede il beneficio dello sconto di un terzo della pena. Lo scorso dicembre, i pm della distrettuale di Milano avevano chiesto il processo con giudizio immediato per i 175 imputati, tra cui i capi dei "locali" di 'ndrangheta radicati nel capoluogo, nell'hinterland e soprattutto in Brianza. Il gip Andrea Ghinetti aveva accolto la richiesta, e fissato la data per il maxiprocesso per il prossimo 11 maggio. Ora la richiesta di abbreviato da parte di un centinaio di imputati. Tra i vari clan individuati dagli inquirenti, spiccano quelli di Desio, Seregno, e Giussano. L'inchiesta, ha fatto emergere anche collegamenti tra malavitosi ed esponenti della politica provinciale di Monza, nonché funzionari pubblici cittadini, oltre a infiltrazioni di aziende in odore di mafia nei cantieri monzesi, come la costruzione del Rondò dei Pini.
f.ber.

Desio, cava abusiva via Villoresi spunta anche Massimo Ponzoni

Desio, cava abusiva via Villoresi
spunta anche Massimo Ponzoni

  • 21 febbraio 2011  www.cittadinomb.it
  • Desio - Non solo la suocera. Dietro la presunta cava abusiva di rifiuti di via Villoresi spunta direttamente il nome di Massimo Ponzoni, consigliere regionale del Pdl. Il politico desiano risulta infatti tra i proprietari di due delle tre società attive sull'area dello Spaccone, dove, secondo la relazione dei vigili, sono stati interrati rifiuti di dubbia provenienza, la Mistral Immobiliare, con sede legale in via Pio XI a Desio e la Immobiliare Briantea, con sede in via Matteotti, sempre a Desio. Della terza società, la Europa Case, con sede a Cesano Maderno, risultano proprietari Anna Maria Cacioppo (come era già stato rivelato la scorsa settimana ) ed Eugenio Cocozza, suoceri di Ponzoni.

    Tutto in famiglia, insomma. Amministratore unico della Mistral (di cui Ponzoni possiede una quota) è invece Angelo Cattaneo, suocero di Ignazio Marrone, finito in carcere lo scorso mese di luglio, nell'ambito dell'operazione anti ndrangheta Infinito. Le tre società stanno costruendo delle palazzine in via Villoresi, allo Spaccone. Il rapporto della polizia locale, datato primo febbraio 2011, riferisce di "movimenti di terreno e presenza di rifiuti, presumibilmente derivanti da attività edilizia", sull'area a pochi metri di distanza dai nuovi condomini, che la proprietà privata ha ceduto al comune,come onere di urbanizzazione.

    Per questo motivo, i titolari delle ditte sarebbero stati anche denunciati per furto di terra. In pratica, sono accusati di aver asportato terra e di aver riempito la buca con rifiuti illeciti. I responsabili sono stati colti sul fatto. La polizia locale li ha sorpresi infatti il 26 gennaio, con una ruspa in azione. Sarà da chiarire se i rifiuti interrati siano pericolosi o no. L'Arpa dovrà esaminare dei campioni. Mentre alle società coinvolte il comune, come da prassi, ha chiesto di avviare una propria indagine sul terreno, da inviare poi all'Arpa.

    Intanto, il Pd in Regione è pronto ad una nuova battaglia. "Ponzoni deve dare le dimissioni, almeno dalla segreteria del consiglio regionale – dice il consigliere d'opposizione Pippo Civati – Ormai è stato superato ogni limite. Soprattutto a Desio,dove, per quello che è successo, occorrerebbe avere un atteggiamento irreprensibile". Alza la voce anche il neonato comitato di quartiere San Vincenzo – Spaccone: "Il Comitato –dice il presidente Camillo Redaelli - vigilerà attentamente sull'evolversi della situazione. Saranno prese le opportune iniziative per difendere il territorio e la salute dei suoi abitanti nel caso fosse necessario".
    P.F.

lunedì 21 febbraio 2011

Desio, incontrò gli 'ndranghetisti - ha rifiuti speciali non autorizzati

Desio: incontrò gli 'ndranghetisti
ha rifiuti speciali non autorizzati

Desio, il presunto deposito abusivo di via Calvino (Foto by farina p K49)

Desio - Rifiuti speciali, contenitori da mille litri con lubrificanti, serbatoi pieni di gasolio. Tutto abusivo, secondo quanto rilevato dalle forze dell'ordine. E' la nuova discarica a cielo aperto scoperta in città. Si trova in via Calvino, nel tratto terminale della Tangenzialina Ovest. Un deposito abusivo di automezzi. In settimana lo sportello territorio e ambiente del comune ha pubblicato la comunicazione dell'avvio di procedimento nei confronti dei presunti responsabili. La relazione dei vigili è datata 6 dicembre 2010.

