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giovedì 21 aprile 2011

Desio, all'Itis un sottoscala per aiutare l'ambiente. Vince il concorso "Riduco, Riuso, Riciclo"

Scritto da Chiara Brambilla    www.mbnews.it
Giovedì 21 Aprile 2011

itis-desio-premio-raccolta-rifiutiSanno riciclare e lo fanno meglio di tutti. Sono gli studenti dell'I.T.I.S E.Fermi di Desio che si sono aggiudicati il primo premio "Riduco, Riuso, Riciclo". Nei due mesi della durata del progetto promosso dall'Agenzia InnovA21 e Legambiente, la scuola desiana si è impegnata a favore dell'ambiente, portandosi a casa oltre al bottino anche un'esperienza da conservare.

1.200 euro è il contributo messo in palio dalle due associazioni promotrici del concorso destinato alle scuole di Barlassina, Bovisio, Cesano, Desio, Meda, Seveso e Varedo, con lo scopo di creare una coscienza rispettosa per l'ambiente nei giovani degli istituti scolastici.

Per partecipare all'iniziativa si doveva semplicemente accettare di compilare un primo questionario di 20 domande riguardanti le azioni svolte dalla scuola per la gestione dei rifiuti  e poi dopo due mesi compilarne un secondo, identico al primo, registrando i cambiamenti e le attivà implementate.

L' I.T.I.S di Desio si è distinto grazie allo sfruttando strategicato del sottoscala vicino al bar. Gli studenti hanno utilizzato al meglio quello spazio collocando i bidoni per la raccolta differenziata tra carta, alluminio, plastica e umido.

Alla premiazione, la coordinatrice del progetto nell'istituto, la professoressa Adele Popoli ha sottolineato l'entusiasmo e l'impegno degli studenti nel partecipare all'iniziativa,  "è importante che siano i giovani a recepire questo messaggio di eco sostenibilità, in modo tale da poterlo trasmettere nel corso degli anni a chi arriverà dopo di loro nell'istituto" - ha rimarcato la preside Daniela Perego.

Nel pomeriggio di ieri inoltre in un altro istituto scolastico desiano, presso la scuola media Pertini l'agenzia Innova21 ha presentato in anteprima anche il video ufficiale del prgetto "Riduco, Riuso, Riciclo", rivolgendolo anche alle scuole elementari di via Tolstoj. Protagonisti del cortometraggio due bambini che intervistano passanti interrogandoli sulle modalità di svolgimento della raccolta differenziata. Un messaggio utile sia ai piccoli che ai grandi che verrà largamente diffuso nel territorio brianzolo.

domenica 17 aprile 2011

Desio, vittima di Pedemontana. Il suo scoforto è inascoltato

Desio, vittima di Pedemontana
Il suo sconforto è inascoltato

Il grande svincolo di Desio con la Valassina cencellerà la casa di Giancarlo Galimberti in via per Seregno

Desio - Avrebbe voluto gridare (o forse solo sussurrare) il suo sconforto al direttore Regalia. E' andato a Monza, la scorsa settimana. Ma il documento che aveva preparato non è stato letto pubblicamente dai consiglieri provinciali. Troppo personale, hanno detto. Personale? Che deve dire e scrivere una persona che da più di vent'anni si ritrova vittima di Pedemontana e non solo? Di che deve parlare? «La mia casa, costruita nel 1954 da mio padre sul terreno che il nonno aveva acquistato nei primi anni del '900, deve lasciare il posto a Pedemontana».

Questa è la storia. E se lui la vuole raccontare, scivola nel personale? Non scherziamo, per favore. Qui c'è di mezzo la casa, la famiglia e anche la vita. Non le domande generiche di politici disinformati. «Nella casa di via per Seregno, a Desio, ho vissuto la mia esistenza ed ho affrontato la malattia che mi ha colpito nel 1974: un aneurisma cerebrale, il coma, due interventi, l'afasia di Werniche, un caso rarissimo, quattro anni e mezzo per la rieducazione. Ho dovuto imparare di nuovo a parlare, a scrivere, a fare i conti». Un intervento personale, quello di Giancarlo Galimberti?

