Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma sulla prima ho ancora qualche dubbio.

Sito denuclearizzato

MOVIMENTO A 5 STELLE

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Ambiente

Maurizio Pallante
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Acqua

Riccardo Petrella
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Sviluppo

Matteo Incerti
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Connettività

Maurizio Gotta
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Trasporti

Beppe Grillo


domenica 21 marzo 2010

BEPPE GRILLO A DESIO !!! martedì 23 marzo ore 21

BEPPE GRILLO A DESIO !!!
martedì 23 marzo ore 21
Piazza Conciliazione a (davanti alla basilica)

Presentazione della Lista CiVica Desio 5 Stelle e del MoVimento 5 Stelle.

Interverrano, oltre a Beppe Grillo, il candidato sindaco Paolo Di Carlo,
il candidato alla presidenza della regione Lombardia Vito Crimi
e molti altri!

Ingresso libero - In caso di pioggia l'evento si terrà presso la Sala Levi di Via Gramsci.

PS: Beppe sarà anche a Monza, Piazza San Paolo, ore 18.

lunedì 15 marzo 2010

20a Newsletter settimanale! (Video, news, petizioni, ...)

"THE NEXT" progetto editoriale libero ... dal basso!
IL NOSTRO BLOG: thenext-controinformation.blogspot.com
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20a Newsletter settimanale

* IN EVIDENZA:
Stasera 15 MARZO ore 21 - Bilancio partecipato, democrazia diretta e banche senza interessa - assemblea pubblica a Desio

Mercoledì 17 MARZO ore 20:30 - proiezione del film "Una montagna di balle" + concerto all'ARCI TAMBOURINE di Seregno
 
Martedì 23 MARZO - Beppe Grillo in Brianza:
- ore 18 a Monza (piazza san Paolo), presentazione lista regionale Lombardia 5 stelle

- ore 21 Desio (piazza conciliazione), presentazione liste regionale e lista ciVica comunale


* VERTENZE IN CORSO:

CIP6 o CI FAI? Vertenza nazionale per il recupero del 7% della bolletta elettrica truffaldinamente destinato agli inceneneritori invece che alle rinnovabili VERE! (dirittoalfuturo.it)

* RASSEGNA STAMPA (da quotidiani, periodici e dal WEB):

BERLUSCONI DISSE: APRITE IL FUOCO SU SANTORO E GLI ALTRI ("il fatto quotidiano")

Expo, Berlusconi: «Anch'io investirò in uno degli edifici in progetto» ("il corriere della sera")

La newsletter Desiozone ed il progetto editoriale "The Next", blog ( thenext-controinformation.blogspot.com ) e cartaceo, sono curati dall'associazione LABoratorio Brianza senza fini di lucro.

LABoratorio ludico: è arrivato  "DESIOPOLIO", un gioco in scatola autoprodotto, per ora in edizione limitata, ispirato al celebre "Monopoli", che vi intrattenirà con "imprevisti" e "probabilità" divertenti, con nuove regole ed un tabellone ispirato alle brutture del nostro territorio. Presto sarà pronto anche il "ROSIKO della Brianza". PRENOTALO SUBITO OPPURE PARTECIPA AI TORNEI CHE ORGANIZZEREMO INSIEME PER VINCERLO INSIEME AD ALTRI PREMI MANGERECCI E BEVERECCI ...

BERLUSCONI DISSE: APRITE IL FUOCO SU SANTORO E GLI ALTRI

BERLUSCONI DISSE: APRITE IL FUOCO SU SANTORO E GLI ALTRI
  Nell'inchiesta di Trani il diktat all'Agcom. Alfano manda gli ispettori contro i pm. Minzolini si autoassolve al Tg1
  di Antonio Massari
     Bisognava aprire il fuoco su Annozero e tutte le trasmissioni che le somigliavano. Era questo che Berlusconi e il commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi si dicevano al telefono.
"RAI, CHIUDO TUTTO"
  Nell'inchiesta sul bavaglio-tv l'ordine di Berlusconi all'Agcom: "Aprire il fuoco" su Santoro e le altre trasmissioni scomode
 