Ma i carabinieri stanno già indagando da qualche mese . I documenti descrivono la presenza di rifiuti di ogni genere, tra cui lubrificanti e gasolio. Forse sono stati sversati anche nel terreno. Saranno le indagini dell'Arpa a verificare eventuali contaminazioni. Ma non è questa l'unica novità. Emerge infatti uno scenario più complesso, perché uno dei proprietari compare anche nelle intercettazioni dei carabinieri, nell'ambito dell'inchiesta Infinito della scorsa estate contro la 'ndrangheta.

E' Antonio Farina, 47 anni, originario di Vibo Valentia, residente a Cusano Milanino, titolare della Lu.Ma group, società di autotrasporti con sede legale a Vibo Valentia, una delle tre ditte attive sul terreno abusivo di Desio. Farina, amministratore unico della società dallo scorso mese di luglio, secondo quanto rivelato dalle intercettazioni, ha preso parte ad un incontro tra i membri della 'ndrina di Desio il 7 marzo 2009 in un ristorante della città, organizzato da Pio Candeloro, uno dei capi del locale desiano. (Farina non è comunque indagato nell'inchiesta Infinito) .

Alla sua ditta e alle società Immobiliare Srl di Milano (legale rappresentante Maria Marano) e Dieci Mattoni Srl di Milano (legale rappresentante Luigi Carraro) è stata inviata la comunicazione di avvio dei procedimenti, per "attivazione abusiva di deposito a cielo aperto di automezzi, attrezzature da cantiere e materiale edile, rifiuti urbani e speciali (contenitori di plastica con liquidi non meglio identificati e serbatoi contenenti verosimilmente gasolio)", come si legge nel documento firmato dal funzionario comunale Giuseppe Santoro.

L'area è di destinazione agricola e considerata da tutelare, perché è di collegamento ai parchi locali di interesse sovracomunale. I vigili hanno trovato una "notevole quantità di attrezzature da cantiere, tra tubi, condotte fognarie e gru, container, sacchi di immondizia, materiali derivanti da scavi e demolizioni, pneumatici, parti di veicoli dismessi, numerosi contenitori di plastica da mille litri contenenti liquidi presumibilmente lubrificati e tre serbatoi di diverse capacità contenenti verosimilmente gasolio". Il comune ha avviato la procedura per la cessazione dell'attività e l'eventuale bonifica.
P.F.

Desio, in 500 scrivono a Napolitano: no a questa Pedemontana

Desio, in 500 scrivono a Napolitano: no a questa Pedemontana    
Attualità
Scritto da Mirko Dado   
Lunedì 21 Febbraio 2011  da www.mbnews.it

pedemontanaAvranno sicuramente altro a cui pensare, Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi, eppure un nutrito gruppo di cittadini di Desio pensa, e spera, che possano trovare un attimo di tempo anche per ascoltare le loro richieste. Quali? Di fermare, o almeno variare in maniera considerevole, la Pedemontana.

In 500 e passa hanno firmato una lettera inviata alle due massime cariche dello Stato, e a scendere anche a Formigoni, Allevi e al commissario prefettizio Maria Carmela Nuzzi, per esporre i propri dubbi e le proprie, fortissime, preoccupazioni per la nuova autostrada che passerà sotto le proprie abitazioni. Un'iniziativa che si aggiunge a quella che li ha visti chiedere aiuto a un avvocato per la tutela dei propri interessi sul fronte degli espropri.

Nel documento, i cittadini riunitisi in Comitato – sostenuti da ex consiglieri comunali e professionisti – evidenziano una serie di pericoli, a loro giudizio: quello di un progetto vecchio "di una autostrada a otto corsie che passa a cielo aperto tra le nostre case senza il rispetto delle normative vigenti"; di ingorghi nella viabilità locale, di aumento dell'inquinamento e delle relative malattie, di spreco di denaro pubblico, di sbancamento di terreni che racchiudono la diossina dell'ex Icmesa, di infiltrazioni della 'ndrangheta.

E si pongono numerosi interrogativi: «È normale che questa autostrada non sia intermodale? Ovvero che non comunichi con le ferrovie grazie a nodi di interscambio per spostare merci da gomma a ferro e viceversa? E' normale che Pedemontana mostri disinteresse per le innumerevoli discariche presenti sul proprio tracciato, anzi faccia di tutto per evitarle e non bonificarle? È normale che tutto questo lo paghi la Brianza? È normale che tutte le modifiche che sono state fatte siano state fatte non per fare meglio l'autostrada, ma per risparmiare sul bilancio? (opera fatta con soldi nostri poi...). Di modifica in modifica, i tracciati sono passati da interrati a trincea in mezzo ai paesi. Le gallerie sono rimaste solo a Macherio. È normale che tutte le richieste fatte da cittadini per impattare in maniera minore sul territorio, e magari con un risparmio economico per Pedemontana, non siano state accolte?».