«I medici che mi curavano, venivano a casa e vedevano come il giardino e le piante mi aiutavano nella ripresa. Mi portavano loro stessi arbusti da piantare e curare. Un poco alla volta rinascevo». Poi è arrivata Pedemontana ed il progetto cancella la sua casa, il giardino. E la vita. Tutto a favore del grande svincolo di Desio con la Valassina. «Già il precedente ponte, fatto apposta negli anni '90 in previsione di Pedemontana e che ora si vuole abbattere, mi aveva rubato una fetta di terreno, col compenso di 9 euro al metro quadro, ricevuto dopo 11 anni. Adesso l'esproprio è totale. L'architetto Regalia (il direttore di Pedemontana Lombarda, ndr), in occasione di un colloquio, mi consigliò di fare una perizia e scrivere le nostre richieste. L'ho fatto».

E da allora il silenzio. Due anni senza capire quale futuro si prospetta. Come può, Galimberti, cercarsi un'altra casa se non sa cosa riceverà da Pedemontana in cambio della sua abitazione? «Con che soldi vado a comprare un'altra casa, a trattare? Regalia mi dice che verremo ospitati in un residence?». Un residence? In cambio di 4000 metri quadri di terreno con una casa sopra? «Non chiedo niente di particolare. Voglio ciò che mi spetta. Rimanere in questa situazione, in attesa, dopo tanti anni, non aiuta la mia salute. Non ce la faccio più. Avete preso la mia terra, ora la mia casa. Volete distruggere anche la mia esistenza? Ci state proprio riuscendo».
Egidio Farina

venerdì 15 aprile 2011

Desio, il Consiglio di Stato: "la Pedemontana dimentica la diossina"

Desio, il Consiglio di Stato: «La Pedemontana dimentica la diossina»

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

Il Consiglio di Stato avalla i dubbi dei cittadini di Desio sul progetto dell'autostrada

— DESIO —
PERCHÈ chi ha redatto il progetto della Pedemontana, su Desio ha «dimenticato» di considerare le aree comprese dal disastro di Seveso? Forse per risparmiare sugli onerosissimi costi della bonifica? Oppure? Se lo sono chiesti i cittadini residenti nella zona di San Carlo, che sanno di avere terreni che rientrano nell'area colpita dall'incidente dell'Icmesa. E adesso, dopo il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica fatto dal signor M.D.L. e dagli altri cittadini interessati, per ottenere l'annullamento del progetto con la sospensione dei lavori, se lo chiede anche il Consiglio di Stato: la prima sezione, ha chiuso l'udienza di qualche giorno fa, chiedendo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di provvedere a integrare la relazione istruttoria, «per chiarire se il Comune di Desio rientri o meno nell'area colpita dall'evento Icmesa, non risultando tale circostanza chiaramente affrontata e risolta nella relazione istruttoria trasmessa».

Ha dunque sospeso ogni pronuncia sul ricorso, chiedendo un sollecito riscontro al Ministero e rinviando l'esame al 26 ottobre. Il ricorso, sostenuto dall'avvocato Davide Galimberti, si basa su sei punti, fra i quali una presunta illegittimità costituzionale del progetto, il rifiuto di Pedemontana alla richiesta di una servitù di passaggio anzichè l'esproprio delle aree di proprietà dei ricorrenti, un piano economico-finanziario che i cittadini definiscono «generico, indeterminato e irrazionale». I vari punti sono già stati tutti asmontati» dal Consiglio di Stato nella prima udienza, a parte quello della diossina, appunto: «Gli interessati - è spiegato nel parere del Consiglio di Stato - contestano il fatto che il punto 3 della delibera del Cipe avversata, pur attestando che il progetto dell'opera pubblica in questione interessa aree che hanno formato oggetto a suo tempo dell'incidente Icmesa, non fa menzione del territorio di Desio, che pure rientrerebbe nell'area dell'incidente. Da ciò desumono la carenza di istruttoria e gli altri vizi rilevati nell'approvazione definitiva del progetto». Il Consiglio vuole vederci chiaro, dunque, anche se anticipa che, «non è chiaro quale danno abbiano subìto i ricorrenti dalla mancata menzione del Comune di Desio». Una vicenda ancora dunque da chiarire, perchè secondo l'avvocato - che ha prodotto una chiara cartina in cui le due situazioni si sovrappongono - si trattava di un fatto noto, che in maniera «anomala» è stato messo da parte. Di certo, un nuovo elemento che non mancherà di fare discutere, per un progetto che in città avrà un fortissimo impatto.