     Bisognava aprire il fuoco su Annozero e tutte le trasmissioni che le somigliavano. Era questo che Berlusconi e il commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi si dicevano al telefono, alla fine del 2009, nelle settimane in cui ipotizzavano di mettere in atto una "strategia" per fermare Santoro. "Dovete fare qualcosa che consenta alla Rai di dire: chiudiamo tutto" diceva Berlusconi. Innocenzi non si ribella. Anzi. È pronto ad "aprire il fuoco" nel giro di pochi giorni. Il premier ribatte che non ci si può limitare a Santoro: il fuoco va aperto su tutte le trasmissioni che somigliano ad Annozero. Berlusconi è esasperato da Santoro. Ma anche Floris, con Ballarò, gli crea dei fastidi.   Non riesce più a sopportare "la faccia" di Di Pietro in televisione. È inaccettabile che esistano trasmissioni con un pubblico "di parte" che applaude anche quando vengono prospettate "cose che non sono vere". Il Cavaliere "mira" a proteggere la tv di Stato, ecco la sua concezione: la gente finirà per non pagare più il canone perché non vuole che i propri soldi finiscano a Floris e Santoro.   Nell'ultima puntata ha chiamato durante la diretta il presidente dell'Agcom Calabrò per dirgli "questa trasmissione è oscena" e Innocenzi lo tranquillizza: "Apriremo un'istruttoria anche per il passato".Peraprireilfuoco,però, è necessario che all'Agcom arrivino gli esposti: l'Authority, infatti, non può agire autonomamente, ma ha bisogno di un impulso, di qualcuno che presenti una sorta di denuncia. Chi? Nell'ultima puntata di Annozero, per esempio, s'è parlato anche dei carabinieri. Sarebbe "utile un esposto dell'Arma", dice Innocenzi. E Berlusconi pensa che si potrebbe parlare con il generale Gallitelli.      La settimana televisiva, però, per il premier è davvero dura da masticare. Viene a sapere che San-toro vuol mandare in onda una puntata sul caso Mills. È in questo momento – durante l'ennesima telefonata tra Berlusconi e Innocenzi – che si parla di una "strategia". Innocenzi, da parte del premier, deve aver subìto parecchi sfoghi sulla futura messa in onda del caso Mills. E lo confida ad Alessio Gorla, consigliere d'amministrazione Rai. Innocenzi dice che il "capo" – riferendosi a Berlusconi, non a Calabrò, presidente dell'Agcom – sta "incazzato come una biscia". È addirittura "idrofobo". E coinvolge anche Gorla nella "strategia" da mettere a punto. Berlusconi continua a chiamare. Innocenzi continua a spiegare che si sta muovendo. Ma la "strategia", come abbiamo raccontato nel Fatto Quotidiano di ieri, non va a buon fine. Non come avrebbero desiderato il Cavaliere e Innocenzi, almeno, che nel frattempo ha coinvolto anche il direttore generale della Rai, Mauro Masi   . La trasmissione su Mills andrà in onda. E Berlusconi alza il livello delle lamentele: "Non fate nulla?". Innocenzi si schermisce dicendodinonaverricevutoalcuna   informazione ufficiale sulla puntata di Annozero. Berlusconi si stupisce: che c'entrano le comunicazioni ufficiali, visto che la notizia è su tutti giornali? Innocenzi prova a spiegargli che esistono delle regole. Che l'ufficialità non è data dagli articoli, ma dalle procedure, e dalle comunicazioni che, spiega, non sono ancora arrivate. La tensione arriva all'apice: Berlusconi definisce l'Agcom una "barzelletta". Il presidente Calabrò dovrebbe vergognarsi. Non meritano lo stipendio. Fanno "schifo", urla che l'Agcom "non è un'authority". Innocenzi prova a calmarlo   , spiegando che c'è ancora tempo, che sta aspettando notizie da Masi e Calabrò. La "strategia" però, come sappiamo, non andrà in porto.    Innocenzi è disperato. Confidandosi con un amico, dice che da Santoro stanno per esplodere le "bombe atomiche" contro il presidente del Consiglio. Non regge più, il commissario dell'Agcom, e ammette: Berlusconi mi "manda a fare in culo ogni tre ore". Berlusconi vorrebbe che lui, membro dell'Agcom, l'aiutasse a impedire la trasmissione di Anno-zero. "Ma ti sembra normale?",   chiede all'amico. Lui non può far nulla. Se Berlusconi varasse "una legge che cambia l'autorità", forse qualcosa si potrebbe fare, ma così si può intervenire soltanto dopo le trasmissioni. Non prima. E quindi: Innocenzi e l'Agcom non possono far nulla. Le lamentele del premier aumentano sempre più, cadenzate dalle puntate di Annozero. Innocenzi, a volte, dice a Berlusconi di essere sempre più "incazzato": arriva persino a descrivere situazioni surreali. Come quando racconta d'essersi presentatodalpresidentedell'Agcom, Calabrò, addirittura come un "tupamaro". Dice che è andato a trovarlo con le "bombe addosso". E il Cavaliere, al termine della telefonata, conclude: messa così, insomma, non si può più parlare di "servizio pubblico".  

 
  In alto Michele Santoro durante "Annozero". Sotto il premier Silvio Berlusconi


LA SPONDA AMERICANA DI COSA NOSTRA

  Polizia e Fbi arrestano i 21 boss della nuova cupola transatlantica
  di Giuseppe Lo Bianco   
  Il boss della famiglia Gambino John Gotti (FOTO ANSA)

Palermo - Il rispetto del "figlioccio'' verso il ''parrino'', connotato arcaico di una mafia antica eppure pericolosa e attuale, corre sull'asse Sicilia-Stati Uniti e viene a galla nelle intercettazioni dell'operazione Paesan Blues: su ordine della procura di Palermo oltre 200 uomini dello Sco (Servizio centrale operativo della polizia), guidati da Raffaele Grassi, insieme con i colleghi dell'Fbi, hanno fermato ventuno nuovi boss, in particolare della famiglia di Santa Maria di Gesù, protagonisti, dopo l'arresto dei latitanti storici, di una nuova fase di espansione criminale in città, forti di solidi collegamenti oltreoceano con le famiglie Gambino e Colombo di New York e, quest'ultima, con succursale anche a Miami.   Perquisizioni "miste", con squadre formate da agenti italiani e americani, sono state compiute a Miami e nella Grande Mela, e a Palermo: associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsioni, un tentato omicidio, riciclaggio di proventi illeciti, traffico di valuta falsa e persino il furto di uno   scooter in dotazione dell'arma dei carabinieri i reati contestati ai fermati, alcuni dei quali con cognomi pesanti nella storia mafiosa di Palermo. A cominciare dai nuovi capi della cosca, nomi collaudati negli organigrammi mafiosi, da Giuseppe Lo Bocchiaro, condannato per l'omicidio in carcere, all'Ucciardone, nel 1981, con 33 coltellate, del boss Pietro Marchese, a Gioacchino "Ino" Corso, uomo di fiducia dei boss Pietro Aglieri e Carlo Greco e Pietro Pilo, ritenuto il cassiere della cosca. Estorsioni e traffico di droga le attività prevalenti, con il sequestro di oltre un chilo di cocaina ed hashish reperiti in Calabria e anche un tentato omicidio, quello del pregiudicato Gioacchino Stassi, raggiunto nell'agosto 2009, a Palermo, da 5 colpi di arma da fuoco alle gambe, perché "colpevole" di non essersi allineato alle decisioni del gruppo.   Ma il salto di qualità, secondo gli investigatori, la cosca lo compie spostando i propri orizzonti oltreoceano. Secondo le indagini, i boss emergenti avevano allacciato rapporti con le famiglie americane attraverso un commerciante di vini, Roberto   Settineri, palermitano residente a Miami, collegato ai "Gambino" e "Colombo" di New York, e considerato l'"anello di collegamento" tra i due versanti dell'Atlantico. Settineri è stato raggiunto due mandati di cattura, uno italiano, per associazione mafiosa, l'altro americano, per riciclaggio di denaro sporco. "Settineri - dice Raffaele Grassi - avrebbe potuto aprire nuovi ambiti operativi alla famiglia di Santa Maria del Gesù. L'uomo è inoltre inquisito, negli Usa, per riciclaggio.   I nuovi rapporti tra siciliani e americani non sono una scoperta per gli investigatori: gli arresti di ieri, seguono la cattura di Giovanni Nicchi, protagonista di numerosi viaggi in America negli anni 2003-2004, assieme ad altri esponenti di Cosa Nostra incaricati di curare la latitanza di Bernardo Provenza-no; viaggi finalizzati ad allacciare contatti con membri della famiglia "Gambino" di New York, per sfruttare mercati criminali oltreoceano. In particolare l'Fbi e lo Sco hanno acceso i propri riflettori sui periodici spostamenti di Gianpaolo Corso, fratello di Ino, a New York e Miami, dove incontrava Settineri, e le "trasferte" di quest'ultimo in Palermo per agganciare anche altri esponenti mafiosi   delle famiglie di Pagliarelli e di Brancaccio; ma gli investigatori indagano anche sulle attività imprenditoriali internazionali del commerciante di vini, che, oltre ad avere favorito la latitanza di Antonio Lo Nigro, presunto mafioso di Brancaccio,   ha condotto numerose trattative nel settore immobiliare, per importi considerevoli, a Palermo, Miami e New York, "con la ragionevole finalità – scrivono gli inquirenti - di operare transazioni economiche, da proiettarsi persino in Medio Oriente'' e negli Usa. Le indagini, ovviamente, sono in corso. L'operazione di ieri si inserisce in un protocollo investigativo, denominato "Progetto Pantheon", sottoscritto tra la Direzione centrale anticrimine e l'Fbi, nel maggio del 2005, per contrastare la criminalità transazionale.
 