Domande che hanno rigirato ai più alti vertici del nostro Paese, sperando in un aiuto, perchè «l'opera così come oggi è concepita – scrivono - devasta la città di Desio, così come molti altri Comuni della Brianza, e certamente non fornisce alcun vantaggio né al territorio né ai cittadini. Nemmeno chi userà l'autostrada avrà grandi benefici: a fronte di un pedaggio tre volte superiore a quello di Autostrade per l'Italia, la società Pedemontana spa si è posta come obiettivo di ridurre il tempo di percorrenza da Bergamo a Malpensa, passando dagli attuali millantati 90 minuti a 60 minuti. Possono questi millantati 30 minuti di risparmio previsti, giustificare lo scempio del territorio e i danni non rimediabili per la salute dei cittadini? Leggendo la Costituzione noi siamo sicuri di poter dire di no».

Desio, in duecento per dire no alla Pedemontana

Desio, in duecento per dire no alla Pedemontana

da Il Giorno
articolo di
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

«Ci sentiamo smarriti e abbandonati di fronte a un progetto che stravolgerà il territorio»

— DESIO —
AL GRIDO DI «NO a questa Pedemontana» circa 200 cittadini si sono ritrovati giovedì sera in Sala Pertini per un incontro in cui delineare le strategie difensive contro un progetto che ritengono troppo invadente e dannoso per il territorio. «Ancora una volta abbiamo potuto constatare quanta e quale disinformazione e senso di smarrimento c'è in merito a Pedemontana nella nostra città - spiega Damiano Pioltelli, ex consigliere comunale che sta seguendo passo dopo passo la vicenda e ha fatto da moderatore -. Il cittadino si sente impotente e abbandonato». I cittadini hanno chiesto aiuto a un legale, per valutare il da farsi soprattutto sul fronte degli espropri. Non solo: hanno scritto una lettera addirittura al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi (e a tutte le autorità regionali, provinciali e locali) in cui spiegano le ragioni delle loro forti preoccupazioni, chiedendo la cancellazione dell'attuale progetto o almeno una radicale modifica.

Otto i punti toccati: «Il progetto è vecchio e frutto di compromessi politici che hanno prevaricato gli studi tecnici effettuati - spiegano i promotori dell'iniziativa, firmata da oltre 500 cittadini -. Si tratta di un'idea risalente ai primi anni '60, quando il territorio era completamente diverso: i paesi oramai si susseguono nella nostra zona senza interruzioni. Questo significa che nella zona che va da Usmate a Desio ci ritroveremo un'autostrada a 8 corsie che passa a cielo aperto tra le nostre case senza il rispetto delle normative vigenti. Ed è concepita proprio come una strada di cinquant'anni fa». Parlano di un "progetto nato male": «Di fatto tra Desio e Bovisio si creerà un collo di bottiglia per il traffico perenne - sostengono - E poi è normale che un'autostrada non comunichi con le ferrovie grazie a nodi di interscambio? E' normale che Pedemontana mostri disinteresse per le innumerevoli discariche presenti sul proprio tracciato, anzi faccia di tutto per evitarle e non bonificarle? E' normale che tutto questo lo paghi la Brianza? E' normale che tutte le modifiche che sono state fatte siano state fatte non per fare meglio l'autostrada, ma per risparmiare sul bilancio? E' normale che tutte le richieste fatte da cittadini per impattare in maniera minore sul territorio, e magari con un risparmio economico per Pedemontana, non siano state accolte?». Non solo. Nella lettera evidenziano i rischi di aumento delle malattie causate dall'inquinamento («Desio si troverà chiusa ad ovest dalla supestrada Milano - Meda, a nord dalla Pedemontana, a est dalla Valassina, a sud a soli 4 km è prevista la Monza - Rho»), di spreco di denaro pubblico, di diossina per lo sbancamento necessario alla costruzione della stazione di servizio a ridosso dell'ospedale, essendo quest'area interessata da inquinamento da diossina nel caso Icmesa.

