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venerdì 19 novembre 2010

Brianza, l'Unione Artigiani accusa: la 'ndrangheta è dentro le imprese

Brianza, l'Unione Artigiani accusa: «l'ndrangheta è dentro le imprese» Stampa E-mail
Economia
Scritto da Andrea Meregalli   
Venerdì 19 Novembre 2010

Accornero_MarcoAnche l'Unione Artigiani della provincia di Monza e Brianza punta il dito contro le infiltrazioni dell'ndrangheta nel tessuto finanziario locale. «Secondo quanto appreso – commenta in una nota Marco Accornero, segretario generale dell'Unione – la Dia ha confermato come reale ciò che per noi da diversi mesi appariva un grave sospetto: "l'ndrangheta è dentro le imprese". Se non si trattasse di reati ben più gravi, ci costituiremmo parte civile per concorrenza sleale».

«La presenza della malavita nell'economia quotidiana è evidente, e non solo oggi a fronte della denuncia dell'antimafia. Chi lavora  tutti i giorni non può non accorgersi di qualcosa che non va: l'influenza del malaffare penalizza la vita economica della Brianza, soprattutto in un momento di crisi economica globale. Chi non rispetta alcuna regola ed usufruisce di capitali illeciti ha il doppio dei vantaggi rispetto a coloro che invece rispettano la legge: una concorrenza sleale che forse fa sorridere, ma che mette in ginocchio tanti artigiani onesti, che devono ricorrere alle banche per le loro necessità finanziarie. Ciò si paga in termini di costi e quindi di competitività. Occorre reagire a questo stato di cose, sia a livello economico, sia appellandoci a un moto di attenzione, trasparenza e pulizia nelle amministrazioni locali, soprattutto in regime di appalti e ancor di più nell'ottica dell'Expo».

La situazione, secondo l'Unione e alla luce dell'allarme della Direzione distrettuale antimafia inviata sotto forma di relazione semestrale al Parlamento, è «drammatica ed evidenziata in tempi non sospetti».

«La denuncia degli artigiani brianzoli – si legge nella nota – prendeva le mosse dalla constatazione pratica di come le infiltrazioni mafiose negli affari caratterizzavano negativamente l'intera economia del territorio, costringendo le imprese sane e ligie alle regole legali e fiscali a un confronto impari con chi queste regole neppure le prendeva in considerazione».

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