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giovedì 16 dicembre 2010

Desio, scontro tra dipendenti e amministrazione sul fondo di produttività

Desio, scontro tra dipendenti e amministrazione sul Fondo di produttività

da Il Giorno
articolo di
ALESSANDRO CRISAFULLI

 

— DESIO —
URLA, FISCHI, INSULTI. Ci mancava poco che qualcuno perdesse completamente la bussola. Il tutto non in uno stadio, non in una piazza, bensì in una sala comunale all'interno del municipio. Protagonisti della rivolta di massa i circa 200 dipendenti del Comune di Desio che martedì mattina hanno invaso la sala Pertini al primo piano per la tanto attesa assemblea con il segretario generale Luca Sparagna (l'ennesima peraltro) con all'ordine del giorno il Fondo di produttività che aspettano da tempo.

UN FONDO CHE pare ammontasse a circa 200 mila euro totali, rosicati lentamente dalle scelte dall'alto (per limitare le uscite e riuscire a stare dentro il Patto di Stabilità), fino all'ultima offerta messa sul piatto di 20 mila euro: un decimo, briciole. Una riunione che si è subito scaldata, con il clima che si è fatto incandescente. Bersaglio delle proteste proprio Sparagna, trovatosi a gestire una situazione molto ingarbugliata, che affonda le radici negli anni passati e in una serie di scelte delle scorse amministrazioni contestate dai sindacati.
Non a caso le organizzazioni territoriali della funzione pubblica della Cgil e della Cisl hanno promosso un ricorso al tribunale di Monza, sezione lavoro, "per comportamento antisindacale del Comune di Desio". E domani il giudice dovrebbe dare una prima valutazione, cercando di trovare un accordo per evitare che si finisca in aula. «Ci vediamo in tribunale!», è stato l'addio del segretario dalla riunione di martedì, accerchiato dai dipendenti imbufaliti, a testimonianza di una situazione molto critica e difficile da risolvere. La rabbia dei dipendenti nasce non solo dai soldi che sentono come un loro diritto, «ma anche per la disparità di trattamento con i dirigenti, che invece hanno ricevuto e continuano a ricevere soldi su soldi...».

«SAPPIAMO CHE ci sono i problemi per il Patto di Stabilità - dice uno di loro - ma perchè devono valere solo per noi? Allora è più giusto che i sacrifici siano per tutti. Il nostro è sempre un lavoro ordinario, il loro invece da premiare. Chissà perchè i dirigenti, che guadagnano fior di stipendi, raggiungono sempre gli obiettivi e noi, che andiamo avanti con 1.200 euro al mese, no».

 

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