sabato 19 febbraio 2011

[desio5stelle] sogno all'incontrario

...solo per ricordare che questo brano per il volantino è "liberamente" tratto da un testo di Adriano Celentano (trasmissione SVALUTESCION, 1992), ripreso poi da Paolo Rossi (trasmissione SU LA TESTA) ...forse è meglio citarli, prima di essere citati (in tribunale)!! : )

mariagrazia


HO FATTO UN SOGNO: DESIO ALL'INCONTRARIO

Ho fatto un sogno. Desio è una città pulitissima, dove nei campi si trova solo erba. Nei parchi pubblici i giochi per i bimbi sono in ordine e se una giostra si rompe, gli adolescenti si impegnano a ripararla, senza che nessuno glielo chieda. Il centro della città si è trasformato in una enorme piazza, dove le macchine non possono entrare e dove i bambini disegnano in mezzo alla strada su lunghissimi rotoli di carta, mentre i papà chiacchierano, le mamme fanno compere, i negozi sono pieni, gli anziani discutono, i tavolini dei bar sono affollati e i ragazzi si divertono a suonare su un palco permanente, messo a disposizione dall'amministrazione comunale.

L'accesso all'informazione e alla conoscenza tramite internet senza fili è libero e gratuito in ogni angolo della città. Il comune promuove corsi di alfabetizzazione informatica per tutti i cittadini. Ciascuno si forma le proprie opinioni liberamente e la televisione è una scatola vecchia che non si usa più.

Sulle strade i pedoni e i ciclisti non rischiano la vita, le piste ciclabili hanno preso il posto dei parcheggi e tutta la città è percorribile con le biciclette, in piena sicurezza. Le auto sono tollerate ma hanno vita dura, i veri padroni dello spazio pubblico sono i pedoni e i ciclisti, in netta maggioranza. Uno spaccato di Germania nel cuore della Brianza. Finalmente si respira aria decente.

Il vecchio inceneritore è stato chiuso una volta per tutte... e di quello nuovo neanche a parlarne. I cittadini, informati correttamente, si impegnano a ridurre i rifiuti e a fare la raccolta differenziata. Desio, primo comune della Lombardia, adotta la strategia rifiuti zero entro il 2020 imitando altri 15 comuni in Italia.

La crisi e la disoccupazione sono solo un ricordo; al posto delle industrie inquinanti ci sono tante piccole imprese della green economy e le persone lavorano per vivere e non vivono per lavorare. La montagna di soldi previsti per la Pedemontana sono stati utilizzati per potenziare i mezzi pubblici e favorire il telelavoro. Molte persone lavorano da casa e quelle che si recano al lavoro, usano treni e autobus puliti, rapidi e puntuali.

Tutti capiscono il valore del verde ed è vietato costruire sul poco suolo rimasto. L'attività edilizia si concentra sulla riqualificazione dell'esistente e ogni edificio in ristrutturazione viene coibentato perfettamente e sui tetti vengono montati i pannelli solari. Desio diventa una transition town, dove i cittadini si aggregano liberamente, condividono esperienze e sperimentano nuovi stili di consumo e di vita.

Naturalmente la mafia non è mai arrivata in città. I commercianti non pagano il pizzo, i rifiuti tossici non finiscono nelle cave, non ci sono politici al servizio degli uomini "di fiducia".

La gente si reca spesso al cinema e al teatro della città, di sera c'è sempre qualche proposta interessante per uscire e stare in compagnia.

Il consiglio comunale viene trasmesso on line. Gli assessori e i consiglieri hanno una pagina personale sul sito del Comune, dove sono tenuti a pubblicare il proprio curriculum e a rispondere alle domande dei cittadini. I cittadini non considerano più la politica come "una cosa sporca". Tutti hanno compreso che per tenere lontano la mafia e il malaffare occorre informarsi e impegnarsi in prima persona, senza deleghe in bianco. Nessuno pensa più che la politica non lo riguardi e che mettere una crocetta una volta ogni tanto sia sufficiente per soddisfare il proprio senso civico. I vecchi politici sono stati accantonati, come figure preistoriche, fuori tempo. Tutti i cittadini partecipano alla vita dei partiti, dei movimenti e delle liste civiche, a seconda delle loro idee politiche. Le associazioni di volontariato e i comitati prosperano. Nello statuto del Comune è incoraggiato il coinvolgimento dei cittadini e la democrazia diretta: assemblee pubbliche, consigli comunali aperti, consultazioni popolari sono strumenti abituali per la gestione della cosa pubblica. Si è finalmente capito che la qualità della vita dipende dalla qualità della politica e che la qualità della politica dipende dall'impegno e dalla partecipazione di tutti.

Il mio augurio per Desio è che qualche pezzo di questo sogno possa diventare realtà prima o poi!


