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venerdì 19 novembre 2010

Desio, la città della 'ndrangheta

Desio, la «città della 'ndrangheta»

Le tv nazionali ormai dedicano servizi solo al tema criminalità

— DESIO —
«ERAVAMO la città del Papa, adesso siamo la città della 'ndrangheta». La triste considerazione di un cittadino, desiano doc, di fronte alle ennesime telecamere giunte in città in questo periodo per affrontare il caso del binomio Desio-malavita organizzata dà il polso della situazione: la città di Pio XI e delle Bianchine è diventata, a livello nazionale, per l'opinione pubblica, l'esempio «migliore» (si fa per dire) di territorio del Nord infiltrato dalle organizzazioni malavitose. E se per il Papa o le mitiche vetture sfornate dall'Autobianchi non erano in molti a scomodarsi, per cercare di addentrarsi nelle pieghe del problema 'ndrangheta c'è la fila: mercoledì, addirittura, sono due le televisioni nazionali che si sono passate il testimone. In mattinata una troupe di Rai 2 per conto del programma d'inchiesta e opinione «L'ultima parola» condotto dal giornalista Gianluigi Paragone è venuta qui, per analizzare il caso Desio, ascoltando i pareri della gente e dei politici. In particolare, ha fatto tappa presso la sede della sezione locale della Lega Nord, sugli echi delle dimissioni dei tre assessori a seguito di tutto il «pandemonio» scatenatosi dopo la maxi operazione dei carabinieri contro le 'ndrine in Lombardia. Gli inviati Rai hanno intervistato gli esponenti cittadini del Carroccio, tra cui il segretario Ettore Motta (nonché ex vicesindaco dimessosi proprio per la vicenda), il capogruppo Andrea Villa, l'ex assessore Antonio Zecchin e tre consiglieri. «I temi dell'intervista - raccontano dalla Lega Nord - sono stati la situazione politica desiana, le infiltrazioni malavitose e le ultime, insensate, dichiarazioni di Saviano sul rapporto Lega Nord-'ndangheta». Poi la troupe ha fatto un giro in centro, ascoltando il parere della gente, con le amare considerazioni di chi non avrebbe immaginato di scoprire di vivere dentro un perimetro così «inquinato».

IL PROGRAMMA andrà in onda questa sera, alle 23.30. E nella serata di mercoledì La 7 ha mandato in onda su Exit, condotto da Ilaria d'Amico, un reportage sempre da Desio, intervistando politici, cittadini, imprenditori minacciati. Facendo vedere le immagini della rissa scaturita nel Consiglio comunale a luglio, riproponendo le intercettazioni che più hanno fatto discutere.

«Non siamo mafiosi» Così il Pdl risponde alle critiche della Lega
— DESIO —
SITUAZIONE calda sul fronte 'ndrangheta, in Brianza e a Desio, il cui Consiglio comunale dall'inchiesta Infinito appare appeso a un filo. Lunedì scorso, in un convegno a Limbiate, il senatore della Lega Nord Cesarino Monti aveva detto: «Visto che in Brianza siamo al Governo in coalizione, dobbiamo dare una mano per aiutare la parte buona del Pdl... perché se ci sono sospetti, non facciamo più alleanze». E aveva aggiunto «a Desio è in atto un parto difficile». Parole forti, che non potevano che suscitare reazioni nel Pdl. Mentre per il 29 novembre (ore 21, Villa Tittoni), è stato organizzato un incontro dal titolo «Vinciamo la 'ndrangheta» cui prenderanno parte il sottosegretario Alfredo Mantovano e il sostituto procuratore Salvatore Bellomo, l'onorevole Elena Centemero, coordinatore provinciale Pdl Monza e Brianza, dichiara: «La questione morale è al centro dell'azione politica del Pdl sia a livello nazionale che locale. Nel Pdl ci sono tante persone oneste e per bene che hanno sempre operato e operano nell'interesse dei loro comuni e della provincia». Più duro il vicecoordinatore vicario del Pdl a Monza e Brianza, Roberto Alboni: «Ringraziamo il senatore Monti, ma non abbiamo bisogno di tutor. Il Pdl è in grado di difendersi da solo dall'ndrangheta: il problema delle infiltrazioni può essere un pericolo trasversale per tutti i partiti, nessuno escluso. Ogni movimento faccia uno scrupoloso e attento monitoraggio al proprio interno per allontanare persone colluse o vicine a organizzazioni criminali».

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