sabato 13 marzo 2010

L’ASSE ANAS-IMPREGILO

  Un rapporto privilegiato che vale miliardi E al centro c'è sempre lui: Gianni Letta

  di Daniele Martini
Da un "atto aggiuntivo" a una transazione, l'Anas, azienda pubblica delle strade, trova sempre il modo di accontentare Impregilo di Benetton (Autostrade), Gavio e Ligresti, l'impresa a cui è stata affidata, tra l'altro, la costruzione del Ponte sullo Stretto. Atti aggiuntivi e transazioni sono metodi con cui viene dato nuovo impulso a un vizio antico del sistema degli appalti, quello della revisione dei prezzi in corso d'opera, un male che prosciuga le casse pubbliche, ingrassa le imprese e quasi mai fa procedere più svelti i lavori.   Dall'Alta velocità ferroviaria all'autostrada Salerno-Reggio Calabria per finire le grandi opere italiane ci vogliono tempi biblici e alla fine si scopre che costano fino a 3 e anche 4 volte più che nel resto d'Europa proprio a causa della sequela di atti aggiuntivi e transazioni con cui vengono portate avanti.   
RAPPORTI. Il 4 marzo il Fatto Quotidiano ha raccontato che oltre al miliardo e 300 milioni aggiuntivi per il Ponte sullo Stretto, a Impregilo è stato riconosciuto un adeguamento prezzi di un centinaio di milioni per i due macrolotti Gioia Tauro-Scilla e Scilla-Reggio Calabria della Salerno-Reggio Calabria. Ora fonti autorevoli interne all'azienda che vogliono conservare l'anonimato informano che sarebbe in corso una nuova perizia di variante sulla stessa opera per un valore analogo. I portavoce Anas non confermano e non smentiscono   l'esistenza di atti aggiuntivi per Impregilo limitandosi a usare una formula inconsueta: "L'azienda non ha niente da comunicare in proposito".    La faccenda è importante per almeno due motivi. Il primo è che l'Anas si dimostra un ottimo pagatore nei confronti di   Impregilo nonostante non navighi in ottime acque. Le difficoltà dell'azienda sono state riconosciute di recente dallo stesso Pietro Ciucci, presidente e anche direttore generale della società, nel corso di un'audizione alla commissione Lavori pubblici della Camera. Il 3 marzo Ciucci ha confermato che "la legge finanziaria 2010 non ha stanziato per Anas alcun importo per nuove opere e manutenzioni straordinarie" per cui "non potrà neppure realizzare gli interventi improrogabili fortemente connessi alla sicurezza del traffico". Di più: in queste condizioni, avverte il presidente Anas, è difficile "perfino il    ripristino degli ingenti danni causati dai noti eventi    eccezionali    registrati in    Lombardia,    Toscana, Calabria   e Sicilia, con evidenti impatti sulla circolazione stradale". Cioè non ci sono soldi per riportare ad un livello decente importanti strade di quattro   popolose regioni d'Italia e non ci sono risorse neppure per adeguare le vie a livelli accettabili di sicurezza per mitigare l'ecatombe di vittime.   