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lunedì 14 febbraio 2011

Osservazioni Pedemontana, la spa smentisce "anche a penna e fai da te"

Osservazioni, la spa smentisce
«Anche a penna e fai da te»

  • 14 febbraio 2011 da www.cittadinomb.it
  • Desio - Come far pervenire le osservazioni a Pedemontana? Le istruzioni sono riportate nel sito della società. Troppo complicato? Forse sì. Allora le chiediamo al direttore Umberto Regalia. Con calma, le mette in fila. "Bisogna scrivere a Società Autostrada Pedemontana Lombarda Spa, piazza della Repubblica 32, Milano. Non c'è bisogno di rivolgersi a professionisti, avvocati, notai o ingegneri".

    Ma tutti sono convinti del contrario. E' la Regione stessa che l'ha suggerito a qualcuno: deve scrive un esperto. "Niente di più falso. Riceviamo centinaia di lettere da gente comune. Non è neppure obbligatorio scrivere a macchina o col computer. Va bene scrivere a mano, l'importante – scherza il direttore Regalia - è avere una scrittura migliore della mia, illeggibile".

    Le osservazioni vanno spedite tramite raccomandata con ricevuta di ritorno? "Ma no. Posta libera, in buste normali. Anche via fax al numero 02-67742156". Eppure il sito dice così. Cosa si deve scrivere, con che forma? "Le osservazioni possono essere di diversa natura. La prima è quella correttiva, di chi dice: ho visto il mio nome tra gli espropriati, ma c'è un errore, io quel terreno l'ho venduto tempo fa.

    Oppure: non è mio, vi sbagliate. C'è quella che interessa proprietà comuni o di condominio. Capita che i condomini abbiano ceduto spazi al Comune per il marciapiede e che il Comune doveva fare propri, ma non lo ha fatto. Poi ci sono le osservazioni di chi fa proposte: se passate tre metri più in là (dicono ad esempio) evitate di distruggere un muro di cinta. Sono le osservazioni di chi vede, verifica e dice.

    Osservazioni fondamentali per noi per gestire la partita. A volte, lo sappiamo, spostarsi di un metro evita di tirar giù un muro" . Le osservazioni vanno spedite entro 60 giorni dalla pubblicazione degli avvisi di esproprio, cioè entro il 20 febbraio.
    Eg.Fa.

osservazioni per pedemontana "si rivolga a un bioingegnere"

Osservazioni per Pedemontana
«Si rivolga a un bioingegnere»

Desio - Il percorso per tentare di contattare Pedemontana o chi possa dare spiegazioni sulla propria situazione, sia la Regione o il Comune, è spesso tortuoso. Lo dicono tutti quanti vi si cimentano. E' Nadia M questa volta a raccontare: "La nostra necessita' era di capire il discorso fili elettrici che passeranno sopra le case.

In Regione, pur essendo molto disponibili, hanno detto che loro hanno i documenti da mostrare ai cittadini, ma non possono assolutamente fare nulla. In Pedemontana ci hanno semplicemente fatto fare una richiesta urgente per un incontro e per avere copia dei disegni. Dobbiamo fare le nuove osservazioni entro il 20 febbraio e non sappiamo dove diavolo andare. Secondo la Regione è meglio che le osservazioni siano fatte da un ingegnere che si occupa di bioingegneria.

Abbiamo contattato un achitetto che si occupa di questo ma ci ha risposto che pur essendo disponibile per la parte tecnica, e' meglio rivolgersi ad un avvocato". L'appuntamento a Pedemontana è stato fissato. E nel frattempo Nadia è riuscita ad incontrare anche i tecnici di Terna. Per lei un vero successo.
Eg.Fa.

Desio, alta tensione sopra le case per Pedemontana: marcia indietro

Desio, alta tensione sopra le case
per Pedemontana: marcia indietro

  • 14 febbraio 2011 da www.cittadinomb.it
  • Desio - Terna non darà attuazione al progetto. L'elettrodotto che avrebbe potuto essere steso sopra un gruppo di case in zona San Giuseppe non passerà di là. E' una certezza. Lo dicono i tecnici di Terna Pero: rivedremo la progettazione del percorso della linea, che assolutamente non passerà da quella fascia di territorio. La decisione è scaturita anche alla luce delle segnalazioni pervenute al Gruppo Terna dagli abitanti della zona.

    "Vogliamo essere chiari e lo ripetiamo: Terna non darà attuazione a quel progetto". Le osservazioni di alcuni attenti abitanti delle case che stanno tra le vie delle Cave, Due Palme e De Santis, che subito hanno cercato di capire, di chiedere, di chiarire (primo tra tutti Giovanni, disabile, le cui domande furono rivolte a Pedemontana anche attraverso il nostro giornale), hanno raggiunto il risultato sperato, pur se ritenuto estremamente difficile.