A PROPOSITO di dicussioni, lunedì alle 17.30 in Villa Tittoni si terrà un convegno promosso da Assolombarda e Autostrada Pedemontana Lombarda su «Il sistema pedemontano delle infrastrutture: mobilità di merci e persone e sviluppo del territorio». Al centro del dibatttito le nuove infrastrutture nella provincia di Monza e Brianza e le possibilità d'interscambio modale a servizio delle persone e delle merci. Verranno analizzate le opportunità che si aprono per il territorio, i cittadini e le imprese, in vista della realizzazione della Pedemontana e della Gronda Nord Ferroviaria: due opere per aumentare l'accessibilità del territorio e decongestionare la rete stradale esistente.

mercoledì 6 aprile 2011

Desio, sotto sequestro il cantiere di Ponzoni e soci

Desio, sotto sequestro il cantiere di Ponzoni e soci

da Il Giorno
articolo di
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

 

Abusi edilizi: nei guai 3 imprese fra cui quelle del consigliere regionale e dei suoi suoceri

— DESIO —
NON SOLO il terreno comunale antistante le palazzine ridotto, presumibilmente, a cava di rifiuti con tanto di scarti edili e inerti sotterrati laddove doveva nascere un parcheggio. Ma anche mansarde e sottotetti non autorizzati. Un «festival dell'abuso», quello in via Villoresi di Desio, chiuso ieri mattina dagli uomini della Polizia provinciale di Monza e Brianza, che hanno sequestrato sia il fazzoletto di terra che le zone non autorizzate delle due palazzine a tre piani. Per la precisione dieci sottotetti e due mansarde.
Gli agenti sono intervenuti per eseguire l'ordinanza di sequestro preventivo emessa dal giudice per le indagini preliminari di Monza Claudio Tranquillo. Con tre pattuglie, e l'ausilio dei colleghi della Polizia locale di Desio, hanno posto i sigilli alle aree incriminate, dove i lavori quindi non potranno procedere finché le indagini coordinate dal pm Giordano Baggio non chiariranno la vicenda. Le altre parti del cantiere, invece, per altro già a buon punto e con diverse abitazioni già vendute, potranno essere portate a termine.

I PROVVEDIMENTI hanno raggiunto le tre imprese brianzole coinvolte nei lavori, con sedi fra Desio e Cesano Maderno, che fanno riferimento, tra gli altri, al consigliere regionale Massimo Ponzoni e ad Anna Maria Cacioppo ed Eugenio Cocozza, suoceri dello stesso esponente del Pdl.
Adesso verranno effettuate le analisi sul terreno, per capire a che livello e con quali materiali è stato inquinato, così come sulle due palazzine.

L'OPERAZIONE di ieri mattina arriva dopo la recente visita degli inquirenti in Comune, per la precisione all'Ufficio edilizia privata, dove avevano chiesto tutta la documentazione relativa al cantiere. Gli esiti dei vari accertamenti sono molto attesi. In particolare quelli sul terreno dai residenti nel rione, che attraverso il Comitato di quartiere San Vincenzo Spaccone hanno già fatto sapere che si batteranno per la totale bonifica, se venisse confermato l'abuso ambientale.
Mentre quelli sulle palazzine sono attesi da coloro che hanno già acquistato e, si sono trovati le loro nuove abitazioni sulle pagine dei giornali, in una vicenda non certo piacevole.

PER IL CONSIGLIERE REGIONALE ed ex assessore all'Ambiente del Pirellone Massimo Ponzoni si tratta dell'ennesima vicenda che l'ha portato alla ribalta nelle cronache negli ultimi mesi, con tutto il vortice di polemiche che inevitabilmente l'ha investito.

lunedì 4 aprile 2011

Cave a Desio: siamo tranquilli?

CAVE A DESIO: siamo tranquilli?

Post n°867 pubblicato il 04 Aprile 2011 da alecri0
madeindesio II
Foto di alecri0

Interessante puntata di Report, ieri sera, su un tema secondo me molto trascurato a Desio: le cave.

(foto generica)

Qui, chi non l'avesse vista, può vedere la puntata intitolata "La banda del buco"...
http://www.report.rai.it/dl/Report/Page-8200206a-0877-46c1-ab57-c774db2c6d38.html

Quante cave abbiamo a Desio? Chi le gestisce? Cosa possono estrarre? Quale è il ritorno per la comunità desiana di una attività così redditizia? Vengono effettuati i controlli sulle estrazioni? Quale sarà il ripristino successivo dell'area? Cosa rimarrà sotto? Si trasformeranno in discariche?

Una ad esempio la ex cava Farina vicino all'inceneritore, si trasformerà in enorme discarica di rifiuti...con sopra un "bel parco verde"...

Lo segnalammo proprio noi per primi, in questo articolo di esattamente due anni fa...