IL RUOLO DI LETTA. Il secondo motivo di rilievo è che dietro la concessione degli atti aggiuntivi si scorge in filigrana l'intreccio di un nuovo centro di potere, una specie di triangolo delle costruzioni formato da Anas, Impregilo e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. La prima manifestazione di questo kombinat del mattone risale alla primavera di un anno fa quando viene concesso, appunto,    l'adeguamento    prezzi a    favore    di Impregilo   . In quelle settimane scade il vertice Anas e Ciucci è traballante, la sua riconferma da parte del governo Berlusconi appare assai remota perché osteggiata dai due ministri più direttamente interessati, il responsabile delle Infrastrutture, Altero Matteoli, e il titolare dell'Economia, Giulio Tre-monti. Al posto di Ciucci sarebbero dovuti andare il presidente del Consiglio di Stato, Paolo Salvatore, e come amministratore Giovanni Guglielmi, provveditore per le opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna.   
POTERE CIUCCI. A metà luglio, però, a poche ore dalla scadenza per il rinnovo, Salvatore annuncia a sorpresa la sua indisponibilità per la guida dell'Anas. E' una mossa che spiana la strada al ripescaggio di Ciucci, il quale il 17 luglio viene confermato nel suo incarico. L'artefice occulto della repentina inversione ad U del governo è Gianni Letta, l'unico   in grado di convincere Silvio Berlusconi a ignorare la doppia opposizione Matteoli-Tremonti. Da sicuro candidato alla trombatura, Ciucci diventa all'improvviso il perno di una nuova stagione dei grandi appalti. Una settimana dopo la riconferma, il 29 luglio il governo infila a   sorpresa nel decreto "anticrisi" un emendamento per consentire a Ciucci che già cumula su di sé una bella sfilza di incarichi (presidente e direttore generale Anas, amministratore delegato della società Ponte sullo Stretto) di aggiungerne un altro: commissario straordinario per 60 giorni per "rimuovere gli ostacoli frapposti al riavvio delle attività" per il Ponte. A Impregilo viene contemporaneamente concesso un bonus di 1,3 miliardi di euro confermato a tambur battente 4 giorni dopo con una legge apposita (la numero 102). Scaduti i 60 giorni, l'11 novembre Ciucci viene di nuovo nominato commissario straordinario per il Ponte, questa volta per un lungo periodo, tre anni, con una motivazione simile alla precedente: "Per la   velocizzazione delle procedure relative" alla realizzazione dell'opera. In pratica gli vengono affidati dal governo in via duratura poteri molto simili a quelli concessi a Guido Bertolaso per la Protezione civile, con tutti i rischi e le incongruenze del caso.   Nel frattempo il vertice Anas viene rivoltato come un guanto da Ciucci e nei posti chiave vengono infilati uomini di Autostrade e quindi di Impregilo. Come Stefano Granati, per esempio, nominato condirettore amministrazione, finanza e commerciale, un ex manager Pavimental, società controllata da Autostrade. Granati di recente è stato nominato anche vicepresidente di Igi, l'Istituto grandi infrastrutture guidato da Giuseppe Zamberletti che allo stesso tempo è anche collega di Ciucci nella società del Ponte sullo Stretto di Messina essendo il presidente. O come Alfredo Baio, scelto da Ciucci come segretario generale Anas, un ex dirigente delle aziende di Carlo Toto, imprenditore abruzzese delle costruzioni, il "patriota"   di AirOne, compagnia aerea confluita nella nuova Alitalia, e unico azionista privato di peso della triade Benetton-Gavio-Ligresti nella società Autostrade, con una partecipazione importante nell'Autostrada dei parchi, la A24 da Roma a L'Aquila.

OCCUPATO IL CONSIGLIO COMUNALE DI RHO: LAVORATORI E TERRITORIO SI PRENDONO LA PAROLA PER DIRE NO ALLA SPECULAZIONE SULL’ALFA, VERSO IL CORTEO DEL 20 MARZO.



OCCUPATO IL CONSIGLIO COMUNALE DI RHO: LAVORATORI E TERRITORIO SI PRENDONO LA PAROLA PER DIRE NO ALLA SPECULAZIONE SULL'ALFA, VERSO IL CORTEO DEL 20 MARZO.


Rho, 12 marzo 2010. Ieri sera durante il consiglio comunale della città di Rho che avrebbe dovuto trattare tra gli altri punti il Piano Alfa, i sindacati e i lavoratori dell'Alfa Romeo supportati dal centro sociale Fornace e da altri soggetti politici e sociali del territorio, hanno richiesto di potere intervenire per portare la loro voce alle istituzioni e nel dibattito consigliare. Dopo oltre un'ora e mezza in cui si è fatto intendere che non ci sarebbe stato problema per un intervento, la maggioranza di centrodestra ha deciso,

imponendolo nella riunione dei capigruppo, che nessuno sarebbe potuto intervenire, ma che si sarebbe potuto leggere un comunicato scritto, che evidentemente era impossibile produrre al momento. A quel punto i lavoratori si sono presi la parola interrompendo il consiglio comunale, considerando quella decisione un atto profondamente antidemocratico, dal momento che la discussione li riguardava direttamente e dopo l'occupazione del consiglio, il presidente ha annullato la seduta. Il sindaco di Rho Zucchetti ha parlato in un successivo comunicato di violenza e prevaricazione della sinistra, richiamando agli anni di piombo. Il Sindaco non si rende conto che l'unica violenza che si riscontra è quella dell'istituzione che lui stesso rappresenta, in quanto ha dimostrato più volte una gestione antidemocratica verso le opposizioni, verso i cittadini e verso le stesse forze di maggioranza che con lui governano. Più che gli anni di Piombo a Rho sembra di vivere gli Anni del Mattone, perché in vista di Expo 2015 è sparita ogni politica sociale e si stanno progettando in ogni angolo della città alberghi, centri commerciali e nuove costruzioni. Tutto ciò a discapito del lavoro, della democrazia, dell'ambiente e della qualità della vita. L'area dell'Alfa è solo l'esempio più eclatante di quanto sta avvenendo. Se metà dell'area sarà destinata alla speculazione, sull'altra metà, che rimane industriale per ora, non viene investito neanche un euro per incentivare la ripresa delle attività produttive. Dunque siamo di fronte ad una speculazione su un'area di oltre 2 milioni di metri quadrati, gestita in due tempi, perché è evidente che gli investimenti sull'area industriale non pioveranno per miracolo dal cielo, ma dovrebbero essere invece Regione Lombardia, Formigoni, e i suoi colleghi Sindaci a stimolare nuove prospettive occupazionali. Al contrario il Sindaco di Rho Zucchetti sta lavorando perché le aziende del territorio chiudano favorendo la speculazione edilizia, come dimostra il fatto che l'area industriale di Mazzo, 900.000 mq di piccole e medie aziende accanto alla Fiera, nella proposta del Piano di Governo del

Territorio viene trasformata da industriale ad area con funzione commerciale, ricettiva e residenziale. Il Sindaco di Rho non si è nemmeno preoccupato di fare uno studio per capire quante fossero le imprese attive in quell'area e quanti i lavoratori occupati che rischiano di perdere il posto di lavoro. La prossima settimana ci sarà un'assemblea pubblica alla biblioteca di Arese il 16 marzo, un'altra assemblea pubblica all'auditorium di Rho nella serata del 17 marzo e un corteo che partirà alle ore 10,00 di sabato 20 marzo dalla portineria centrale dell'Alfa Romeo, contro le speculazioni del piano Alfa, per la difesa del territorio e dell'occupazione.