    Ma se non passeranno di lì, dove saranno posti i cavi? "Non abbiamo, oggi, una risposta da darle – spiegano da Pero -. Stiamo ricontattando Pedemontana per valutare diverse altre modalità". I tralicci ora si trovano proprio lungo il tracciato della futura autostrada e non possono rimanere dove sono. Il percorso attuale della linea va modificato. Lo sarà, mMa non secondo il progetto attuale. "Dobbiamo concordare una soluzione con Pedemontana".

    Sarà l'interramento? "Non glielo sappiamo ancora dire". Precisano che l'interramento ha un costo cinque volte superiore alla posa aerea. "Ne riparliamo". Giovanni ed i suoi vicini di casa possono riprendere a dormire con tranquillità, insomma. Avevano trovato il loro nome nel nuovo elenco di espropri diramato da Pedemontana Lombarda Spa. La loro abitazione sta nella fascia che sulle mappe è caratterizzata dal colore viola.

    "Quelle – aveva spiegato il direttore di Pedemontana Umberto Regalia – sono le zone di asservimento per la realizzaizone di fognature, linee telefoniche, del gas, elettriche. Non vengono espropriate. Lì passerà la linea dell'alta tensione (220KV) che ora è circa 60 metri più ad est. Sarà sostenuta da due tralicci, uno a monte e uno a valle delle case e i fili correranno ad un'altezza tra i 35 ed i 38 metri". La gente si è spaventata.

    Perchè un elettrodotto proprio sopra le case, quando al di là della futura autostrada, verso San Giuseppe, ci sono terreni agricoli? "E' l'Enel che ha deciso così" aveva aggiunto Regalia. L'operatore di reti per la trasmissione dell'energia elettrica è il Gruppo Terna, con partecipazione dell'Enel, responsabile della programmazione, dello sviluppo e della manutenzione della rete. Da Terna è giunta la notizia che in tanti a Desio si aspettavano: il progetto sarà rivisto, i cavi non passeranno sopra le case.
    Egidio Farina

venerdì 11 febbraio 2011

Videomessaggio e comunicato politico di Giacomo su Arcore 06/02/2011



COMUNICATO POLITICO:
Protestare è reato. Protestare davanti a casa del nano malefico che ci sta portando a fondo, non certo per gli scandali sessuali e le gossippate che ci ammorbano da oltre un anno, non solo è reato ma pure peccato. ESSERE PROCESSATI PER DIRETTISSIMA, mentre lamenti che in sedici anni il premier non sia ancora stato giudicato per associazione mafiosa, concorso in strage, corruzione, etc, NON HA PREZZO. Come non lo ha il raccogliere fuori da un edicola un sostegno metallico, di quelli su cui vengono appesi i titoli delle principali testate, con l'unico scopo di utilizzarlo come scudo dopo l'ennesima rappresaglia delle FF.OO., ed il giorno appresso finirci sopra i supporti metallici di tutte le edicole di sto paese. Ironia della sorte? O più semplicemente SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA? I media ufficiali pagati con soldi pubblici e di proprietà delle banche lo fanno perchè hanno da difendere i propri interessi e B. li rappresenta più o meno tutti. Le Nostre videocamere, i Blog, la Rete però sono un arma che ormai stiamo imparando ad usare e che dobbiamo difendere per evitare la gonia mediatica.

Se commetti il reato di protesta, per risposta la polizia ti carica ed arresta. Ti carica ed arresta ad Arcore, ma anche ogni giorno a Terzigno mentre cerchi di fermare i camion carichi di munnezza tossica che vogliono scaricare nei parchi trsformati in cave, utilizzandoti come ostaggio per riscattare i cip6. Ti arresta in Val Susa se stai riprendendo e fotografando il presidio contro l'ennesimo passaggio di un treno contenente scorie radioattive provenienti da Salluggia e dirette in Francia per la riprocesszione. Ti arresta, ti rinchiude in un lager e ti deporta se non hai un documento, per avere il quale devi avere prima un lavoro. Dissociarsi dagli arrestati e mettersi dalla parte delle divise che reprimono su ordine dello stesso potere contro cui è rivolta la Nostra rivolta, significa aver già scelto da quale parte della barricata stare nella Rivoluzione che verrà.