DESIO —DAI UN'OCCHIATA al cartello di inizio lavori «Recupero ambientale e territoriale ex cava Farina». «Faranno un parco - pensi - verremo a fare il picnic». Poi consulti il progetto e ti accorgi che il parco sopra lo faranno, sì, con piste ciclabili e pedonali. Ma sotto? Prendete uno stadio di San Siro, a occhio e croce, riempitelo e poi interratelo: ecco una maxi discarica di rifiuti inerti, approvata da Regione, Provincia, Comune, Asl e Arpa. Ben 900mila metri cubi di vetro, cemento, mattoni, fanghi, miscele bituminose, gesso, ferro, legno, metalli, altri rifiuti non biodegradabili, detriti di demolizioni, rifiuti solidi prodotti da bonifiche di terreni. «Niente di inquinante», assicurano gli Enti. Un vero e proprio «cimitero», che verrà riempito nel giro di 7 anni, con un viavai medio di 50 camion al giorno (ma con punte fino a 100). A cento metri dalle prime case e poco più da una serie di scuole. Alla totale insaputa della cittadinanza.

«Ma non è una discarica di rifiuti - precisa l'assessore all'Ambiente Biagio La Spada - è la bonifica e riqualificazione di una cava con materiale inerte: un'area che sarà restituita, verde, alla collettività. Sono sicuro che nessuno approfitterà per scaricare materiali non autorizzati».

Il 3 marzo sono partiti i lavori. Siamo in via Agnesi di Desio, nel terreno prima del già tanto discusso termovalorizzatore. Qui dalla fine degli anni '80 c'è, abbandonata, la cava della ditta Farina Ezio srl con sede in città. NEL SETTEMBRE 2006 il privato presenta la domanda per la «realizzazione di una discarica di rifiuti inerti». Nell'ottobre 2008 si conclude l'iter burocratico. Una decina di mezzi, adesso, sono all'opera sia per creare il piazzale che nelle opere di preparazione delle vasche, una di 25mila metri quadrati, l'altra di 43 mila, profonde 30 metri. «Il progetto - è scritto nella relazione - prevede che il volume della cava sia riempito con materiale inerte, circa 900.000 metri cubi (netti). La deposizione del materiale, che per sua natura non dovrebbe produrre odori molesti, avverrà in maniera controllata in modo da garantire il regolare scolo delle acque meteoriche e la successiva copertura per l'inerbimento e la piantumazione. Prima, verranno realizzate opere di impermeabilizzazione e consolidamento delle vasche».

Gli effetti sul circondario? Poca roba, secondo la relazione sull'impatto ambientale: «Se da una parte occorre considerare l'aumento di traffico e di rumore indotto dal conferimento del materiale di riempimento, dall'altra appare evidente il beneficio generato dalla creazione di nuove aree a verde...».   

OPPOSIZIONE SCETTICA SUI CONTROLLI «E se ci finiscono dentro dei rifiuti pericolosi?» — DESIO —IL PROGETTO della discarica non è certo passato inosservato al centrosinistra: «La società ha per anni scavato terra buona per diversi scopi che a noi non interessano - attacca Lucrezia Ricchiuti del Pd -, guadagnando. Poi ha lasciato il territorio devastato. Oggi si ripresenta un nuovo business: riempire di rifiuti inerti la cava creando un'enorme discarica autorizzata. Dal punto di vista del risanamento ambientale, i nostri amministratori sono contenti perchè, dicono loro, verrà sistemata quell'area che faceva schifo e pensate alla fine ce la cederanno gratuitamente, con vialetti, erbetta, piante e magari una zona per la fauna...». E ancora: «Il Comune - dice - ha avuto per anni sul territorio una cava che rappres

enta sempre un danno ambientale. La proprietà non si è mai sognata di sistemarla perchè non era economicamente vantaggioso. Adesso si ripropone un nuovo business: non si trovano aree in zona dove scaricare gli inerti, e quindi perchè non riempire il buco con scarti che arriverrano non si sa da dove? E soprattutto chi controllerà che lì dentro butteranno solo inerti e non altro materiale? Per non parlare dell'inquinamento e del traffico che provocheranno tutti quei camion, a poche centinaia di metri dalle scuole. E il Comune come lo mettiamo a tacere? Mah si, diamogli alla fine l'area gratis, con un po' di erba e qualche pianta, per di più da farne la manutenzione». Secondo il Pd le alternative c'erano: «Anzitutto bisognava avvisare la cittandinanza dell'intenzione della proprietà di costruire una discarica. Poi, esistono altre possibilità di recuperare un'area degradata». Ale.Cri.

E adesso a che punto saranno i lavori? Sono stati effettuati controlli?