Centro Sociale Fornace,


A proposito di "legalità" ...


"Il capo del governo si macchiò ripetutamente, durante la sua carriera, di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e Ia privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo ltaliano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al piu il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamentil, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare".

II testo è di Elsa Morante, è del 1945. E si riferisce a Mussolini - Opere vol.I Mondadori (Meridiani), Milano 1988 L-LII



venerdì 12 marzo 2010

17 marzo: UNA MONTAGNA DI BALLE all'ARCI TAMBOURINE DI SEREGNO (MB)

INVITO ALLA PROIEZIONE DI "UNA MONTAGNA DI BALLE"! ABBIAMO ORGANIZZATO UN TOUR DEL FILM, SUL DISASTRO DELLA COSIDDETTA EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA, IN TANDEM CON LA RACCOLTA DELLE VERTENZE CIP6 (PER IL RIMBORSO DEI FINANZIAMENTI ILLECITI AD INCENERITORI ED ALTRI IMPIANTI INQUINANTI PRELEVATI DALLE NOSTRE BOLLETTE) ...


IL PROSSIMO APPUNTAMENTO è MERCOLEDì 17 marzo all'ARCI TAMBOURINE di SEREGNO, via Tenca

programma della serata
ore 20:30 Proiezione del film
ore 21:45 Presentazione della Vertenza Cip6 ed intervento del comitato per l'Alternativa all'inceneritore di Desio
ore 22:30 live di ALBERTO BELGESTO vs GIANMARCO MARTELLONI
Brescia è famosa per molte cose (tra cui l'inceneritore più grande ed inquinante, premiato dagli stessi costruttori). Lo sta diventando anche per i suoi cantautori

Per ulteriori info:
- SULLA VERTENZA: www.dirittoalfuturo.it
- SUL TOUR DEL FILM: noinclombardia.blogspot.com




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CONFESSO: ANCH'IO SONO UN MANDANTE MORALE!

DISASTRO LAMBRO: EFFETTI, RAGIONI, RESPONSABILITA’ - 12 marzo ASSEMBLEA PUBBLICA

DISASTRO LAMBRO: EFFETTI, RAGIONI, RESPONSABILITA' 

ASSEMBLEA PUBBLICA 

Villasanta (MB) – venerdì 12 marzo 2010 – ore 21

 
Sala congressi di Villa Camperio, via Confalonieri 55
 

Programma dei lavori 

Saluto delle autorità  locali:

           Emilio Merlo [in attesa di conferma] – Sindaco di Villasanta 

Introduzione, presentazione del Comitato dei cittadini del fiume, lancio della giornata di mobilitazione interregionale dalla Brianza al Po del 20.03,2010: 

           Roberto Albanese – Coordinatore del comitato e Segretario Istituto Green Man 

Interventi:

  • Lambro, cronaca del disastro
 

           Gabriele Cereda – giornalista "La Repubblica" 

  • Il caso Lombarda Petroli e la gestione del rischio industriale
 

           Piero Fabris – ingegnere impiantista 

  • Effetti del disastro su ecosistema e catena alimentare
 

          [da definire] - WWF Lombardia 

  • Il progetto edilizio sull'area ex Lombarda Petroli
 

           Silvia Beretta – Italia Nostra Monza 

  • Il movente criminale: l'ipotesi ecomafia
 

           Sergio Cannavò [in attesa di conferma] – Legambiente Lombardia 

Per contatti con il Comitato dei cittadini del fiume: info@greenman.it

Dibattito 

Durante la serata le persone interessate potranno dare l'adesione al Comitato dei cittadini del fiume 

Associazioni che aderiscono al comitato:                                                                                  Forze politiche che sostengono il comitato:
- associazione fontanili (CR)

- associazione parchi vimercatese (MB)

- associazione parco medio Lambro Cologno Monzese (MI)

- circolo Legambiente Monza (MB)

- comitato parco di Monza A.Cederna (MB)

- commissione cultura alternativa Carate Brianza (MB)

- Istituto Green Man (MB)

- rivista on line Vorrei (MB)

  -  Lista per Villasanta

- Partito Democratico    Monza / Brianza

- Sinistra e libertà  Monza / Brianza

- Verdi Lombardia

- Verdi Cremona

- Verdi Pavia

- Verdi Piacenza

- Verdi Sesto S.Giovanni

giovedì 11 marzo 2010

15 marzo: assemblea pubblica - Bilancio Partecipato, Democrazia Diretta, JAK: banca senza interessi

Il 15 marzo 2010 alle ore 21.00 presso la sala Pertini del Comune di Desio, via Gramsci/Piazza don Giussani, si terrà l'assemblea pubblica dal titolo

Il Municipio, la Casa dei Cittadini
sei tu a poter decidere come saranno spesi i soldi versati nelle casse comunali

Programma della serata:

- introduzione di Paolo Di Carlo - candidato sindaco Lista CiVica Desio 5 Stelle;

- presentazione di Jak Bank, la banca senza interessi, a cura dell'Associazione Jak Bank Italia;

- presentazione del "bilancio partecipato" in Italia e nel mondo;

- "La parola ai cittadini", proposte di spesa e risparmio attraverso un esperimento di democrazia diretta.  

 

Fate passaparola, vi aspettiamo!
Paolo Di Carlo

p.s.= volantino in allegato








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CONFESSO: ANCH'IO SONO UN MANDANTE MORALE!

lunedì 8 marzo 2010

19a Newsletter settimanale! (Video, news, petizioni, ...)

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* IN EVIDENZA:
8 marzo: auguri a tutte! Video: il giuramento dell'italiana "perfetta".