IL SISTEMA TI ARRESTA? ARRESTIAMOLO PRIMA NOI! NON RIAVVIARE: ARRESTA IL SISTEMA!

mercoledì 9 febbraio 2011

Commissione parlamentare. La Brianza? Piccola e contaminata: 370 i siti a rischio

Commissione parlamentare. La Brianza? Piccola e contaminata: 370 i siti a rischio    
Scritto da Andrea Meregalli   
Mercoledì 09 Febbraio 2011 da www.mbnews.it
 

illeciti-traffico-rifiuti-confSono 370 i siti contaminati sul territorio brianzolo, di cui 230 attivi. È la commissione parlamentare sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti a diffondere il dato. «Un numero allarmante, – come specificato da Daniela Mazzuconi, senatrice democratica e membro della commissione – preso atto del territorio in questione, la Brianza, che conta poco territorio e molta densità abitativa».

L'onda lunga del disastro ambientale che ha coinvolto il Lambro e la Lombarda Petroli hanno rievocato lo spettro delle discariche abusive; in una provincia, quella brianzola, che deve fare i conti con la criminalità organizzata.

«La presenza criminale, – spiega Gaetano Pecorella, presidente della commissione parlamentare – per quanto concerne il movimento terra e il ciclo dei rifiuti, in Brianza non è inquietante. Anche se, come sappiamo, le bonifiche territoriali potrebbero interessare alla criminalità organizzata. Occorre, quindi, potenziare il controllo del territorio e massimizzare l'attenzione».

Insomma, la mafia in Brianza c'è e, probabilmente, è il caso di drizzare le antenne per evitare che le associazioni a delinquere proiettino concretamente i propri affari anche in direzione rifiuti e movimento terra.

«Il controllo del territorio non è mai abbastanza, – chiosa Mazzuconi – e le recenti vicende di Desio, Seregno e Briosco (discariche abusive, ndr) lo confermano. Al contrario, si registra una buona risposta della cittadinanza sul tema dei rifiuti differenziati».

Dei 370 siti a rischio, oltre alla già nota Lombarda Petroli, sono stati giudicati «particolarmente rilevanti» l'area dell'ex Irca, a Cesano Maderno, e l'area dell'ex Snia, a Varedo

venerdì 4 febbraio 2011

mercoledì 2 febbraio 2011

rinviato a giudizio per un concorso truccato, si dimette direttore sanitario Asl Milano 1

Rinviato a giudizio per un concorso truccato,
si dimette direttore sanitario Asl Milano 1

Giovanni Materia era stato nominato ai vertici della sanità lombarda solo pochi giorni fa. A metterlo al suo posto il direttore Pietrogino Pezzano, il cui nome compare nelle carte delle inchieste sulla mafia al nord

Giovanni Materia, direttore sanitario della Asl più importante della Lombardia (e d'Italia), quella di Milano 1, si è dimesso dal suo incarico. La decisione è maturata dopo che il medico è stato rinviato a giudizio per abuso d'ufficio dal gup di Messina Maria Teresa Arena. I fatti contestati risalgono al novembre 2005 quando Materia era direttore sanitario del Policlinico della città siciliana. Secondo gli inquirenti, favorì la vittoria di Umberto Bonanno, ex presidente del consiglio regionale della città, in un concorso all'Istituto di Medicina del lavoro del Policlinico facendo pressioni sulla commissione d'esame.

La decisione dei magistrati siciliani ha messo fine a una carriera ai vertici della sanità lombarda piuttosto breve. Materia era stato infatti nominato direttore sanitario solamente lo scorso 27 gennaio.

A metterlo al suo posto era stato Pietrogino Pezzano, nuovo plenipotenziario della sanità lombarda la cui nomina, decisa dal governatore Roberto Formigoni a dicembre, aveva suscitato una levata di scudi. Il suo nome compariva nelle carte dell'inchiesta Infinito sulla presenza della 'ndrangheta in Lombardia. Alcune fotografie lo ritraevano assieme a boss mafiosi della Brianza del calibro di Saverio Moscato e Candeloro Polimeno.

Ma la cosa più interessante è che Giovanni Materia è il marito del prefetto di Lodi Peg Strano. La stessa persona che, lo scorso 18 gennaio, aveva deciso di togliere la scorta al consigliere regionale e "artista antimafia" Giulio Cavalli. E per giunta il giorno in cui Cavalli presentava al consiglio della regione Lombardia una mozione per cacciare il neodirettore della sanità lombarda amico dei boss. Il parlamentino lombardo ha respinto la mozione del consigliere che però e per fortuna, due giorni dopo, ha riottenuto la sua scorta. Strane coincidenze.

