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mercoledì 10 novembre 2010

Desio, continua la caccia agli abusi edilizi

Desio,
continua
la caccia
agli abusi edilizi

Spuntano segnalazioni ogni settimana. Sopralluogo dei vigili: presunte irregolarità nella sede della Gefim della famiglia Cannarozzo
 

Edilizia (foto Germogli)
Edilizia (foto Germogli)

Desio, 9 novembre 2010 - Per anni, anzi forse per decenni, sono rimasti nascosti (o quasi). Hanno potuto vivere e proliferare in santa pace, nel silenzio più assoluto. Ma adesso, per gli abusi edilizi di Desio sembra non esserci più pace. Per fortuna.

Spuntano segnalazioni ogni settimana: non solo grazie all'azione di alcuni battaglieri consiglieri comunali di minoranza (in primis Roberto Corti del Pd) ma adesso anche di alcuni colleghi di maggioranza e persino di semplici cittadini, che hanno trovato la forza e la voglia di denunciare, anche se in certi casi solo con lettere anonime. E, dopo i tre più che sospetti abusi segnalati nell'ultima seduta del consiglio comunale proprio da Corti, tramite i servizi di mappe satellitari di Google, negli ultmi giorni ne è spuntato un altro, pesante: a rilevarlo la polizia locale, che ha fatto un sopralluogo presso la sede della società Gefim srl di via Forlanini 71.

Qui ha evidenziato alcune presunte irregolarità edilizie: «Un piano in più nell'edificio degli uffici - spiega il sindaco Giampiero Mariani - e alcune strutture nel cortile esterno del ristorante attiguo, che è dello stesso proprietario». Lo stesso Mariani ha preso il «malloppo» delle ultime segnalazioni, compresa quella relativa alla Gefim, e le ha portate personalmente in caserma ai carabinieri, a testimonianza della sua volontà di fare pulizia assoluta anche in questo ambito, per togliere a Desio l'etichetta, che purtroppo si è meritata nel tempo, di «capitale» degli abusi edilizi in Brianza.

 

L'azienda di via Forlanini, come descrive nel suo sito «opera nel settore delle costruzioni civili e industriali da anni avvalendosi di una continua collaborazione di professionisti altamente qualificati del settore. Tutto questo ci permette di realizzare e vendere qualsiasi tipo di costruzione, dal capannone industriale al complesso residenziale». E in effetti di costruzioni ne ha realizzate tante, non solo a Desio ma anche in altri Comuni della Brianza. Fa capo alla famiglia Cannarozzo, nota alle cronache per diverse vicende, le ultime quelle riguardanti la cava gestita dalla 'ndrangheta in via Molinara (il terreno dove la malavita ha sversato valanghe di rifiuti illecitamente era infatti di proprietà di un membro della famiglia) e l'inchiesta Infinito proprio contro la malavita organizzata, con Domenico Cannarozzo intercettato a colloquio con il boss Pio Domenico mentre progettano di «buttare due belle bombe» contro l'abitazione di una vittima di estorsione, per intimidirlo. Alla stessa famiglia Cannarozzo, attraverso un'altra società riconducibile in pieno a Gefim, appartengono anche diversi terreni dove passerà la Pedemontana, laddove è progettato il mega svincolo con la Valassina (al posto di quello esistente, che si è scelto di demolire). Terreni «salvati» dagli espropri.

di Alessandro Crisafulli

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