* VERTENZE IN CORSO:

CIP6 o CI FAI? Vertenza nazionale per il recupero del 7% della bolletta elettrica truffaldinamente destinato agli inceneneritori invece che alle rinnovabili VERE! (dirittoalfuturo.it)

* RASSEGNA STAMPA (da quotidiani, periodici e dal WEB):

SISTEMA GELATINOSO: La "cricca" e il Tar di Lazio e Lombardia (da "il fatto quotidiano")

Decreto salva liste, Flores d'Arcais: "Napolitano come Facta?"(da "micromega")

La newsletter Desiozone ed il progetto editoriale "The Next", blog ( thenext-controinformation.blogspot.com ) e cartaceo, sono curati dall'associazione LABoratorio Brianza senza fini di lucro.

LABoratorio ludico: è arrivato  "DESIOPOLIO", un gioco in scatola autoprodotto, per ora in edizione limitata, ispirato al celebre "Monopoli", che vi intrattenirà con "imprevisti" e "probabilità" divertenti, con nuove regole ed un tabellone ispirato alle brutture del nostro territorio. Presto sarà pronto anche il "ROSIKO della Brianza". PRENOTALO SUBITO OPPURE PARTECIPA AI TORNEI CHE ORGANIZZEREMO INSIEME PER VINCERLO INSIEME AD ALTRI PREMI MANGERECCI E BEVERECCI ...



A FALLUJA, “CITTÀ MARTIRE” DELL’IRAQ LA LOTTA CONTINUA SENZA ARMI

  Dopo i raid Usa, la popolazione ora pensa alla politica

di Barbara Schiavulli
  

Falluja - E' ancora una delle strade più pericolose al mondo. Una lingua di terra che si lascia la confusione di Bagdad alle spalle per perdersi verso est incontrando prima la prigione di Abu Ghraib, con ancora gli spettri dei detenuti torturati e umiliati dai militari americani. Si corre verso la provincia di Al Anbar, la roccaforte della militanza sunnita e di Al Qaeda. Sbocco naturale da chi entrava dalla Giordania per passare attraverso Falluja. È qui che hanno rapito giornalisti, intellettuali, ricchi iracheni. È qui che hanno decapitato nel 2006 tutta la squadra di nazionale di taekwondo irachena. È qui che si sono combattuti due dei più feroci assedi lanciati dagli americani tanti morti che venivano seppelliti nello stadio, mentre centinaia di giovani finivano dietro le sbarre delle pericolose prigioni irachene.   Migliaia le persone fuggite e centinaia quando sono ritornate hanno trovato le case distrutte o occupate. I ragazzi imbracciavano i fucili e combattevano e gli anziani gli incitavano. Più gli americani attaccavano, più gli iracheni reagivano e permettevano ai militanti di al Qaeda di intrufolarsi. Fino a quando qualcuno tra i leader tribali ha capito che a morire erano sempre e soprattutto gli iracheni. Il Consiglio   per il Risveglio, fu un'idea del generale Petraeus, comandante delle forze armate americane. Trovò i soldi per pagare i ragazzi che combattevano per avere uno stipendio, e li porto dalla parte del governo. L'idea ebbe fortuna e funzionò.    Cinque anni dopo le elezioni del 2005 alle quali i partiti sunniti non parteciparono, ora a Falluja c'è un'atmosfera diversa. La strada è punteggiata di posti di blocco che sembrano frontiere, presidiate da soldati iracheni che controllano la macchina, tutti con l'indice macchiato d'inchiostro, perché i militari hanno votato due giorni fa. Guardano i documenti, scambiano due parole, aprono i bagagliai e inesorabilmente chiedono "avete armi?".   Alla vista delle prime case la città si anima, colorata dai poster dei candidati che lanciano messaggi di speranza. Non ci sono le facce del premier sciita al Maliki o di altri sciiti, è la terra di quei sunniti che ancora credono che con Saddam si stesse meglio. Ora invece arrancano. Falluja mostra le rovine di palazzi colpiti dai missili, i muri bucherellati dalle armi automatiche, ma ci sono anche tante case nuove e negozi dalle insegne colorate.    "Molti dei nostri candidati sono stati esclusi dalle elezioni, ma questa volta andremo a votare", ci dice Nawaf Jabar, un insegnante, versando il tè nella sua casa accogliente, "è finito il tempo   di combattere con le armi. A Falluja si sta ancora male, abbiamo due ore al giorno di elettricità, mentre con Saddam non avevamo alcun problema. Ma voglio essere ottimista, abbiamo buoni candidati". Uno di loro è l'ex premier Allawi, sciita ma che ha impostato la sua coalizione mista inglobando tutte le etnie. La partecipazione dei sunniti alle elezioni è importante perché più si legano alla politica più è possibile che la violenza si riduca.    "Ho combattuto, lo ammetto, e sono stato arrestato due volte dagli americani. Mi hanno interrogato, picchiato e alla fine mi hanno fatto uscire perché non avevano prove. Mio fratello è stato ucciso da loro. Allora non potevamo non combattere, avreste fatto lo stesso, abbiamo lasciato il nostro lavoro e imbracciato le armi", ci racconta Yasser 26 enne, che ora fa qualche lavoretto di giornata. Ha qualcosa di triste e indecifrabile nello sguardo, come se la rabbia   gli ribollisse ancora dentro. "La seconda volta che mi hanno arrestato, sono venuti a prendermi a casa, hanno buttato giù la porta di notte, terrorizzato la mia famiglia, mi hanno trascinato in mutande fuori insieme ad altri 85 ragazzi. Non sono cose che si dimenticano. Ma ora voglio solo che la mia famiglia stia bene".    Haifa sbuffa, una signora di 40   anni grassottella con 4 bambini che le gironzolano intorno, ha perso cinque persone della sua famiglia durante la guerra. "Andrò a votare un candidato sunnita, ma se tornano gli americani, vado a combattere anche io, i miei bambini hanno ancora paura quando sentono un temporale, se ne stanno impietriti fino a che smette. Qui c'è stato l'inferno, non c'è nessuno che non abbia avuto un morto in casa, ci manca ancora tutto, lo Stato non ci aiuta, nel quartiere di Julan nascono   bambini deformati, non so che armi abbiano usato gli americani, ma sono cose tremende". Non si può restare troppo a Falluja - anche per via del minaccioso coprifuoco proclamato ieri da Al Qaeda - e quell'ora che la divide da Bagdad sembra molto più lunga. All'ultimo posto di blocco prima di rientrare nella capitale ci sono gli americani. Quando tornate a casa? "Speriamo presto – risponde un biondino – speriamo presto".