Al di la della mancata cacciata di Pezzano, anche la vicenda giudiziaria di Materia conferma che nella sanità all'ombra del Pirellone continuano clamorosamente a scarseggiare i "dirigenti specchiati".

da www.ilfattoquotidiano.it

 

martedì 1 febbraio 2011

Brianza, superata la soglia critica del consumo di suolo

Brianza, superata la soglia critica del consumo di suolo:le aree agricole spariranno in un secolo

 


da Il Giorno
articolo di 
MONICA GUZZI

 

  La verde Brianza sprofonda nel cemento


PIÙ DI DUEMILA abitanti per chilometro quadrato. Una densità abitativa che la rende la seconda provincia d'Italia, alle spalle solo di Napoli. E infine due dati allarmanti: ben 21 comuni su 55 hanno già superato la soglia critica del consumo di suolo (oltre il 55 per cento), mentre in 12 casi le aree agricole si esauriranno in meno di mezzo secolo.

È QUANTO rimane della verde Brianza, una fotografia scattata dal settore Pianificazione e parchi della Provincia in vista della predisposizione del Piano territoriale di coordinamento. Questa fotografia allarmante è stata mostrata ai sindaci nei giorni scorsi durante l'incontro che ha dato il via libera ai lavori per la predisposizione del Ptcp, una sorta di maxi piano regolatore che dovrà coordinare gli strumenti urbanistici dei diversi Comuni affinché lo sviluppo possa essere il più possibile equilibrato. Il quadro è grigio: con i suoi 207 chilometri quadrati la superficie urbanizzata supera quella libera (198 chilometri), con tre comuni in cui le aree cementificate superano ormai l'80 per cento: a Vedano al Lambro si sfiora il 90 per cento, seguono con poco più dell'80 Monza e Lissone, mentre a Verano Brianza si arriva al 78. Complessivamente, la zona più urbanizzata è quella del centro, con ben 13 comuni oltre la soglia critica, mentre l'area est della Brianza rappresenta ancora un polmone verde, con l'unica eccezione di Villasanta, con oltre il 70 per cento di superficie urbanizzata. Nella Brianza ovest sono invece 7 i comuni che superano il limite del 55 per cento. Solo due - Sulbiate e Ornago - sono comunque i comuni brianzoli dove la superficie urbanizzata è sotto il 25 per cento.


Non va meglio per quanto riguarda la dotazione di aree agricole: nella metà dei comuni brianzoli andranno a esaurirsi in meno di un secolo. La maglia nera va a Seveso (aree agricole in esaurimento entro 23 anni), seguita da Bovisio Masciago, mentre nel capoluogo monzese saranno cancellati i prati nel giro di 85 anni. Prospettive più rosee a Cavenago Brianza, dove non ci saranno problemi per i prossimi 500 anni.
In questo quadro desolante, le buone notizie arrivano dai parchi e dalle energie rinnovabili, a testimoniare una coscienza ecologica in crescita. Sono ben 100 le imprese attive sul territorio nel settore delle energie rinnovabili, mentre la Brianza è la prima provincia in Lombardia per densità di impianti fotovoltaici: 147,2 ogni 100 chilometri quadrati. La Brianza è anche terra d'innovazione: l'impresa nel settore high-tech è più sviluppata rispetto alla Lombardia (+0,8 per cento) e al resto d'Italia (+2,7). Quanto al verde, la vera diga al dilagare del cemento è rappresentata dai parchi: quelli regionali coprono 66 chilometri quadrati (Groane, Valle del Lambro e un pezzettino del Parco Adda Nord), mentre gli altri dieci parchi locali di interesse sovracomunale insieme raggiungono i 46 chilometri quadrati.

DI QUESTO scenario dovrà tenere conto la redazione del Piano territoriale di coordinamento, che il vicepresidente e assessore provinciale al Territorio Antonino Brambilla conta di portare all'approvazione entro un anno. Il lavoro è partito in autunno. Venerdì si è insediata la conferenza dei sindaci, alla presenza degli amministratori di 25 Comuni, un parco regionale e due parchi locali. «Abbiamo voluto presentare lo scenario in cui si colloca il piano mostrando le cose belle e quelle brutte - spiega Brambilla -. C'è un modello Brianza che negli anni scorsi ha avuto successo. Adesso però questo modello dev'essere aggiornato per tutelare le aree libere che ci sono ma anche impedire che le industrie non si sviluppino, perché il lavoro è un aspetto fondamentale. Aggiornare il modello Brianza è dunque il primo scopo del Piano territoriale di coordinamento provinciale, che si fa a due mani, fra Provincia e Comuni, con la collaborazione dei due parchi regionali». Un dato importante da cui partire c'è: la Brianza è la prima tra le province lombarde per numero di comuni che si sono dotati di Piano di governo del territorio.