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sabato 27 settembre 2008

Crotone, scuole e abitazioni costruite con i rifiuti tossici: 7 persone indagate

Almeno 350 mila tonnellate di
materiale contenente arsenico,
zinco, piombo, indio, germanio
e mercurio che invece di essere
smaltite sono servite nell'edilizia
CROTONE
Scuole, parcheggi, strade, case e opere pubbliche costruite con materiale di scarto industriale, rifiuti tossici altamente pericolosi: 18 aree ubicate nelle zone tra Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto - aree ad alta densità mafiosa nell’entroterra crotonese - sono state sequestrate a seguito delle indagini della procura della Repubblica di Crotone e coordinata dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni. Almeno 350 mila tonnellate di materiale contenente arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio, che invece di essere smaltite con le cautele di legge sono state utilizzate per costruire.

Con rifiuti tossici speciali e il materiale nocivo proveniente dagli scarti dell’industria «Pertusola» di Crotone sono stati costruiti anche tre cortili di altrettante scuole: la scuola elementare San Francesco e un istituto tecnico superiore, entrambi di Crotone, una scuola elementare a Cutro. Il materiale, altamente nocivo, avrebbe dovuto essere smaltito in discariche specializzate ed invece sarebbe stato ceduto a imprese di costruzioni che lo hanno utilizzato in lavori edili riguardanti, anche alloggi popolari, villette, una banchina portuale e strade. Sette gli indagati, rappresentanti legali di ditte edili e funzionari Asl: Vincenzo Mano, legale rappresentante pro-tempore della Pertusola Sud, che ha chiuso l’attività alla fine degli anni ’90; Giovanni Ciampà, rappresentante legale delle imprese Ciampà; Paolo Girelli, rappresentante legale dell’impresa Bonatti; Alfredo Mungari, rappresentante legale Costruzioni Leto; e i tre funzionari dell’asl regionale: Domenico Colosimo, dipendente dell’ ex Azienda sanitaria 7 di Catanzaro; Francesco Ruscio, dipendente dell’ex presidio di prevenzione dell’As 7 di Catanzaro; e Domenico Curcio, attuale dipendente dell’As 7 di Catanzaro. Per tutti l’accusa è associazione a delinquere.

Dopo il sequestro questa mattina di 18 siti, dove secondo l’accusa sarebbero sotterrati montagne di rifiuti tossici, il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pierpaolo Bruni, raggiunto da Apcom ha detto: «Il materiale che abbiamo fatto esaminare da esperti qualificati è risultato altamente tossico e cancerogeno, tanto da poter provocare il cancro nell’uomo». Lo stesso pm antimafia Bruni ha spiegato che al momento non risultano collegamenti con la ’ndrangheta, anche se una delle ditte coinvolte, la Ciampà, negli anni scorsi era stata oggetto di indagini e il suo legale rappresentante sottoposto alla misura di sorveglianza speciale, poi revocata, perché l’uomo venne assolto. «Per questo motivo - ha sottolineato il pm - non siamo, almeno per ora in grado di ipotizzare un collegamento con la criminalità organizzata, però stiamo verificando altre situazioni». Quindi le indagini non sono chiuse, è potrebbero riservare ulteriori sorprese: « Al momento - conclude Bruni - ci interessava porre fine al disastro ambientale e fermare questa situazione di pericolo, adesso dobbiamo verificare le esatte responsabilità e chi ha permesso questo scempio».

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