venerdì 5 marzo 2010

SAB 06 MARZO: NO RAZZISMO DAY, h 14 p.zza duca d'aosta (staz. centrale)

DOMANI VI ASPETTIAMO IN PIAZZA PER DIRE NO AL RAZZISMO, MALANNO GRAVE CHE GIA' NELLA STORIA FU SOTTOVALUTATO ...
http://norazzismoday.blogspot.com/

mercoledì 3 marzo 2010

L'autostrada nella diossina

di Luca Piana
La futura Pedemontana Lombarda passerà a Seveso, nelle zone colpite dall'incidente dell'Icmesa. Ma le analisi rivelano che nei terreni la quantità di veleni è ancora elevata. Con il rischio che serva una colossale bonifica
 

«Ci ho messo la faccia e dunque la Pedemontana sarà completata entro il 2014». Lo scorso 6 febbraio Roberto Formigoni aveva sfoggiato grande sicurezza. Durante la fastosa cerimonia di inaugurazione dei cantieri, il presidente della Regione Lombardia non aveva accennato alle difficoltà che rischia d'incontrare l'autostrada destinata a collegare la provincia di Varese a quella di Bergamo, tracciando un grande arco a Nord di Milano. Un'opera per la quale nell'intasata Brianza ci si batte da mezzo secolo e che ora, con i suoi appalti da 5 miliardi di euro, scatena gli appetiti dei poteri locali.

LE PAURE DEI SINDACI
Passato meno di un mese dalle promesse di Formigoni, però, le certezze sui tempi di esecuzione dei lavori si sono incrinate.

Mercoledì 3 marzo sei sindaci brianzoli parteciperanno a un vertice alla Provincia di Monza per tentare di ottenere una modifica sostanziale al progetto, chiedendo un'interruzione che dividerebbe in due diversi tronconi la futura autostrada. Lo snodo dove il progetto rischia di rompersi è un nome conosciuto in Italia e nel mondo: Seveso. In quel tratto la Pedemontana dovrebbe sovrapporsi all'attuale Milano-Meda, una superstrada trafficatissima dove già oggi passano 60 mila auto al giorno. I lavori saranno però pesanti, perché la carreggiata sarà allargata parecchio, fino a dieci metri in più. E questo comporta due problemi.

Il primo è il rischio di paralisi di una zona sovraffollata di persone e aziende, visto che per andare a Milano in auto alternative valide non ne esistono. Per questo motivo, nell'incontro del 3 marzo, i sindaci di Seveso, Meda, Lentate, Barlassina, Bovisio Masciago e Cesano Maderno sono pronti a chiedere provvedimenti radicali. Tra i quali, uno stop dei lavori fino a dopo l'Expo del 2015 e una semplice riqualificazione della superstrada per un tratto di una decina di chilometri, senza opere strutturali.


QUANTA DIOSSINA, TRENT'ANNI DOPO
Un problema per certi versi ancora più difficile da affrontare, invece, è legato a un nemico con il quale dalle parti di Seveso devono convivere da tempo: la diossina sprigionata dall'esplosione del 1976 nell'impianto chimico dell'Icmesa. Per poter aprire i cantieri, la società concessionaria dell'autostrada, la Pedemontana Lombarda Spa, ha dovuto effettuare una serie di indagini per verificare, a oltre trent'anni dall'incidente, la presenza del veleno nelle aree dove si scaverà. La verifica serviva per vedere se sarà necessaria una bonifica di proporzioni ciclopiche, un'operazione che in Pedemontana sperano di evitare per non correre il rischio di veder dilatati i tempi dei lavori e per non affrontare costi che al momento non sono nemmeno stati quantificati. "L'espresso", però, ha potuto leggere i rapporti con i risultati dell'analisi e la fondatezza di queste speranze non sembra scontata.
Il primo rapporto, datato luglio 2008, ha riguardato 64 diversi punti di carotaggio. In 44 di questi punti, in pratica in due su tre, fra i campioni prelevati a diversa profondità ne è stato trovato almeno uno dove la concentrazione di diossina è superiore ai limiti previsti dalle norme per utilizzare l'area a verde pubblico o privato (pari a 0,00001 milligrammi di diossina ogni chilo di terra). In otto di questi carotaggi, poi, la quantità è ancora più elevata, superiore al livello fissato a scopo commerciale o industriale (pari a 0,0001 milligrammi ogni chilo di terra). Un secondo rapporto, datato agosto 2008, ha ulteriormente aggravato questo secondo dato, quantificando in dieci i campioni dove la concentrazione di diossina supera il secondo limite, quello più allarmante.

LA PIU' PULITA? L'AREA ICMESA
I due rapporti sono ricchi di informazioni interessanti. La prima è che più ci si avvicina ai terreni dove c'era la fabbrica esplosa, più i campioni prelevati dai primi strati di terreno sono puliti. L'area all'epoca maggiormente contaminata, in effetti, fu l'unica ad essere bonificata e oggi vi si trova un parco naturale, chiamato il "Bosco delle Querce", aperto al pubblico e cresciuto su uno strato superficiale di terreno portato da fuori (vedi mappa ...). Allontanandosi verso Sud, i campioni assumono una tonalità uniforme: la diossina è quasi ovunque superiore - negli strati superficiali del terreno - ai limiti previsti per il verde pubblico. In alcuni casi lo sforamento è limitato ma più spesso supera di 3 o 4 volte (e talvolta anche di 7 o 8) la soglia di legge. Attenzione però: i dieci casi più critici sono distribuiti sull'intera tratta, da Meda a Cesano Maderno. Segnale che problemi ce ne sono ancora un po' ovunque.

