Desio, in 500 scrivono a Napolitano: no a questa Pedemontana |
Attualità |
Scritto da Mirko Dado |
Lunedì 21 Febbraio 2011 da www.mbnews.it |
Nel documento, i cittadini riunitisi in Comitato – sostenuti da ex consiglieri comunali e professionisti – evidenziano una serie di pericoli, a loro giudizio: quello di un progetto vecchio "di una autostrada a otto corsie che passa a cielo aperto tra le nostre case senza il rispetto delle normative vigenti"; di ingorghi nella viabilità locale, di aumento dell'inquinamento e delle relative malattie, di spreco di denaro pubblico, di sbancamento di terreni che racchiudono la diossina dell'ex Icmesa, di infiltrazioni della 'ndrangheta. E si pongono numerosi interrogativi: «È normale che questa autostrada non sia intermodale? Ovvero che non comunichi con le ferrovie grazie a nodi di interscambio per spostare merci da gomma a ferro e viceversa? E' normale che Pedemontana mostri disinteresse per le innumerevoli discariche presenti sul proprio tracciato, anzi faccia di tutto per evitarle e non bonificarle? È normale che tutto questo lo paghi la Brianza? È normale che tutte le modifiche che sono state fatte siano state fatte non per fare meglio l'autostrada, ma per risparmiare sul bilancio? (opera fatta con soldi nostri poi...). Di modifica in modifica, i tracciati sono passati da interrati a trincea in mezzo ai paesi. Le gallerie sono rimaste solo a Macherio. È normale che tutte le richieste fatte da cittadini per impattare in maniera minore sul territorio, e magari con un risparmio economico per Pedemontana, non siano state accolte?». Domande che hanno rigirato ai più alti vertici del nostro Paese, sperando in un aiuto, perchè «l'opera così come oggi è concepita – scrivono - devasta la città di Desio, così come molti altri Comuni della Brianza, e certamente non fornisce alcun vantaggio né al territorio né ai cittadini. Nemmeno chi userà l'autostrada avrà grandi benefici: a fronte di un pedaggio tre volte superiore a quello di Autostrade per l'Italia, la società Pedemontana spa si è posta come obiettivo di ridurre il tempo di percorrenza da Bergamo a Malpensa, passando dagli attuali millantati 90 minuti a 60 minuti. Possono questi millantati 30 minuti di risparmio previsti, giustificare lo scempio del territorio e i danni non rimediabili per la salute dei cittadini? Leggendo la Costituzione noi siamo sicuri di poter dire di no». |
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