SPOSTARE LA PIRAMIDE DI CHEOPE
La Pedemonata Spa ha sempre sostenuto che i dati raccolti non sono preoccupanti. Un anno fa, intervendo a una seduta del consiglio comunale di Meda, il direttore generale Umberto Regalia, senza fornire dettagli sulle analisi, ha cercato di rassicurare tutti. «I prelievi dicono che si può lavorare questa terra, che il carico inquinante da diossina che permane dall'incidente del 1976 non è superiore a quello che si trova in tantissime altre aree della Lombardia», ha sostenuto. Aggiungendo poi un paragone con i lavori che, già così, toccherà fare: «È come spostare due volte la piramide di Cheope». A "L'espresso", oggi, Regalia ribadisce la stessa posizione: «Le indagini sulla presenza della diossina abbiamo dovuto farle per legge, visto la natura pubblica dell'opera. Se però venisse fuori che dobbiamo davvero effettuare la bonica, mi piacerebbe sapere perché in questi anni si è potuto costruire così tanto senza fare nulla». Un dato di fatto, visto che solo a Seveso la popolazione è passata dai 16 mila abitanti prima dell'incidente ai 22 mila attuali.

LA CITTA' DELLE DONNE
A Seveso e nei dintorni la parola diossina, però, evoca ancora brutti ricordi. Vilma Galimberti, neurologa all'ospedale di Desio e presidente del consiglio comunale di Meda, ricorda che per tanto tempo, quando prenotavi le vacanze in albergo, correvi il rischio di sentirti dire che non c'era più posto. Al di là delle reazioni da trogloditi degli italiani, tuttavia, le vere ripercussioni sono state altre: «Il problema sono stati gli effetti secondari che, ancora oggi, sono noti solo in parte», dice Galimberti. Molti studi sono stati fatti, a cominciare da quelli firmati da Piero Mocarelli, un epidemiologo fra i più tenaci nel tenere sotto controllo le conseguenze dell'incidente. Fra i risultati più interessanti, gli effetti sulla fertilità e l'aumento della probabilità di concepire figlie femmine da parte dei padri esposti al veleno. La conseguenza più preoccupante, però, è l'aumento dei tumori fra le popolazioni colpite. Una ricerca effettuata, fra gli altri, dai ricercatori del Policlino di Milano, ha evidenziato che per le donne che abitano nella zone più vicine all'incidente è più alto il rischio di cancro al seno; se si allarga lo sguardo alle aree colpite in modo anche marignale, cresce comunque il rischio di tumori linfatici e del sangue.
Per questi motivi tutta la regione vive con sensazioni ambivalenti il progetto Pedemontana. La necessità di migliorare il traffico micidiale fa a pugni con il timore di ritrovarsi nuovamente con gli uomini in tuta protettiva e maschera anti-gas in giro per i cantieri. E con la paura che la polvere dei cantieri si porti in giro i veleni presenti: «Non siamo contrari all'autostrada in se' ma è chiaro che devono essere prese tutte le precauzioni necessarie e il progetto va modificato per limitare al massimo le ripercussioni sugli abitanti», dice Galimberti, che con la lista civica "Con Buraschi per Meda" ha promosso un ricorso alla Corte europea per i diritti dell'uomo, che ha già superato il giudizio sull'accettabilità da parte della Corte.

LA BACCHETTATA DEL CIPE
La Pedemontana Spa, in effetti, nel novembre scorso ha dovuto subire dal Comitato Interministeriale per la programmazione economica (Cipe) quella che assomiglia a una vera e propria bacchettata.
Dando il via libera al progetto definitivo, ha prescritto il Cipe, «dovranno essere realizzate ulteriori indagini dettagliate sui terreni interessati da contaminazione da diossina». A dispetto delle speranze della società, la possibilità che sia necessaria la bonifica non è campata in aria: prima dovranno essere fatti nuovi campionamenti (al momento previsti a partire da aprile), poi bisognerà stabilire i rischi effettivi e il modo per affrontarli; infine, se sarà necessario bonificare, occorrerà asportare uno strato superficiale di terreno che dovrà essere inviato a impianti specializzati nel trattamento. Un processo che potrebbe prendere tempo, forse anche un paio d'anni, prima che possano partire i lavori sull'opera vera e propria (al momento previsti già per la primavera 2011). Un'incertezza che può pesare non poco nella ricerca dei prestiti bancari necessari per realizzare l'opera.

GIU' LE MANI DAL BOSCO
Bonifica o meno, restano altre zone d'ombra. Una di queste riguarda i lavori nel "Bosco delle Querce". Zona non edificabile per legge, la strada a un intervento è stata aperta da una speciale deroga concessa alla chetichella dalla Regione Lombardia nel 2008, proprio per l'autostrada. Per gli abitanti della zona è stata una ferita: «Noi diciamo sempre che l'esplosione dell'Icmesa ci ha portato una brutta cosa, la diossina, ma anche una bella, il Bosco», dice Viviana Pontiggia, un architetto di 28 anni che assieme ad altri concittadini ha dato vita al comitato Cives, uno dei più attivi nel proporre modifiche e soluzioni. Il Cipe ora sembra aver dato un'indicazione di massima, escludendo lavori nel Bosco. Tuttavia, lavori per rettificare la curva dell'attuale autostrada fra Meda e Seveso, permettendo alle auto di viaggiare almeno fino a 110 chilometri orari, sono tuttora previsti. «Per me però l'indicazione del Cipe è molto limitante: il Bosco non deve essere toccato», dice a "L'espresso" il sindaco di Seveso, Massimo Donati.

LE NUOVE RICHIESTE
Nella riunione di mercoledì alla provincia di Monza i sindaci si presentano quindi con una serie di opzioni. Lo stop dei lavori fino al 2015 e la creazione della terza corsia sull'attuale corsia di emergenza, senza toccare la base della superstrada, sono le prime. Ma ce ne sono tante altre, fra le quali anteporre alla costruzione dell'autostrada una serie di interventi che dovrebbero attutirne l'impatto: barriere anti-rumore, nuovi svincoli, nuovi contributi per interrare la ferrovia che taglia in due Seveso e Meda, flagellando la vita quotidiana degli abitanti con ben undici passaggi a livello. Costo complessivo stimato di tutto questo: 200 milioni di euro. Denari che sarebbero da reperire senza più contare sui pedaggi che Pedemontana esigerà dalle 60 mila auto che, ogni giorno, passano oggi sulla Milano-Meda. Gratuitamente.